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Sab 12 Novembre 2011: Inna Dancing Mood part 2 – The queen of Ska Doreen Shaffer (Jamaica) + The Moon Invaders (Belgio)

Sabato 12 Novembre 2011:

C.S.O.A. Gabrio proudly presents:

DOREEN SHAFFER (la voce degli Skatalites direttamente dalla Jamaica)
+
THE MOON INVADERS (The fabulous rocksteady and ska Band from Belgio)

Prima e dopo il concerto DJ SET by:

YOUTHMAN SELECTOR (International Roots Movement)
KUMINA BEAT (from Radio Blackout)
SKA REVOLUTION (from Radio Blackout)
BLUTO SELECTER (Gabrio Tribe)

Start ore 23
C.S.O.A. Gabrio – Via Revello 3 – Torino
ZONA SAN PAOLO ANTIRAZZISTA Continua la lettura di Sab 12 Novembre 2011: Inna Dancing Mood part 2 – The queen of Ska Doreen Shaffer (Jamaica) + The Moon Invaders (Belgio)

Ven 11 Novembre 2011: Cena Siciliana + Inna Dancing Mood part 1 – Lampadread (outta One Love Hi Powa) + Gigawave + Shanti + Alfredo Rudefellas

 VENERDI 11 NOVEMBRE 2011:

ORE 21.00 – CSOA GABRIO (VIA REVELLO, 3)
CENA PRODOTTI E SAPORI DALLA SICILIA  A CURA DELLA COOP ECO CULTURE- POLIZZI GENEROSA-MADONIE (PA)
PIATTO PRINCIPE DEL MENU’ SARANNO I TAGGHIARINI CHI FASOLI SICCHI  CON I FAMOSI “FASULI A BADDA” PRESIDIO SLOW FOOD

Nel periodo fra il 9 ed il 13 novembre una delegazione di 4 elementi della cooperativa “Eco culture” di Polizzi Generosa (Madonie-Palermo) sarà presente in Valle di Susa  ed a Torino per incontrare reti, cooperative ed associazioni con le quali creare nuove collaborazioni e scambiare buone prassi. ECO Culture e Viaggi è una cooperativa di produzione e lavoro, con sede a Polizzi Generosa, nel Parco delle Madonie, impegnata in attività legate alla terra, alla promozione dello sviluppo locale, alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del territorio, al rispetto dell’ambiente, alla diffusione di una cultura dell’antimafia sociale ed alla affermazione della universalità dei diritti. Nel loro sito internet è possibile trovare anche tutte le informazioni sulle loro attività: www.ecoculture.it
Eco culture vorrebbe promuovere i suoi prodotti della terra, i viaggi solidali in Sicilia e le attività di educazione ambientale ed alla legalità.  La cooperativa è composta da giovani siciliani che hanno coraggiosamente scelto di non fuggire dalla loro terra e di credere che la cultura (materiale ed immateriale) e l’agricoltura debbano tornare essere fonte di reddito e di lavoro.

Ore 23:

Csoa Gabrio
presenta
—> LAMPA DREAD <—
(from ONE LOVE HI POWA) Continua la lettura di Ven 11 Novembre 2011: Cena Siciliana + Inna Dancing Mood part 1 – Lampadread (outta One Love Hi Powa) + Gigawave + Shanti + Alfredo Rudefellas

Ven 4 Novembre: Assemblea pubblica sul diritto all’abitare (ore 21 – Via Moretta 55bis)

3.500 SFRATTI A TORINO LO SCORSO ANNO, CASA ATC E DI PRIVATI SFITTE DA ANNI, POLITICHE COMUNALI INSUFFICIENTI E COSTOSE.

RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALLA CASA!!!

