QUANTO TEMPO UNA PERSONA RIMANE RECLUSA IN UN CPR?
MAI PIU’ CPR – MAI PIU’ LAGER
QUANTO TEMPO UNA PERSONA RIMANE RECLUSA IN UN CPR?
MAI PIU’ CPR – MAI PIU’ LAGER
Abbiamo deciso di iniziare una campagna di (in)formazione sulla detenzione amministrativa.
Ne abbiamo parlato con tre avvocat* ASGI con l’obiettivo di rendere visibile e conoscibile quel luogo chiamato CPR (un tempo CIE e prima ancora CPT).
Per svelare le logiche razziste che lo legittimano.
Per evidenziare il fallimento delle politiche migratorie.
Per proseguire la lotta a questo e ad altri dispositivi securitari e punitivi
Parte 1 – con Avv. Laura Martinelli
Ancora una volta ci troviamo a parlare di celle affollate, di cure mediche non fornite ai detenuti, di reclusi maltrattati e abbandonati al freddo.
Mai più cpr Mai più lager
A settembre è stato presentato dalla commissione europea il nuovo patto sull’immigrazione e l’asilo. Gli obiettivi dichiarati mirano ad organizzare l’immigrazione legale tenendo conto delle priorità, delle esigenze e delle capacità d’accoglienza stabilite dagli stati membri e favorire l’integrazione degli immigrati; controllare l’immigrazione clandestina e favorire il ritorno volontario dei migranti nei loro paesi di origine o di transito; rendere più efficaci i controlli alle frontiere; costruire un quadro europeo in materia di asilo e creare un partenariato globale con i paesi terzi per favorire le sinergie tra migrazione e sviluppo.
Nel concreto la forma che si prefigge questo nuovo sistema di governance delle migrazioni risulta in linea con la tendenza securitaria su cui poggia parte della propaganda sovranista/nazionalista delle destre europee.
Con quali modalità l’Unione Europea intende affrontare i flussi migratori nei prossimi anni? Cosa si intende per velocizzazione e standardizzazione delle pratiche di valutazione delle domande d’asilo?
Quanto è pericoloso il potenziamento degli Hotspot dal punto di vista logistico ed informatico?
In che modo l’unione europea cerca sta cercando di ottimizzare la macchina delle espulsioni?
Cercheremo di fornire alcuni chiarimenti di questo nuovo dispositivo con Laura Martinelli (ASGI) e una compagna che si occupa di legislazione e migrazioni.
Come migranti, seconde generazioni, attivist*, solidali abbiamo deciso di scendere in piazza per chiedere giustizia in un paese razzista, che non ci considera al pari degli altri cittadini, che ci nega documenti e diritti e ci reclude quando non facciamo più comodo o quando proviamo a far sentire la nostra voce e la nostra rabbia.
A causa del Covid e di come le istituzioni hanno gestito l’emergenza sanitaria, moltissime persone quest’anno si sono ritrovate ad avere problemi con la casa, il reddito e il lavoro.
Noi, come molte e molti migranti, nostri genitori, amici e amiche, vicini di casa, compagne e compagni di lavoro e di scuola, abbiamo dovuto affrontare, oltre a questi problemi, le difficoltà legate ai documenti.
Continua la lettura di MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA – DOCUMENTI PER TUTTX
Condividiamo una notizia giunta ieri notte dal CPR di Gradisca d’Isonzo.
— MAI PIU’ CPR, MAI PIU’ LAGER —
A Saluzzo la stagione è quasi finita. Rimangono da raccogliere ancora le ultime mele invernali. I lavoratori, così come sono arrivati, se ne sono andati. Da dove fossero venuti, dove siano stati in questi mesi e dove siano andati ora rimane un mistero. Mirtilli, pesche, mele e kiwi sono arrivate dai campi agli scaffali dei supermercati senza alcuna differenza di prezzo rispetto agli anni precedenti, e questo è quanto basta sapere. Proviamo qui invece a dare risposta ad alcune domande, per scoprire chi e come, nonostante una pandemia, abbia raccolto la frutta.
I detenuti denunciano l’assenza di cure mediche anche per chi presenta evidenti lesioni, traumi e malori. Ci sono persone in sciopero della fame da giorni. Per protesta altri detenuti si sono aggiunti allo sciopero della fame. Il cibo è terribile e spesso dopo averlo mangiato si sentono stanchi e quasi sedati. È quindi probabile che il cibo venga imbottito di calmanti e sedativi, come già accaduto tante volte. Ci sono molti detenuti provenienti dalla Tunisia ( con cui l’Italia ha firmato da qualche settimana un accordo per velocizzare e aumentare i rimpatri) e le celle sono affollate. In questa situazione risulta superfluo parlare di assenza di dispositivi di prevenzione al contagio da covid.
Chiudere i CPR subito
Liberare tutt*