Archivi categoria: Antifascismo

GRAZIE

Tutti i partiti della sinistra ufficiale infatti non hanno voluto sostenere in nessun modo questo movimento, prendendo le distanze, in ogni occasione, da tutto ciò che rappresentava l’operato degli Arditi antifascisti”.

A. Staid, “Gli arditi del popolo”.

Di noi non potranno dirlo!

Il Gila, laboratorio arti grafiche del CSOA Gabrio, ringrazia tutt* i solidali che hanno visitato la mostra Antifa Art ed hanno acquistato le stampe benefit repressione antifascista nel campus di Torino (https://www.facebook.com/watch/?v=230097568404636). Il nostro grazie va a tutti gli artisti che hanno disegnato queste tavole per l’iniziativa. Loro reprimono, noi liberiamo. Sono ancora disponibili stampe per chi fosse interessato scrivere a: gilagabrio@gmail.com.

Emanuele Giacopetti
3Zeta
Federico Fabbri
Dott. PorkA’s
Stencil Noire
Lord Pezza
AlbHey Longo
Emma Centro Malessere tattoo
LzLv
Copy
Guerrilla Spam
Zoka
Andro Malis
Stefano Salvi
Frank Lucignolo
LE Vel
Federico Atez
Kri Na
C Ekos Mutom…

MUCHAS Gracias

BOMBING FOR EDDI

????Nei giorni scorsi i profili Instagram e Facebook sono stati inondati di messaggi di solidarietà in vista dell’udienza di appello contro la Sorveglianza Speciale, che si è svolta ieri mattina nelle aule del Tribunale di Torino.
‼️Oggi, 13 novembre, apprendiamo che i profili social di Eddi sono stati oscurati.‼️
????Stiamo cercando di avere informazioni specifiche sulle motivazioni della loro chiusura, confidando di poterli riaprire presto.
Vi terremo aggiornatx????
????Maria Edgarda Marcucci, Eddi, dallo scorso 17 marzo è sottoposta alla misura della Sorveglianza Speciale.
❗️La Sorveglianza Speciale è una misura di prevenzione, quindi non penale.
Limita la libertà delle persone per le quali è proposta* per decreto, senza che questi abbiano commesso alcun crimine, bensì sulla base di sospetti futuri. Viene applicata nel momento in cui una coorte riconosce nella persona proposta un individuo portatore di pericolosità sociale.

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Sul 24/10 – Un Sabato di ordinario Antifascismo

Ieri gli Antifascisti e le Antifasciste di Torino hanno difeso con la pratica, la memoria della Resistenza che più di settanta anni fa ha liberato la nostra città.
Un corteo che ha accolto persone di tutte le età determinate a ribadire che i fascisti in zona San Paolo , quartiere storicamente antifascista ed operaio , così come in tutti gli altri quartieri, non sono i benvenuti.

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CHIAMATA ANTIFASCISTA – MOBILITAZIONE CITTADINA

Sabato 24 ottobre ore 14,30

Via Caraglio angolo via Monginevro

Zona San Paolo Antirazzista

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "PRESIDIO ANTIFASCISTA SABATO 24 OTTOBRE VIA MONGINEVRO ANGOLO VIA CARAGLIO H14.30"

Dopo un anno dall’apertura della sede di Aliud in via Sestriere, questo gruppo studentesco sovranista-nazionalista di ispirazione fascista si riunisce con altre realtà identirarie italiane a Torino. Oltre i delegati delle varie realtà territoriali ci sarà anche Gabriele Marconi, ex-militante della formazione di estrema destra Terza Posizione. Queste giovanili di Fratelli d’Italia scelgono con impegno gli invitati tanto che lo scorso anno Roberto Rosso dopo aver inaugurato la sede è finito in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Aliud, attiva in università grazie al sodalizio con il Fuan, è stato protagonista della contestazione all’incontro su Fascismo-Colonialismo-Foibe, organizzato dall’Anpi e da altre realtà antifasciste lo scorso febbraio. In quell’occasione tant* student* si sono mobilitat* opponendosi alla presenza fascista in università. La polizia, che da sempre li protegge, ha risposto caricando i/le manifestant* e arrestando 3 antifascist* portati in tutta fretta al carcere delle Vallette. Mesi dopo, la repressione della questura ha colpito nuovamente costringendo 22 student* antifascist* a diverse misure cautelari.

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Black lives matter | 27 giugno 2020, ore 15

Da un mese sono esplose le proteste negli Stati Uniti in seguito all’ennesimo assassinio per mano poliziesca di un uomo afroamericano, George Floyd. “I can’t breathe” , sono state le parole pronunciate più volte da George prima di morire soffocato da un poliziotto, le stesse che disse Eric Garner nel 2014 a New York mentre un agente lo soffocava con il suo corpo, dopo averlo fermato per la vendita di sigarette di contrabbando. La morte di Garner, assieme a quella del diciottenne Michael Brown, ucciso durante un controllo in auto, e all’assoluzione del poliziotto che nel 2012 sparò al diciassettenne Trayvon Martin diedero vita al movimento Black Lives Matter, che oggi agita gli Stati Uniti, in rivolta contro il razzismo e per chiedere giustizia ed equità sociale.

