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La vita, i desideri, le ambizioni, le preoccupazioni, le difficoltà della gente della Zona e come il gabrio c’entra.

Sabato 7 aprile – Sport popolare a Torino

Programma della Giornata:

Ore 14: Allenamenti di Boxe e Rugby per tutt@ al Giardino San Paolo

Ore 16: Partitella di calcio

Ore 18:30: Presentazione del Libro “Pugni chiusi e cerchi olimpici” insieme all’autore Stefano Giuntini

Ore 20:30:Cena della Piola del Pilone Benefit Dynamo Dora. E’ gradita la prenotazione (3299342066) a breve i menu vegetariani e onnivori.

Il 7 aprile, presso il CSOA Gabrio di Torino, la Dynamo Dora Rugby Popolare Torino, insieme al progetto Achtung Banditen e alla Palestra popolare Dante di Nanni, organizza l’iniziativa Sport popolare a Torino, una giornata dedicata allo sport e all’antifascismo militante. Dopo un primo pomeriggio riempito dalle dimostrazioni di rugby e pugilato, si svolgerà la presentazione del libro Pugni chiusi e cerchi olimpici, il lungo ‘68 dello sport italiano, di Sergio Giuntini. L’obiettivo della presentazione, a cui seguirà un dibattito aperto, è analizzare il ruolo dello sport nello sviluppo della coscienza politica collettiva, evidenziando come le discipline sportive non siano neutrali, ma rappresentino un terreno di conflitto radicato in un contesto storico e di classe. Pensiamo sia particolarmente significativo presentare il testo in questo momento in cui la nostra città torna ad un macabro revival riproponendo -12 anni dopo le Olimpiadi invernali del 2006- il proprio interessamento ad ospitare nuovamente l’evento tra 8 anni, mentre la città vive ancora strozzata dal debito che le olimpiadi dello spreco e della devastazione hanno prodotto, e che tutte e tutti noi continuiamo a pagare. Dopo il dibattito si terrà una cena di finanziamento per le attività della Dynamo Dora Rugby.

Sull’articolo della Stampa: di fake news, fango e “giornalismo” di regime

Non siamo soliti calarci sotto i riflettori, non ci piace e un po’ ci infastidiscono le luci negli occhi, blu o gialle che siano e le telecamere troppo invadenti, ma vogliamo provare a entrare nel tritacarne mediatico che si è scatenato in questi giorni intorno alla maestra che ha urlato la sua incazzatura in occasione del corteo antifascista a Torino di 8 giorni fa. Lo facciamo innanzitutto per provare a demistificare e a spazzare via un po’ dell’odore nauseabondo che il livello raggiunto dal dibattito mass mediatico ci obbliga a respirare, e poi perchè il Centro Sociale e la Palestra Popolare vengono qua e là tirati in ballo.

Il dato rilevante di quella serata era che diverse centinaia di persone erano in piazza contro la propaganda razzista e xenofoba di Casa Pound, una mobilitazione che coinvolgeva giovani e meno giovani che in modo auto organizzato si erano riuniti per affermare un concetto semplice: nella nostra città non saranno mai benvenuti i neo-fascisti. Una piazza antifascista che consapevolmente si opponeva all’ennesimo evento in cui si offriva uno spazio di ribalta e una legittimazione a un gruppo di fascisti responsabile nel paese di molte aggressioni (152 negli ultimi tre anni) nei confronti di immigrati, attivisti e attiviste dei movimenti sociali e dei collettivi. In-Utili profeti della guerra tra poveri. Sulla serata tante parole e troppe idiozie sono già state sparse al vento; per quello che ci riguarda si è trattata di una buona e giusta serata antifascista, antirazzista e antisessista, necessaria in un paese dove ci si dichiara sconvolti di fronte allo stragista di Macerata, ma si legittimano i neo-fascisti e si veicola il razzismo come facile arma di distrazione di massa utile al sistema politico meschino e corrotto che ci governa, reale responsabile di precarietà, malessere e disagio sociale.

Capita però che durante il corteo, lontano dalle bombe carta che suggeriamo agli inquirenti contenevano chiodi di garofano, una maestra decida di esternare la sua rabbia Continua la lettura di Sull’articolo della Stampa: di fake news, fango e “giornalismo” di regime

Sabato 24 giugno – Aperta per tutt* l’area ex Gabrio

Di seguito il comunicato redatto per l’apertura dell’area ex Gabrio di sabato 24 giugno

 

È passato quasi un anno da quando è terminata la bonifica dell’amianto nell’isolato di via Revello 3 e 5, ma il giardino resta chiuso.

