A Saluzzo la stagione è quasi finita. Rimangono da raccogliere ancora le ultime mele invernali. I lavoratori, così come sono arrivati, se ne sono andati. Da dove fossero venuti, dove siano stati in questi mesi e dove siano andati ora rimane un mistero. Mirtilli, pesche, mele e kiwi sono arrivate dai campi agli scaffali dei supermercati senza alcuna differenza di prezzo rispetto agli anni precedenti, e questo è quanto basta sapere. Proviamo qui invece a dare risposta ad alcune domande, per scoprire chi e come, nonostante una pandemia, abbia raccolto la frutta.
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Condividiamo alcune recenti informazioni sulle condizioni dei detenuti nel CPR di C.so Brunelleschi, Torino
I detenuti denunciano l’assenza di cure mediche anche per chi presenta evidenti lesioni, traumi e malori. Ci sono persone in sciopero della fame da giorni. Per protesta altri detenuti si sono aggiunti allo sciopero della fame. Il cibo è terribile e spesso dopo averlo mangiato si sentono stanchi e quasi sedati. È quindi probabile che il cibo venga imbottito di calmanti e sedativi, come già accaduto tante volte. Ci sono molti detenuti provenienti dalla Tunisia ( con cui l’Italia ha firmato da qualche settimana un accordo per velocizzare e aumentare i rimpatri) e le celle sono affollate. In questa situazione risulta superfluo parlare di assenza di dispositivi di prevenzione al contagio da covid.
Chiudere i CPR subito
Liberare tutt*
Decreti sicurezza e immigrazione: CANCELLARLI SUBITO
Giovedi 5 Novembre
in diretta Facebook
Il 5 ottobre 2020 sono state approvate dal consiglio dei ministri le modifiche ai Decreti Sicurezza in materia di immigrazione.
Come viene modificata la detenzione amministrativa?
Cosa cambia rispetto l’accoglienza?
Quali sono gli interventi riguardo i salvataggi ndei migranti in mare?
Vengono rispristinati gli SPRAR?
Incontro con gli avvocati Marco Melano e Laura Martinelli per approfondire e discutere il contenuto del nuovo decreto.
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IL LUPO VESTITO DA AGNELLO
L’ipocrisia delle modifiche al Decreto Sicurezza in un’Europa che si fa sempre più fortezza
In questi giorni, quotidiani e telegiornali hanno aperto con alcuni titoloni sull'”abolizione” dell’odioso Decreto Salvini. I leader del centro sinistra si sono lanciati in annunci trionfali, intonando inni al ritorno ad un Italia più accogliente ed umana.
L’ipocirsia o l’ingenuità di chi canta vittoria davanti a così tanta pochezza, fingendo di non essere a conoscenza della linea sempre più dura e disumana che adoterrà l’Unione Europea in tema di gestione dei flussi migratori e di controllo dei confini non ci sorprende e manifesta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto le decisioni istituzionali in materia di migrazioni siano inscindibili da un razzismo dilagante sempre più discriminatorio.
PRESIDIO SOLIDALE SOTTO LE MURA DEL CPR E CONSEGNA PACCHI DI CIBO E BEVANDE AI RECLUSI
_SABATO 17 OTTOBRE_
PRESIDIO SOLIDALE SOTTO LE MURA DEL CPR E CONSEGNA PACCHI DI CIBO E BEVANDE AI RECLUSI
Ritrovo H 15 in Corso Brunelleschi angolo Via Monginevro
Nelle strutture detentive non esiste l’emergenza sanitaria, in questi mesi tante sono state le rivolte, in carceri e #CPR, contro le condizioni infami che i reclusi devono vivere quotidianamente e contro delle istituzioni totali che non hanno senso di esistere. Nei CPR il coronavirus non esiste, non esistono distanza di sicurezza, nè forme di prevenzione, nè quarantene, nè tamponi. Il CPR resta un luogo di sospensioni dei diritti, dove violenze di varie forme sono agite quotidianamente dalla sorveglianza poliziesca e dai gestori di questi lager chiamati centri di permanenza per il rimpatrio. Oggi più che mai è fondamentale portare solidarietà ai detenuti per supportare le loro lotte determinate!
