Torneremo e ritorneremo ancora

“ieri, davanti all’ Esselunga di porta nuova, eravamo in migliaia a protestare contro le morti sul lavoro”.

Questo dovrebbe essere l’incipit del nostro comunicato, stando alla Militarizzazione messa in campo dalla questura.

L’improbabile quantità di antisommossa, Digos e polizia in borghese di vario genere, messi a difesa dell’Esselunga sono un sintomo palese dei tempi da “stato di polizia” che vive Torino.

Provare ad impedire ad un sindacato di portare le proprie rivendicazioni sul CCNL del commercio ai lavoratori e alle lavoratrici della GDO, è una provocazione fascista.

Provare ad impedire a cittadinə e comitati di mettere a conoscenza i clienti di Esselunga delle politiche vergognose portate avanti dall’azienda è altrettanto fascista.

Contrastare e criminalizzare un presidio sulle morti di lavoro,in un paese in cui la strage di noi lavoratori e lavoratrici è una parabola in aumento, è un atto politico importante della questura torinese.

Questo muscolare schieramento però non ci ha spaventato, né impedito di volantinare, ribadire il nostro odio verso i padroni, verso aziende che ci sfruttano e ci lasciano morire senza farsi alcuno scrupolo.

L’insostenibile arroganza di un’azienda che depreda gli spazi pubblici delle nostre città, che è disposta a cementificare un parco in terra piena pur di costruire l’ennesimo punto vendita, ha trovato di fronte a sé la determinazione di abitanti e sindacati di questa città.

Chiudiamo ripetendo quanto rivedicato al megafono: vogliamo che il comune blocchi ogni progetto di Esselunga presente in città e pretendiamo che l’amministrazione rientri in possesso delle aree pubbliche cedute alla catena, tramite accordi o in maniera coercitiva.

BASTA MORTI SUL LAVORO, BOICOTTIAMO ESSELUNGA.

Torneremo a presentarti il conto esselunga.