La scuola italiana sta attraversando un periodo di crisi mai affrontato prima. Sarebbe un errore parlare di crisi del sistema scolastico solo in termini organizzativi. Certamente i tagli all’edilizia scolastica e ai servizi offerti hanno reso sempre più fragile questo settore. Non possiamo però perdere di vista che i cambiamenti a livello pedagogico richiesti dal ministero e tacitamente approvati da chi gestisce gli istituti scolastici stanno compromettendo il lavoro di moltissimi lavoratori e lavoratrici della scuola e l’apprendimento delle studentesse/i.
A Saluzzo la stagione è quasi finita. Rimangono da raccogliere ancora le ultime mele invernali. I lavoratori, così come sono arrivati, se ne sono andati. Da dove fossero venuti, dove siano stati in questi mesi e dove siano andati ora rimane un mistero. Mirtilli, pesche, mele e kiwi sono arrivate dai campi agli scaffali dei supermercati senza alcuna differenza di prezzo rispetto agli anni precedenti, e questo è quanto basta sapere. Proviamo qui invece a dare risposta ad alcune domande, per scoprire chi e come, nonostante una pandemia, abbia raccolto la frutta.
Cosa è successo ai lavoratori stagionali che erano a Saluzzo durante l’estate?
Come si sta evolvendo la situazione nei distretti agroindustriali del mezzogiorno?
Come la crisi sanitaria sta impattando sulle condizioni di vita di chi già viveva nella segregazione?
Siamo in piazza Castello per ribadire che nessuno deve rimanere indietro a causa della pandemia. Per rivendicare reddito, salute e istruzione per tutti e tutte.
Nonostante l’impressionante dispositivo messo in campo dalla questura, manifestare rimane un diritto.
Se possiamo lavorare possiamo anche manifestare.
Di seguito il nostro comunicato sulla giornata di oggi.