Le lotte negli Stati Uniti sono cresciute grazie ad un grande accumulo di solidarietà e ottengono molte vittorie su campagne specfiche portate avanti a livello locale. L’eco delle proteste negli USA ha mobilitato e in alcuni casi infiammato moltissime piazze in giro per il mondo. In moltissimi e moltissime ci siamo riconosciut* in quel grido, perchè quotidianamente ci sentiamo soffocat* da questo sistema economico, politico e culturale.

Di questo sistema il razzismo è una pratica, un’operazione di violenza sistematica agita su più livelli, dall’uccisione di George Floyd all’esclusione sistematica della popolazione nera dai diritti, dal welfare, dal servizio sanitario, dal sistema di istruzione, dalle abitazioni dignitose, da certi tipi di lavoro. Non è difficile comprendere come le odierne proteste negli Stati Uniti siano una reazione alla violenza generalizzata subita da secoli e non si può pontificare, non senza apparire ridicoli, su quali siano le modalità più lecite di reazione alla violenza.

Anche da noi l’aria è pesante e la pandemia che sembra oggi in via di ridimensionamento ha evidentemente aumentato le disuguaglianze già profonde nella nostra società dove razzismo e sfruttamento sono elementi strutturali. Il grido di George Floyd e i movimenti sociali che hanno raccolto quel grido perchè non cadesse nel silenzio ci mostrano ancora una volta che auto-organizzazione e lotta sono gli unici strumenti per continuare a respirare.

La solidarietà è l’arma che abbiamo a disposizione e dobbiamo praticarla incrociando e sostenendo le lotte per scardinare razzismo e sfruttamento. Alle nostre frontiere, nel mar Mediterraneo si continua a morire annegati dalle mani dell’Europa, un olocausto taciuto di centinaia di migliaia di uomini e donne che muoiono nell’indifferenza. Nei campi migliaia di braccianti ricevono paghe da fame, costrett* a dormire in baracche di fortuna e la sanatoria di inizio estate del Governo sarà ancora una volta un provvedimento di emergenza e assolutamente insufficiente. Molte persone saranno costrette a continuare a vivere in  condizione di clandestinità: ricattabili all’estremo per lavorare, espellibili se finiscono tra gli ingranaggi infernali dei CPR (i Centri di Permanenza per i Rimpatri). In questi centri le condizioni di vita sono terribili e le proteste di chi è rinchius* praticamente continue, anche se circondate da indifferenza. L’accoglienza continua a essere argomento da campagna elettorale o affare su cui provare a lucrare, tutto ovviamente sulla vita delle persone. Razzismo, sessismo e fascismo godono di ampia legittimazione nel cosiddetto dibattito pubblico, che tra l’altro ha anche decisamente dimostrato (casomai ce ne fosse stato bisogno) come l’Italia abbia qualche ingombrante problema di rimozione del suo neanche troppo lontano passato coloniale.

Razzismo e sfruttamento sono la normalità di questo sistema alla quale non vogliamo tornare. Diciamolo chiaramente organizzandoci nelle lotte e diffondendo la solidarietà!

 

 

Ci vediamo sabato in piazza Castello!  

Non siamo mica gli americani, noi sì che possiamo sparare agli africani.

Il razzismo in Italia ha profonde radici storiche nel colonialismo mai affrontate pubblicamente.
 
1882: inizia l’occupazione dell’Eritrea conclusa nel 1885. Nel 1947 l’Eritrea diventa uno stato indipedente, ma nessun governo italiano ha mai chiesto il perdono al popolo eritreo per i 60 anni di occupazione e dominazione.
1889: inizia l’occupazione della Somalia conclusa nel 1908. Nel 1960 la Somalia diventa indipendente, ma gl’italiani impediscono le elezioni a suffragio universale, obbligando ad un voto su base tribale dando così origine alle guerre intestine che tutt’ora proseguono. Nessuno governo italiano ha mai chiesto il perdono del popolo somalo per i 70 anni di occupazione e dominazione.
1911: aggresione e occupazione della Libia, che si concluse tra il 1923/1925 quando il generale Graziani guidò con spietata ferocia una lunga campagna di distruzione della resistenza libica compiendo massacri e deportazioni per cui si guadagnò il soprannome di “macellaio del Fezzan”.L’Italia fascista creò un campo di prigionia e sterminio dei libici in Puglia nelle isole Tremiti. La Libia diventa indipendente nel 1947 e mai nessun governo italiano ha mai chiesto il perdono del popolo libico per le atrocità commesse.

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