MAI PIU’ CPR MAI PIU’ LAGER
????8/7/19 – 8/7/20???? | No Justice, No Peace
SANATORIA 2020 – formazione/incontro a cura degli avvocati della rete ISP
GIOVEDÌ 2 LUGLIO SANATORIA 2020 – FORMAZIONE PUBBLICA
Incontro informativo libero e gratuito, dedicato a migranti e non solo , a cura degli avvocati della rete ISP (Info Sanatoria Piemonte)
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Black lives matter | 27 giugno 2020, ore 15
Da un mese sono esplose le proteste negli Stati Uniti in seguito all’ennesimo assassinio per mano poliziesca di un uomo afroamericano, George Floyd. “I can’t breathe” , sono state le parole pronunciate più volte da George prima di morire soffocato da un poliziotto, le stesse che disse Eric Garner nel 2014 a New York mentre un agente lo soffocava con il suo corpo, dopo averlo fermato per la vendita di sigarette di contrabbando. La morte di Garner, assieme a quella del diciottenne Michael Brown, ucciso durante un controllo in auto, e all’assoluzione del poliziotto che nel 2012 sparò al diciassettenne Trayvon Martin diedero vita al movimento Black Lives Matter, che oggi agita gli Stati Uniti, in rivolta contro il razzismo e per chiedere giustizia ed equità sociale.
Le lotte negli Stati Uniti sono cresciute grazie ad un grande accumulo di solidarietà e ottengono molte vittorie su campagne specfiche portate avanti a livello locale. L’eco delle proteste negli USA ha mobilitato e in alcuni casi infiammato moltissime piazze in giro per il mondo. In moltissimi e moltissime ci siamo riconosciut* in quel grido, perchè quotidianamente ci sentiamo soffocat* da questo sistema economico, politico e culturale.
Di questo sistema il razzismo è una pratica, un’operazione di violenza sistematica agita su più livelli, dall’uccisione di George Floyd all’esclusione sistematica della popolazione nera dai diritti, dal welfare, dal servizio sanitario, dal sistema di istruzione, dalle abitazioni dignitose, da certi tipi di lavoro. Non è difficile comprendere come le odierne proteste negli Stati Uniti siano una reazione alla violenza generalizzata subita da secoli e non si può pontificare, non senza apparire ridicoli, su quali siano le modalità più lecite di reazione alla violenza.
Anche da noi l’aria è pesante e la pandemia che sembra oggi in via di ridimensionamento ha evidentemente aumentato le disuguaglianze già profonde nella nostra società dove razzismo e sfruttamento sono elementi strutturali. Il grido di George Floyd e i movimenti sociali che hanno raccolto quel grido perchè non cadesse nel silenzio ci mostrano ancora una volta che auto-organizzazione e lotta sono gli unici strumenti per continuare a respirare.
La solidarietà è l’arma che abbiamo a disposizione e dobbiamo praticarla incrociando e sostenendo le lotte per scardinare razzismo e sfruttamento. Alle nostre frontiere, nel mar Mediterraneo si continua a morire annegati dalle mani dell’Europa, un olocausto taciuto di centinaia di migliaia di uomini e donne che muoiono nell’indifferenza. Nei campi migliaia di braccianti ricevono paghe da fame, costrett* a dormire in baracche di fortuna e la sanatoria di inizio estate del Governo sarà ancora una volta un provvedimento di emergenza e assolutamente insufficiente. Molte persone saranno costrette a continuare a vivere in condizione di clandestinità: ricattabili all’estremo per lavorare, espellibili se finiscono tra gli ingranaggi infernali dei CPR (i Centri di Permanenza per i Rimpatri). In questi centri le condizioni di vita sono terribili e le proteste di chi è rinchius* praticamente continue, anche se circondate da indifferenza. L’accoglienza continua a essere argomento da campagna elettorale o affare su cui provare a lucrare, tutto ovviamente sulla vita delle persone. Razzismo, sessismo e fascismo godono di ampia legittimazione nel cosiddetto dibattito pubblico, che tra l’altro ha anche decisamente dimostrato (casomai ce ne fosse stato bisogno) come l’Italia abbia qualche ingombrante problema di rimozione del suo neanche troppo lontano passato coloniale.