ASSEMBLEA CITTADINA
VENERDI’ 4 NOVEMBRE, ALLE ORE 21
Via moretta n. 55 bis

Lo Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo nasce dall’esigenza di dare delle risposte concrete al disagio abitativo che troppe famiglie e singoli vivono oggi nella nostra città. Dopo due anni di innumerevoli resistenze agli sfratti, dopo l’occupazione di due stabili vuoti da anni, lo Sportello, gli occupanti e le famiglie sotto sfratto che da anni seguono il percorso di lotta, resistenza e riappropriazione, sentono l’esigenza di confrontarsi con le altre realtà cittadine che si occupano del problema casa. L’imbarazzante silenzio istituzionale Continua la lettura di Ven 4 Novembre: Assemblea pubblica sul diritto all’abitare (ore 21 – Via Moretta 55bis)

Sab 29 Ottobre 2011: Ore 21 Cena Benefit “Mercatino zona Bandita” / Ore 23 Ministry of Dub #10 – Ras Muffet + Idren Natural

SABATO 29 OTTOBRE 2011:

Ore 21 c/o Cucina Popolare CSOA Gabrio

CENA DI AUTOFINANZIAMENTE DEL MERCATINO “ZONA BANDITA”
CSOA GABRIO Continua la lettura di Sab 29 Ottobre 2011: Ore 21 Cena Benefit “Mercatino zona Bandita” / Ore 23 Ministry of Dub #10 – Ras Muffet + Idren Natural

NO TAV – Diamoci un taglio (23 Ottobre 2011)

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Piccolo contributo video sulla grande manifestazione del 23 Ottobre; nonostante da una parte la demonizzazione del movimento attraverso il fango dei media, e dall’altra la militarizzazione dell’intera valle con controlli e perquisizioni a tappeto, più di 15mila persone sono entrate nuovamente nel cantiere violando la zona rossa imposta dal prefetto. E questo è solo l’inizio…

A cura dei/delle compagn* del CSOA Gabrio di Torino

Solidarietà a Luca e Fabio!

“Negro di merda vieni qua! Dove scappi! Coniglio! Zecca!” Ci ricordiamo distintamente la sera del 28 gennaio 2009 le frasi che gridavano i poliziotti dei reparti mobili mentre caricavano con violenza il corteo di rifugiati e attivisti del Comitato di Solidarietà.

Dopo un fallimentare incontro al Comune di Torino avevamo infatti deciso di raggiungere la Prefettura. Arrivati sotto i portici della Prefettura eravamo ancora un centinaio di persone. Abbiamo chiesto ai funzionari di piazza un dialogo con la prefettura per ottenere almeno garanzie di non sgombero per lo stabile che i rifugiati e le rifugiate stavano occupando in corso Peschiera; mentre i funzionari ci illudevano che la nostra richiesta di interlocuzione fosse stata presa in considerazione, invece di veder comparire un interlocutore, arrivarono diverse camionette della celere. Poi un applauso sarcastico, qualche slogan ironico rivolto alle forze dell’ordine e immediatamente, senza alcuna ragione, le forze dell’ordine operarono una prima carica.

A quella carica ne seguirono molte altre lungo tutta piazza Castello, mentre il corteo provava a difendersi da quell’aggressione a freddo. Il bilancio di quella violenza della polizia fu di una ventina di feriti tra i manifestanti di cui un compagno del csoa Gabrio con 30 giorni di prognosi, una mano rotta e il volto tumefatto dai colpi inferti dagli agenti. I giornali del giorno successivo parlavano di 6 agenti lievemente feriti.

A distanza di più di due anni, oggi due compagni del csoa Askatasuna presenti in piazza in solidarietà con i rifugiati e con la loro lotta sono stati condannati in primo grado a 1 anno e sei mesi. Una condanna che nega l’aggressione che tutte e tutti abbiamo subito quella sera, in un momento di lotta e di legittima rabbia di chi da mesi occupava l’ex clinica San Paolo in attesa di una risposta da parte delle istituzioni. Una condanna che si inserisce a pieno dentro la tesi politica sostenuta dall’allora sindaco Chiamparino e da tanta parte degli uomini di potere del PD cittadino, una tesi secondo la quale le lotte dei rifugiati erano lotte create ad arte dai centri sociali cittadini e non lotte che partivano dai bisogni reali di uomini e donne che le nostre istituzioni trattavano e trattano come pacchi postali, senza diritti e senza dignità. Lo dicevamo allora e lo ribadiamo oggi: pensare che alcuni compagni possano essere responsabili di aver “sobillato” la rabbia di centinaia di rifugiati politici significa sostenere una tesi profondamente colonialista: gli uomini e le donne africani che ottengono l’asilo politico in Italia non lotterebbero da soli per i propri diritti se non ci fosse qualche “bianco” a soffiare sul fuoco.