Un anno fatto di polemiche tra le amministrazioni comunali e circoscrizionali su chi dovesse avere l’onere di provvedere allo sfalcio dell’erba e l’onore di presentare il progetto del nuovo spazio: nessuna traccia sia della pulizia del prato sia del progetto ovviamente. Un anno in cui dal prato ancora incolto e sassoso sono stati invece “scoperti” lo scarico abusivo delle acque fognarie della società sportiva Cenisia, che sversa i suoi liquami direttamente nel verde (da quanti anni?!?), e i serbatoi delle caldaie della vecchia scuola.

Concludendo il terreno non è ancora agibile, servono altri appalti, altri lavori e il quartiere continuerà a essere privato di un spazio verde necessario, atteso/promesso da tempo.

Quando, come collettivo del CSOA Gabrio, ci trasferimmo dalla sede storica ci eravamo impegnati a lottare perché questo spazio continuasse ad essere aperto alla socialità e alle necessità di tutti. Invece il comune, a cui l’avevamo riconsegnato, lo ha abbandonato all’incuria e alla sporcizia nonostante l’impegno dei cittadini di quartiere che non stanno alle regole di gentrification cittadina e che da anni si adoperano con tutti i mezzi necessari, anche quelli burocratici, per avere un quartiere vivibile, a misura dei cittadini che ci abitano.

Oggi apriamo noi del centro sociale Gabrio il giardino per denunciare l’inattività dei politici cittadini di qualsiasi colore e la negligenza dei dirigenti tecnici del comune che ancora non sanno dare una data precisa per la sua apertura definitiva.

Oggi vogliamo restituire dignità a questo spazio pulendolo con il nostro lavoro collettivo e dandogli vita con una festa in solidarietà alle popolazioni terremotate di Amatrice nella convinzione che solo le persone e i territori possono riempire il vuoto politico in cui la classe dirigente ha fatto precipitare il paese.

Solo le persone contano in politica: autorganiziamoci!

Tutti i giovedì di giugno – Chiringuito antifascista

CSOA Gabrio – via Millio 42

Nel torrido giugno torinese il CSOA Gabrio presenta il chiringuito antifascista all’aperto per sentirsi insieme in spiaggia, con birre, pop corn e cinema popolare. Un appuntamento imperdibile per queste calde sere d’estate.

Chiringuito dalle 19 – Proiezioni dalle 22

  • Giovedì 1 giugno – SIAMO UOMINI O CAPORALI
  • Giovedì 8 giugno – I MOSTRI
  • Sabato 17 giugno – FOTOGRAFI NON ALLINEATI (mostra fotografica) – DJ set Simom M
  • Giovedì 22 giugno – IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO
  • Giovedì 29 giugno – IL MEDICO DELLA MUTUA

Partigiani razza meticcia

La lotta al nazismo e al fascismo attraversò tutta l’Europa, fu una lotta senza quartiere e confine a cui tutti i popoli coinvolti parteciparono, in una nuova esperienza meticcia per ottenere la libertà.
Nella Resistenza e nella lotta partigiana italiana furono presenti molti combattenti stranieri: sono quasi 2000 infatti i nomi elencati nel registro del partigianato in Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Emilia Romagna.
La maggior parte di loro giunse in Italia come prigionieri oppure inquadrati, a volte a forza, nelle file dell’esercito tedesco che dal 1942 in poi iniziò ad arruolare reparti anche tra la popolazione dei paesi occupati e tra i carcerati di guerra. Già il 16 dicembre del 1943 l’Ost-Btl. 617, composto da russi e da popoli caucasici facenti parte dell’Unione Sovietica, venne stanziato a Susa e subito fu impiegato nelle sanguinose azioni di rappresaglia e rastrellamento antipartigiano nelle provincie di Torino e Cuneo, diventando presto tristemente noto tra la popolazione con il nomignolo di mongoli per i tratti somatici dei membri del battaglione. Il numero delle diserzioni era molto alto in questi reparti: gli elenchi riportano il nome di ben 220 partigiani registrati provenienti dalle nazionalità della disciolta URSS nel territorio del Piemonte e della Liguria.
Nel rapporto firmato dal comandante del Sicherungs-Regiment 38, un comando della Wehrmacht per la lotta contro le “bande” con sede a Pinerolo, si descrive l’attività operativa di due battaglioni dell’Est, dal novembre 1943 alla fine di giugno 1944: proprio in questo mese ben 4 marescialli, 15 sottufficiali e 114 uomini del battaglione georgiano (Georg. Feldbtl. II./198) disertarono con armi e bagagli, raggiungendo i partigiani della Valle di Susa. I nomi di 25 di loro sono ricordati a Bussoleno dove dal 1978 è presente, di fianco all’ingresso della Scuola Media Statale in via Don Carlo Prinetto 2, una lapide interamente in georgiano che riporta anche il reparto a cui si unirono, la 106° Brigata Garibaldi “Giordano Velino”, attiva nella media Val di Susa.
Sempre in Val di Susa si costituirono battaglioni specifici nelle varie divisioni partigiane Continua la lettura di Partigiani razza meticcia

