Il prezzo dell’abitare Il ricatto sulla casa

Cosa succede quando i bisogni essenziali di ognunə si trasformano in strumenti di profitto?

Sto cercando casa, ma non trovo niente con un affitto alla mia portata”

Ad una mia amica non hanno rinnovato il contratto d’affitto perché la casa dove abita diventerà un bed & breakfast”

“Con il prossimo rinnovo mi verrà aumentato l’affitto”

“Dovrò cercare casa in un altra zona perché in questa gli affitti sono diventati insostenibili

Sempre più spesso ci capita di sentir dire frasi come queste e sembra non esista persona o famiglia intorno a noi che non si trovi a dover gestire questo tipo di problemi.

Non è un semplice fatto personale, né un momento passeggero, ma una tendenza confortata da dati inequivocabili.

In Italia 2 milioni e 500 mila famiglie (9,9% del totale) hanno una quota di spese per l’abitazione uguale o superiore al 40% del proprio reddito e circa la metà delle famiglie che vive in affitto è in condizione di povertà assoluta.

A Torino i numeri confermano la realtà quotidiana di molti. Gli affitti in pochi anni sono aumentati in media del 20%, e in alcuni casi si arriva addirittura ad un aumento del 30%.

È un’escalation che sta soffocando molte persone, mentre l’inflazione cresce e i proprietari degli immobili trasferiscono il peso di questa situazione interamente sulle spalle degli inquilini già gravate dal caro vita.

Non si tratta soltanto di un aumento dei canoni di locazione, ma anche delle spese condominiali che si sommano alle bollette dell’energia elettrica, dell’acqua e del gas, soprattutto per chi vive in appartamenti con riscaldamento centralizzato.

Se da una parte i redditi vengono progressivamente erosi a causa dei salari bassi (nel nostro Paese, unico caso in Europa, le retribuzioni sono addirittura scese rispetto agli anni ’90), di un’economia di guerra, in cui si è sempre pronti a finanziare l’invio di armi anziché un welfare ormai ridotto ad un colabrodo, e di condizioni lavorative sempre più precarie; dall’altra i costi dell’abitare hanno visto negli ultimi anni un aumento costante ed apparentemente inarrestabile.

Questo stato di cose ha creato un progressivo assottigliamento della capacità di spesa di chi un lavoro ce l’ha, oltre ad essere un colpo mortale per chi vive in condizioni lavorative altamente precarie, di disoccupazione e di fragilità sociale; lasciando, priva di tutele, una larga fascia di popolazione che viene data in pasto ad un mercato della casa sempre più feroce ed inaccessibile.

Ad essere colpite con maggiore forza sono le persone migranti o razzializzate che sono discriminate all’accesso alla casa da richieste di garanzie sempre più elevate, prezzi inaccessibili e che spesso sono costrette a ad accettare situazioni abitative precarie, fatiscenti e non regolari.

Sempre di più, alcune componenti sociali come famiglie con limitate possibilità economiche, studenti fuori sede e persone immigrate vengono messe in competizione tra di loro, in una dinamica di mercato che le sfrutta avvantaggiando i palazzinari senza scrupoli e gli speculatori dell’edilizia.

In questo scenario la questione della casa diventa terreno di scontro sociale, di sfruttamento e di precarizzazione quando invece andrebbe riconosciuta per quello che realmente è: un diritto costituzionale e fondamentale a cui tuttə dovrebbero poter accedere.

Oggi più di ieri, le istituzioni, che dovrebbero mediare fra le parti e garantire coloro che vivono in condizioni di fragilità, continuano invece ad agire con ambiguità, affrontando la crisi abitativa con soluzioni sempre più inadeguate. Allo stesso tempo, continuano a concedere supporto e strutture a coloro che traggono profitto da questa situazione. Utilizzano strumenti come la macchina degli sfratti e mettono in atto piani di riqualificazione che di fatto mirano ad espellere progressivamente gli strati sociali ed economici più bassi.

Questa esclusione è così efficace, incontrollata e feroce che sta progressivamente coinvolgendo anche fasce di popolazione un tempo considerate al sicuro.

É di fondamentale importanza comprendere che la questione abitativa deve riguardare tuttə, perché tuttə ci troviamo ad essere colpitə dall’aumento dei prezzi che sosteniamo per la casa.

La casa non può essere un investimento, una speculazione, che arricchisce pochi sfruttando e schiacciando i molti. La casa o è un diritto per tuttə o non è.

Vogliamo misure che tutelino il diritto ad affitti adeguati al reddito!

Vogliamo un tetto al prezzo degli affitti ed uno stop alle speculazioni incontrollate dei palazzinari!

Vogliamo maggiori tutele e sostegni per i nuclei familiari e le persone in stato di fragilità sociale!

 

Prendocasa Torino

CSOA Gabrio

Manituana

Potere al Popolo Torino