Razzismo e sfruttamento sono la normalità di questo sistema alla quale non vogliamo tornare. Diciamolo chiaramente organizzandoci nelle lotte e diffondendo la solidarietà!
Ci vediamo sabato in piazza Castello!
25 Aprile di lotta #PartigianeOvunque
????????25 APRILE DI LOTTA CONTRO FASCISMO, RAZZISMO E SESSISMO
Il 25 Aprile ricordiamo la lotta delle Partigiane e dei Partigiani per rendere reale il mondo libero che immaginavano per sé e per il futuro, le conquiste antifasciste di allora ma anche le tante lotte che oggi non smettono di sognare un mondo diverso, in cui conquistare e riconquistare spazi di libertà.
Non è un rito di commemorazione privata, non è una sfilata di buoni principi, è una pratica che ci unisce e rinnova il cammino di liberazione che percorriamo ogni giorno.
VAI ALLA PAGINA -> SEGUI IL FLUSSO RESISTENTE
CHIUDERE TUTTI I CPR, CHIUDERLI SUBITO!
In un contesto di sempre maggiore stretta delle misure di contenimento
dell’epidemia da Coronavirus, centinaia di persone rimangono recluse nei
CPR a tempo indeterminato senza alcuna tutela per la propria salute.
I DPCM che si sono succeduti in questi ultimi giorni e le misure prese
da diversi paesi in tutto il mondo, con il blocco dei voli per e
dall’Italia, hanno comportato la graduale chiusura delle frontiere ma
non per quanto riguarda i rimpatri. Infatti, il 9 marzo 2020 è stata
inviata a tutti i questori una circolare in cui si esplicita che
“dovranno essere assicurate le attività relative all’espulsione
degli/lle stranieri/e irregolari”, come già anticipato nel decreto n.11
art.2 dell’8 marzo 2020 in cui tra le eccezioni del rinvio delle udienze
rientrano “i procedimenti di convalida dell’espulsione, allontanamento e
trattenimento di cittadini di paesi terzi”.
La macchina della detenzione e del disciplinamento va avanti anche per
quanto riguarda le retate che proseguono senza sosta e portano nuovi/e
trattenuti/e all’interno dei CPR.
A fronte di un’emergenza sanitaria di tale portata, risulta più che mai
evidente la violenza strutturale ed organizzativa dei centri di
permanenza per il rimpatrio (CPR).
Le condizioni sanitarie pessime, le scarse possibilità di accedere alle
cure mediche, il sovraffollamento e l’ingresso giornaliero di
poliziotti, civili e nuovi/e trattenuti/e,rendono di fattoimpossibile la
messa in atto delle norme sanitarie imposte dall’ultimo DPCM all’interno
di queste strutture.
Le poche e confuse norme che regolano il CPR, non prevedono aree
utilizzabili al ricovero e all’isolamento sanitario.
Cosa succederebbe se si dovessero registrare casi di persone positive al
Covid-19 all’interno del CPR?
Se già in condizioni di non-emergenza è inaccettabile la detenzione
forzata di persone a cui non viene riconosciuta la libertà di esistere –
al di là della concessione di inserimento in categorie produttive
(lavoro o studio) e riproduttive (ricongiungimenti familiari) utili e
riconosciute dalla società – ancora di più l’attuale situazione di
emergenza rende maggiormente evidente il razzismo istituzionale che ha
già deciso chi è sacrificabile!
L’unica soluzione applicabile è la chiusura definitiva di ogni centro di
permanenza per il rimpatrio e la liberazione di tutte e tutti.