Con Luca e Fabio e tutti i compagni e le compagne che hanno attraversato l’esperienza del Comitato di Solidarietà, abbiamo ben conosciuto la rabbia dei rifugiati, ci abbiamo convissuto giorno dopo giorno dentro le occupazioni, ed è la stessa rabbia che brucia i campi di accoglienza, che esplode a Lampedusa, che infiamma ogni luogo in cui i migranti vengono ignorati e privati dei più elementari diritti.

Quella rabbia continuerà a esplodere, per fortuna a prescindere da noi tutt*.

A Luca e Fabio tutta la nostra solidarietà!

 

CSOA GABRIO

In 200 per le vie dello shopping: DIRITTI – LIBERTA’ – DIGNITA’!

Almeno 200 persone si sono radunate oggi pomeriggio a partire dalle 15 davanti alla stazione di Porta Nuova. In gran parte giovani richiedenti asilo africani da mesi in attesa all’interno di diverse strutture di accoglienza di Torino. Proprio da loro e dalle loro condizioni reali di vita è partita l’esigenza di scendere in piazza per rendersi visibili nel centro città. Alla loro mobilitazione abbiamo risposto insieme a compagni del sindacalismo di base e ad un altro gruppo di migranti in protesta contro la sanatoria truffa e contro i suoi effetti devastanti sulla vita delle persone.

Da Porta Nuova è quindi partito un corteo che ha attraversato tutta via Lagrange, centrale via dello shopping. Durante il corteo sono state più volte ribadite le ragioni della protesta ed è stato posto l’accento sulle pesanti contraddizioni e sugli interessi politici che stanno dietro la situazione che centinaia di richiedenti vivono nelle “strutture di accoglienza” nella nostra città e probabilmente un po’ ovunque.

Negli ultimi anni infatti il decentramento delle commissioni territoriali Continua la lettura di In 200 per le vie dello shopping: DIRITTI – LIBERTA’ – DIGNITA’!

Siamo noi il limite al dilagare della barbarie: Comunicato sul 15 Ottobre.

A Roma, il 15 ottobre, ci siamo uniti alle  centinaia di migliaia di uomini e donne che avevano deciso di mostrare la loro rabbia. Rabbia contro la banda di cialtroni che, al governo come all’opposizione, gestisce la cosa pubblica; rabbia contro le istituzioni finanziarie, le banche, pronte ad affamarci pur di mantenere lo status quo di un sistema iniquo e fallimentare.

Il corteo del 15 era un corteo determinato a far sentire la propria voce e che  volentieri si sarebbe diretto verso i salotti buoni della capitale: in tutto il mondo la protesta ha preteso ed ottenuto di svolgersi là dove stanno i Palazzi del potere. All’unisono l’indignazione globale ha deciso di colpire i nodi nevraligici di questa rete che ci ingabbia, mostrando le potenzialità rivoluzionarie di chi non ha più nulla da perdere, ma sa quello che vuole.

Forse aggrappati ancora a dinamiche vetuste, alla vetrina elettorale, si è deciso di smorzare il potenziale del 15 ottobre, di annacquarlo in un corteo con comizio finale. Così una giornata che poteva essere di riscatto globale diveniva una enorme passeggiata creando un vuoto conflittuale che avrebbe potuto invece essere riempito con modalità e percorsi diversi, anche solo a livello simbolico.

Evidentemente qualcuno ha voluto sovradeterminare con le proprie istanze o per volontà autorappresentativa la giornata del 15. Non ci interessa sapere quale fine regista più o meno politicante ci sia dietro. I movimenti hanno tutti gli strumenti per comprendere. Ma se non partiamo da questi dati non possiamo farci un’idea corretta della giornata di sabato.

E certamente non facciamo finta che questa sovradeterminazione sia stato l’unico tentativo di autorappresentazione portato avanti il 15 ottobre.

