Il 14 e 15 gennaio si è svolta a Torino una due giorni come primo momento atto a definire un terreno concreto e degli obiettivi praticabili per una autocostituente rete di sportelli e collettivi che ponga il radicamento nel territorio e il cambiamento reale della qualità della vita delle persone che incontra come obiettivo. La precarietà come condizione esistenziale, strutturale e generalizzata è stata la parola d’ordine della due giorni.
Venerdì 14 gennaio il primo incontro a Palazzo Nuovo sulla filosofia del libro bianco di Sacconi con Nicola Casale, Andrea Fumagalli e un contributo del gruppo Me-DeA. Ascolta gli audio:
La vergogna li ha tenuti lontani da via Capriolo 53. Dopo più di dieci ore Peppe è riuscito a difendere la propria abitazione e la propria dignità. [continua]
“La precarietà come condizione di vita diffusa, la crisi economica e sociale come momento di rottura dello schema globale. Il vuoto della rappresentanza e la percezione concreta di un’assenza di futuro come prospettiva, come vicolo cieco in cui un’intera generazione e se vogliamo un intero tempo sembrano costretti.
Alcuni gruppi di precar@ si organizzano per costruire nuove istituzioni dal basso, praticando forme di resistenza condivise con lo scopo di ricostruire spazi comuni di dissenso per mettere in moto meccanismi di trasformazione dell’esistente per dare risposte concrete ai propri bisogni e a quelli dei propri simili.” [continua]
Con tanto di manifesti pubblicitari il Comune di Torino è orgoglioso di (S)vendere all’asta una parte del patrimonio immobiliare pubblico, quello che ancora non ha venduto o subappaltato alle mafie del privato sociale o delle fondazioni e S.P.A.
Oggi, mercoledì 22 dicembre 2010, l’asta pubblica ha bandito una serie di terreni e di stabili per lo più inutilizzati con basi d’asta ridicole che hanno lo scopo di agevolare gli speculatori edilizi.
Questo ci pare inaccettabile soprattutto in una città come Torino, resa dalla crisi seconda città in Italia per numero di sfratti, più di 3000 solo l’anno passato. Evidentemente le istituzioni ritengono sia più utile svendere stabili ristrutturati e funzionanti, piuttosto che utilizzarli come risposta immediata per l’emergenza abitativa. Sarebbe una risposta molto più economica degli alberghi che il Comune paga per tenere temporaneamente le persone in attesa di una casa popolare. Soldi pubblici sprecati e regalati a gestori di alberghi “amici” che non si preoccupano di rendere dignitose le camere, dove rimangono persone dimenticate lì anche per due-tre anni. continua
Il 14 dicembre sarà una giornata storica. A Roma, in Parlamento, si deciderà delle sorti del governo Berlusconi. Da 15 anni, quasi ininterrottamente, il paese è governato da una destra fascista e razzista. Forza Italia, PDL e Lega Nord si sono spartiti le risorse che noi quotidianamente contribuivamo a creare, così mentre il nostro tempo passava all’interno dei luoghi di lavoro, nella quotidiana lotta per arrivare alla fine del mese, le loro tasche si riempivano del nostro denaro. Martedì 14 dicembre decine di migliaia di precari, studenti, docenti, ricercatori e lavoratori della conoscenza raggiungeranno da tutta l’Italia la capitale, per gridare con forza la loro contrarietà al Ddl Gelmini, che di fatto elimina il diritto all’accesso ad una istruzione pubblica. Il movimento del mondo dell’università e della scuola, però non si limiterà a sostenere le sue rivendicazioni specifiche. Infatti le decine di migliaia di persone che assedieranno il Parlamento cercheranno di dare la spallata finale a questo governo senza idee e incapace di proporre soluzioni concrete alla crisi economica e sociale. Sarà un assedio vero determinato e sincero per affermare che tutta la classe politica che siede in Parlamento è inadeguata, in malafede e pensa solo a se stessa.
Una storia sentita molte, troppe volte nell’ultimo anno: una famiglia colpita dalla crisi, cassaintegrazione o licenziamento e l’impossibilità di pagare l’affitto. Le notifiche iniziano ad arrivare dal tribunale, il primo contatto con l’ufficiale giudiziario, l’emergenza abitativa negata a soli due giorni dallo sfratto, il completo disinteresse da parte delle istituzioni e oggi l’arrivo della proprietà che senza nessuno scrupolo avrebbe voluto sbattere per strada una famiglia con due minori e un ragazzo di diciannove anni. [Leggi]
Ieri sera, nella città di Alessandria, si è tenuta la seconda tappa della settimana di mobilitazione per il diritto all’abitare, lanciata dalla Rete Sociale per la Casa.Dopo il decimo tentativo di sfratto delle case occupate di via Viora nella mattina di Venerdi 24 Settembre, impedito dalla presenza di 50 persone fra attivisti e famiglie della rete e prorogato al 30 Novembre, ieri è stata la volta di una grande fiaccolata.Oltre quattrocento persone, donne, uomini, anziani e bambini hanno partecipato alla manifestazione partita intorno alle ore 21 dalla palazzina di via Carlo Alberto 14, dove nella mattinata di Giovedi sono previsti quindici sfratti esecutivi. “Non giocate col fuoco, diritto alla casa per tutti” era scritto sullo striscione di apertura della fiaccolata che ha visto una forte presenza di donne e uomini migranti. [continua…]
Da un compagno che ha lottato assieme allo Sportello diritto alla
casa – Zona San Paolo ottenendo un rinvio dello sfratto di via Capriolo a
Torino:
“E’ stata durissima stamattina. Alla fine rinvio
fino al 28 settembre, ma con molta fatica e arte persuasiva… insomma, è
stata dura ma siamo stati bravi. Ciao”
La situazione degli
sfratti è sempre più allarmante, ormai lo sportello per il diritto alla
casa affronta e resiste a più di uno sfratto a settimana, nella completa
inedia dell’amministrazione pubblica.
Erano passate esattamente due settimane dal 17 Giugno scorso, ovvero dal giorno in cui la“Rete per il Diritto alla Casa” aveva impedito l’ennesimo sfratto esecutivo perZara e la sua famiglia in via Isonzo 48, a Torino, e ieri, 1° Luglio, così comeci eravamo lasciati ci siamo ritrovati.
I nostri corpi davanti al civico n° 48, la nostrasolidarietà e vicinanza a chi si riscopriva con lo spettro di ritrovarsi senzaun tetto sulla testa dopo anni di sacrifici e difficoltà. Più volte abbiamoscritto della storia di Zara e de* suoi figl* su queste pagine: dieci anni dilavoro da badante, di affitto pagato regolarmente. Poi i primi problemi disalute, il lavoro che viene a mancare e lo sfratto per morosità non colpevole chearriva come un macigno.