25 aprile – Festa della Liberazione. Festa della Resistenza

25 APRILE DI LOTTA CONTRO FASCISMO E RAZZISMO
Contro muri e confini: Resistenza, Ribellione, Solidarietà

Ora e sempre Resistenza
Morte al fascio

Dalle 14 e per tutto il giorno:
– Banchetti
– Distro
– Tiro al bersaglio e giochi di strada
– Spazio bimbe e bimbi
– Live music con Malateste (Jazz militante) Fusia (Acoustic duo) Skulla (cantautore) Errico Canta Male (Folk)
– Grigliata
– Musica
– Bar & more…

Ore 15
CORTEO per le vie di Borgo San Paolo nei luoghi della resistenza & letture partigiane dal libro “Una fame instancabile” di Silvio Borione e Giaka.

ZONA PEDONALE VIA DANTE DI ANNI
ZONA SAN PAOLO ANTIFASCISTA

Aldo dice (ancora) 26×1

Ancora amianto nel cantiere Diatto

Rilanciamo il comunicato del comitato SniaRischiosa sullo stato dei lavori intorno alla Diatto, speculazione in Borgo San Paolo targata PD e di fatto confermata dall’attuale giunta.

 

Le ultime analisi contenute nel nuovo progetto di bonifica consegnate a marzo dal proprietario dell’area Prelios confermano che all’interno del cantiere Diatto sono stati rinvenuti “inaspettatamente” altri materiali contenenti amianto.
Il progetto però non specifica quale sia la provenienza dell’amianto:
si tratta di un deposito di materiali delle lavorazioni fatte nel passato nella fabbrica?
oppure sono residui provenienti dall’abbattimento della fabbrica fatto senza le apposite precauzione nel giugno del 2013?
Il progetto specifica invece che il proprietario non intende rimuovere l’amianto!
L’unico interesse di Prelios è il profitto, a breve infatti dovrebbero iniziare i lavori per costruire l’ennesimo supermercato in via Fréjus.
Ancora una volta Prelios non rispetta la salute degli abitanti del quartiere
E’ ora di dire basta! Chiediamo che venga fatta chiarezza sulla provenienza dell’amianto, e soprattutto che questo venga subito rimosso
Il Comune ha richiesto a Prelios un’integrazione della bonifica che sarà consegnata entro il 3 maggio 2017: saremo pronti a richiedere questi nuovi documenti per verificare la completa rimozione dell’amianto e degli altri materiali pericolosi ancora presenti nel cantiere, per la salute degli abitanti del quartiere.

Domenica 12 marzo – Presentazione del libro “Una fame instancabile”

CSOA Gabrio – Zona San Paolo Antirazzista – presenta:

DOMENICA 12 MARZO

dalle ore 18 presentazione del libro
“Una fame instancabile. Partigiani a Torino.”
Di Silvio Borione e Giaka
Edizioni Red Star Press

“Silvio Borione, il Biund, compie dieci anni pochi giorni dopo il primo bombardamento su Torino.
Figlio del quartiere operaio di borgo San Paolo, divide gli anni feroci della guerra tra la sopravvivenzain una città distrutta e una spontanea lotta partigiana, tra la vita di strada e dei cortili e la
costante ricerca di sbarazzarsi di quella fame che sente «fin dentro le unghie».
Con una buona dose di coraggio e incoscienza, appoggia la Resistenza prendendo parte a sabotaggi,conflitti a fuoco, fughe, attacchi dinamitardi e rapine, in un gioco dove la posta è la vita stessa.
Ad animare le sue gesta, sempre e comunque, una “fame instancabile”: il filo conduttore di un’esistenza spesa senza tregua dalla parte giusta della barricata.”

Silvio Borione: Nato a Torino nel 1930, negli scioperi contro il fascismo del 1943 collabora con il padre partigiano comunista nelle cellule di fabbrica della Lancia, con le quali, fino alla Liberazione,
partecipa alle attività clandestine di propaganda e di guerriglia.

Giaka: Nato a Torino nel 1984, scrittore teppista, nel 2012 ha contribuito al volume “Riot. Storie di ordinaria resistenza” e nel 2014 ha dato alle stampe il suo primo romanzo “Le orme del lupo”.

Saranno presenti gli autori e l’editore Cristiano Armati.

dalle ore 20:
LA CENA DI WALTER
A tre anni dalla partenza del compagno, fratello e amico, perché la rivoluzione è un fiore che non muore mai.

dalle ore 22:
Rap militante dal basso con Acero Moretti!