Questo vuoto conflittuale è andato colmandosi in maniera furiosa, talvolta superficiale, purtroppo talvolta pericolosa, e la rabbia che permeava il corteo e che s’è espressa poi in piazza San Giovanni, è inciampata su chi ha colto l’occasione per marcare la propria presenza.

Spiace vedere come gli unici elementi che avrebbero dovuto determinare il corteo, le lotte reali e sostanziali che tutti i giorni portiamo nei nostri territori contro quel mostro che si chiama crisi, le lotte per la casa, per i diritti dei migranti, per un libero sapere, abbiano visto da un lato ridurre il loro potenziale conflittuale a poca cosa e dall’altro siano stati mortificati da altre istanze.

Ma anche in questo caso siamo convinti che i movimenti sappiano muoversi per fare, al loro interno, le valutazioni più corrette.

Nonostante queste contraddizioni, il potenziale conflittuale che permeava il corteo ha avuto la sua dimostrazione nella resistenza in piazza San Giovanni, dove i corpi, che subiscono la violenza della crisi tutti i giorni, hanno reagito, questa volta esprimendo la loro sacrosanta rabbia. E sia chiaro, resistere alle cariche demenziali e criminali degli apparati di sicurezza pubblica (cariche fatte con mezzi sparati a tutta velocità contro i manifestanti, uso massiccio di gas urticanti, idranti, ma chissà perché di tutto ciò nessuno si scandalizza, dove sono in questi casi le anime nobili, i giornalisti sempre con la parola violenza in bocca?) è stato giusto e doveroso.

Il corteo si è semplicemente, e giustamente, difeso. E non poteva fare altrimenti.

A maggior ragione in questo caso, rimandiamo al mittente il giochetto dei buoni e dei cattivi, chi era lì ha saputo come comportarsi.

E le biografie dei fermati e degli arrestati sono chiare: sono precari, sono parte del nostro mondo. Hanno manifestato in maniera radicale. Devono tornare presto liberi!

Chi si scandalizza non ha ancora chiaro quanto sta succedendo, o fa finta di non vedere. Spiace dirlo, ma chi si scandalizza è complice.

Condanniamo lo schifo che è la pratica della delazione che da molte parti viene perorata, perché non ci si può trasformare da indignati contro il sistema che ci opprime a strumento di repressione contro chi prova i vostri stessi sentimenti e vive i vostri stessi, drammatici, problemi. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle realtà di movimento che stanno subendo da parte di stampa e politica, attacchi infamanti

D’altra parte i media, come sempre hanno avallato le esigenze dei poteri forti, riducendo quella che era la piazza del 15 ottobre ad un fatto meramente di ordine pubblico, non accennando alla forza mobilitante di centinaia di migliaia di persone autorganizzate scese in strada con rivendicazioni radicali, e queste sì realmente portatrici di consenso. Nello stesso ambito di demonizzazione è chiaramente da inserire la  macchina del fango che da subito si è messa in moto rispetto alla manifestazione NO TAV di domenica,  sintomo di come sia oggi più che mai, il frangente in cui dover isolare i movimenti di lotta, per lo più se popolari.

Ci auguriamo che le tante anime innocenti sappiano indignarsi di fronte alle proposte liberticide che da Di Pietro a Maroni vengono proposte. Attaccare la libertà di manifestare è tipico di coloro che stanno lavorando per sfasciare le istanze di riappropriazione che dalla Val Susa a Roma emergono in tutta la loro potenza.

Noi siamo arrivati a Roma con alle spalle le nostre lotte e i nostri percorsi, con un immaginario di riscatto e di cambiamento, con la volontà di opporsi ad oltranza al sistema fallimentare che ci sta trascinando nel baratro.

A Roma abbiamo visto che l’indignazione tanto eterea che si percepisce nei network, riesce a sublimarsi in centinaia di migliaia di corpi, determinati e decisi a non inginocchiarsi più, ed in una lotta che ha molteplici fronti ma un unico obiettivo: cambiare il sistema.

Siamo noi il limite al dilagare della barbarie…

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

TUTT* LIBER*!

CSOA GABRIO