➡️ Il Tav è un’opera inutile, dispendiosa ed ecocida che serve solo alle lobbies del cemento e del tondino. Crediamo che quei soldi vadano spesi in altro: scuole, reddito, sanità, messa in sicurezza dei territori, tutela dell’ambiente.
???? L’autoporto di San Didero dovrebbe sorgere in una delle poche aree boschive di pianura della bassa valle, un polmone verde per tutto il territorio
☣️ I terreni su cui dovrebbe sorgere l’autoporto sono fortemente inquinati di pcb e diossine, sostanze chimiche tossiche molto dannose per la salute. Movimentare quella terra vorrebbe dire immettere nuovamente questi composti nell’aria con le ovvie conseguenze per la salute di chi abita in quei dintorni. Inoltre nell’area sono stati a più riprese rinvenuti rifiuti tossici.
⚙️ Un autoporto in valle esiste già. E’ quello di Susa che dovrebbe essere spostato per fare spazio alla stazione internazionale del TAV (altra cattedrale nel deserto) e probabilmente un deposito di smarino degli scavi di risulta del cantiere di Chiomonte. Nonostante le promesse che negli anni Telt ha elargito ci troveremo dunque invasi dal traffico di camion e dalle polveri di smarino sia in alta che in bassa valle, anche qui con ovvie conseguenze sulla salute.
???? Come sopra, lo spostamento dell’autoporto significherebbe il continuo traffico di camion in un’area abitata che già negli anni si è dovuta confrontare con gli effetti di produzioni inquinanti e nocive.
???? Solo per recintare l’area del cantiere di San Didero e per gli appalti di sicurezza si prevede che saranno spesi 5 milioni di €. Secondo voi è una spesa sensata?
Dopo una notte di lotta per rispondere allo sgombero poliziesco, condito da lacrimogeni lanciati ad altezza d’uomo, siamo in presidio davanti all’autoporto di San Didero. La polizia ha bloccato la statale in assetto antisommossa, ma la lotta NoTav resiste.
Chi può ci raggiunga ????
C’eravamo tutti e tutte, sappiamo bene com’è andata, sappiamo bene che non poteva essere accettato l’ingresso dello spezzone sociale nella stessa piazza dove sindacati e politicanti in campagna elettorale si affrettavano a blaterare frasi vuote per nascondere le istanze portate da migliaia di lavorat* e NoTav.
Nonostante le cinghiate del “servizio d’ordine” del PD e le cariche arbitrarie della polizia, siamo arrivat* in piazza e sul palco per ribadire il NO ad un’opera inutile e dannosa per il territorio e per la salute de* lavorat* e di chi l’abita.
Ricordiamo bene come la polizia, di fronte alle cinghiate del PD, si sia schierata e abbia difeso a manganellate questi metodi fascisti, colpendo forte e a caso come sempre.
Ci ricordiamo la cieca rabbia sfogata sul furgone che riparava militant* e bambin dai loro colpi sordi.
DOPO LO SCIOPERO DI SETTIMANA SCORSA LA COOPERATIVA ACCETTA DI INCONTRARCI, SAPPIAMO BENE CHE E’ SOLO L’INIZIO DI UNA LUNGA TRATTATIVA: SOLIDARIETA’ CON LE LAVORATRICI! Ci troviamo sotto la sede dell’incontro per ricordare loro che le lavoratrici non sono sole e non dimentichiamo le scenette fatte durante lo sciopero dai responsabili e capi.
QUI SOTTO il comunicato stampa di settimana scorsa:
Andrea ci ha lasciate per un dolore incurabile che non potrà mai cancellare l’amore che ha dato al centro sociale Gabrio.
Per tanti anni ha vissuto in via Revello ed è stato un volto conosciuto in tutta Italia per la sua lotta antiproibizionista, scelta fatta per storia personale e che lo portò ad avvicinarsi al movimento passando proprio dal Gabrio.
Non ha senso per noi fare un elenco dei suoi numerosi impegni sociali e politici perchè oggi vogliamo solo stringerci intorno a Elena, il piccolo Olgher e tutta la famiglia di Andrea per ricordarlo e perché chi lotta non muore mai!
Unit* da una canzone, unit* nella lotta, balliamo per rivendicare spazi sicuri, strade senza stupri, case senza aggressioni, città che possiamo attraversare liber*.
Balliamo per noi, per quell* che non possono più ballare e per quell* che dopo di noi balleranno.
Anche quest’anno l’8 marzo, in tutto il mondo, sarà sciopero femminista e transfemminista per protestare contro tutte le forme di violenza di genere: dalla disparità salariale, alle difficoltà imposte alla libertà riproduttiva, a sessismo, omofobia e razzismo. Viviamo in un paese dove, ancora oggi, la maggior parte dei ginecologi sono obbiettori di coscienza e dove i femminicidi, da inizio 2021, sono già 13; non contando gli abusi e le molestie così come le violenze che spesso vengono taciute.
Come centro sociale Csoa Gabrio, durante il corso degli anni, abbiamo attivato diversi percorsi che attraversano il tema della violenza e del sessismo riflettendo, soprattutto nell’ultimo anno, sulle conseguenze che la pandemia ha avuto sulle donne che risultano le più contagiate dal virus e quelle che hanno perso più spesso il posto di lavoro. Ma non è solo questo. Molte di noi si sono trovate intrappolate in situazioni domestiche dalle quali non avevano più via d’uscita, costrette in una quotidianità imposta con i propri aguzzini.