INGRESSO LIBERO
CSOA Gabrio
Via Millio 42
Zona San Paolo Antirazzista

I lavori TAV invadono Torino

Torino, Febbraio 2017.

Sotto la spessa cappa di smog che sovrasta la città ci troviamo a parlare nuovamente di TAV come “opportunità”, di pezzi di città svenduti al peggior offerente,di famiglie sbattute in mezzo alla strada senza alternativa,ci ritroviamo a parlare di bilancio come sacro totem intorno a cui costruire tutte le politiche cittadine.
La nuova giunta nei primi sei mesi di governo non ha fatto altro che scuotere la testa davanti a chi gli chiedeva politiche sociali ed abbassarla davanti a potentati e speculatori ,mettendo davanti a tutto l’onestà e il rispetto delle regole e dei contratti.
Ma se dell’onestà e del rispetto delle regole se ne fa un dogma imprescindibile e il punto cardine intorno a cui ruotano tutte le decisioni, in un gioco truccato quale è il “sistema Torino”, non si può far altro che continuare sulla strada sporca solcata da chi è venuto prima.
l mantra del “non ci sono i soldi “, del “è colpa di chi c’era prima” o del debito, non possono reggere qualora si sia arrivati alla vittoria elettorale proprio attaccando questo tipo di risposte.
La devastazione della città e di chi la abita è protetta da contratti criminali e i firmatari hanno nomi e cognomi (e sigle) ben precisi, persone, fondazioni e istituzioni contro cui si è sbraitato,ma a cui ora si concede un “doveroso rispetto istituzionale”.
La tanto proclamata onestà i 5 stelle la devono solo ai torinesi e le torinesi che del Sistema Torino ne sono vittime, non alle regole che lo legittimano.
Il modello di sviluppo imposto per 20 anni dalla sinistra salottiera e padronale, trova continuità anche con questa giunta in progetti come quelli di Scalo SanPaolo e Westinghouse.
Un modello di sviluppo che come unica risposta al diffondersi di povertà e precarietà propone centri commerciali e calcestruzzo,privatizzando le rendite e socializzando i costi, vessando gli stessi torinesi di cui il movimento sedicente anti casta si è accaparrato il voto, presentandosi come l’unica alternativa possibile.
Di fronte a progetti come questi il dialogo non è tra le opzioni, San Paolo, già oggetto negli anni di tentate e a volte riuscite operazioni speculative, è forte e determinata nel dire NO con ogni mezzo.
Il modus operandi tenuto fin qui dalla nuova giunta è oscillante tra il timoroso, il legalitario e l’ingenuo.
Ma tra l’ingenuità e la mala fede il confine è molto labile,spesso impercettibile ed è tremendamente facile valicarlo.

Progetti come lo scalo San Paolo e la Westinghouse non sono i benvenuti….ne qui ne altrove,ne ora, ne mai.

CSOA Gabrio

Zona San Paolo dice NO! Appunti sul referendum ed incontro il 15 Novembre

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Prima di entrare nel merito delle ragioni del nostro No alla riforma costituzionale è bene fare una premessa. Non guardiamo alla Costituzione come qualcosa di intoccabile, né ci appassiona discutere se questo parlamento abbia o meno la legittimità di modificarla. Pensiamo anzi che sia necessario cambiare molte cose, ma la direzione verso cui va la nostra proposta è totalmente opposta rispetto al disegno che sta dietro a questa riforma.

Materialisticamente guardiamo al diritto, e quindi alle costituzioni, come il risultato di uno scontro tra forze (una volta si sarebbe detto una lotta di classe), che da 70 anni vede prevalere gli interessi del grande capitale a scapito di quelli delle classi subalterne.
Ci sembra evidente che il no alla riforma sia un no alle politiche neo-liberali che questo governo, sulla spinta di un’Europa sempre più dominata dalla finanza, ha realizzato nell’ultimo biennio: alla precarizzazione del lavoro, ai tagli al welfare, alla distruzione della scuola pubblica. Vogliamo però evitare di schiacciare la critica alla “Renzi-Boschi” su un piano di critica al governo, per evitare il vuoto che si creerebbe dopo il risultato delle urne, qualsiasi esso sia.

Il rischio tuttavia c’è, perché questa riforma è quasi completamente priva di contenuto: non fa che prendere atto cioè dello stato di cose attuali. Due esempi per chiarire:

  1.       La riforma del Titolo V – Rapporto Stato Regioni: da una parte si riducono gli ambiti di intervento delle Regioni a favore di quello che alcuni commentatori hanno definito un “neo-centralismo esecutivo”; dall’altra si introduce la “clausola di supremazia”, in base alla quale la legge statale può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva. Continua la lettura di Zona San Paolo dice NO! Appunti sul referendum ed incontro il 15 Novembre