Cronaca di uno sgombero dolce: sulle ultime vicende intorno all’ex MOI

Il progetto M.O.I. (Migranti Opportunità di Integrazione) con l’arrivo dell’estate ha portato a termine lo svuotamento della prima palazzina. Un maxi progetto interistituzionale gestito da Compagnia San Paolo condito da parole politically correct come collaborazione, dialogo, opportunità ma che ha fatto vedere presto la sua vera natura. Durante lo sgombero degli scantinati (inverno 2017) e nei giorni successivi molti abitanti hanno espresso il loro dissenso ottenendo un incontro in circoscrizione con i firmatari del progetto per poter rinegoziare lo sgombero. L’équipe del progetto ha pensato di risolvere il problema provando ad ignorarlo, mostrando la propria incapacità di gestire i malumori. La risposta alle proteste è stata la repressione. La Questura ha proceduto con l’arresto di 4 occupanti, a monito per tutti gli altri.

La volontà collaborativa del progetto soft si infrange quindi alle prime criticità ed obiezioni e mostra il suo volto neocolonialista. Un innovativo dialogo monodirezionale a cui non è contemplato opporsi.

La seconda fase del progetto si è conclusa lunedì 6 agosto, un’afosa giornata in una Torino semi deserta.

La palazzina prescelta è stata quella con il numero minore di abitanti (circa 180), in maggioranza di nazionalità somala, molti dei quali con esperienze di sgomberi “soft” alle spalle.

Data l’insistenza dei messaggi e delle telefonate anonime ricevute che annunciavano lo sgombero, durante la notte di domenica alcuni occupanti hanno fatto le valigie e si sono spostati nelle altre palazzine, altri se ne sono andati del tutto, qualcuno si é rinchiuso nel suo appartamento. Altri ancora sono tutt’ora a lavorare nelle campagne tra Saluzzo (CN) e il sud Italia e chiamano disperati chiedendo cosa ne è stato della loro casa.

Alle ore 6,00 di lunedì 6 agosto si sono presentate in via Giordano Bruno una decina di dolcissime camionette (tra celere e carabinieri) e una sessantina di dolcissimi agenti digos che travolgendo solidali e somali davanti all’ingresso hanno fatto irruzione nella “palazzina marrone”. Tutta l’area è stata subito circondata da anti sommossa e invasa da polizia scientifica, cinofila, funzionari e giornalisti, allontanando  solidali e gli altri occupanti del villaggio olimpico e impedendo loro di avvicinarsi. Solo nella tarda mattinata è arrivato il gruppo di mediatori e ancora più tardi il tristemente noto project manager dello “sgombero umanitario”, ovvero il personaggio che ha denunciato e fatto arrestare i 4 occupanti nei mesi scorsi e che, orecchie basse, eseguiva gli ordini della prefettura evidentemente escluso da qualsiasi decisione dopo aver dimostrato tutta la sua strapagata inettitudine.

Alcuni occupanti avevano deciso di aderire al progetto e sono usciti quasi subito dalla palazzina, per gli altri Questura e Prefettura di Torino avevano riservato un asso nella manica. I dolcissimi funzionari dopo aver passato le settimane precedenti in un tira e molla tra concessioni e minacce cercando di convincere gli occupanti a lasciare la palazzina, senza molto successo, si sono presentati con due faldoni contenenti permessi di soggiorno e soprattutto titoli di viaggio, documenti preziosissimi che, pur un diritto, venivano negati senza un perchè da 5 anni. Una prova muscolare che di dolce e soft non ha nulla, piuttosto un bieco ricatto nel migliore stile sbirresco. Ora l’amministrazione Appendino può rilasciare dichiarazioni trionfalistiche, dalle quali risulta evidente lo schifoso quanto virtuale risultato politico, ottenuto giocando per l’ennesima volta sui corpi dei migranti, inseguendo la Lega di Salvini alla conquista degli animi sempre più razzisti degli elettori.

 

In totale si parla di un’ottantina di persone sgomberate e portate all’ HUB di Settimo Torinese, per essere poi smistate nei prossimi giorni nelle soluzioni abitative della cooperativa BABEL, vincitrice del primo lotto di carne umana. Vale ricordare che questa cooperativa, già famigerata con il nome di Terra del Fuoco, era stata protagonista nel 2014 della gestione dello sgombero del campo nomadi di Lungo Stura Lazio, con annessa truffa aggravata per circa 5 milioni di euro.

80 persone che hanno ceduto al ricatto su un totale di 180. Rovesciamo i dati: 100 persone hanno detto no all’ennesimo progetto di ricollocazione e continuano a resistere all’interno dell’occupazione.  Qual è la vittoria della giunta Appendino?

In questi mesi abbiamo assistito a varie tecniche coercitive messe in atto dall’équipe che gioca con la precarietà delle vite degli abitanti: dall’offerta di qualche spicciolo, al rilascio di documenti, in realtà previsti per legge, fino appunto all’arresto. Le palazzine dell’ex villaggio olimpico sono lo spazio sociale dove emergono le contraddizioni delle politiche emergenziali di accoglienza delle ultime amministrazioni: il progetto di sgombero è un mercato dove si giocano gli interessi privati di tutti i soggetti coinvolti, tranne degli abitanti.

Un progetto che voleva essere simbolo dell’innovazione dell’amministrazione 5Stelle, in discontinuità con la governance cittadina precedente, ma che di fatto ci ripropone le stesse soluzioni e gli stessi giri d’affari.

I 5Stelle hanno proclamato da sempre una politica di cambiamento, ma alla prova dei fatti hanno invece comodamente indossato gli abiti delle precedenti amministrazioni. La campagna di sgomberi che sta attraversando la città mostra chiaramente il carattere repressivo della giunta Appendino, che mira a chiudere tutti gli spazi che negli anni hanno restituito alla città luoghi liberati e laboratori di pratiche solidali dal basso che poco piacciono ai benefattori istituzionali che non possono arricchirsene.

La prima conferma di questo processo di continuità avviene tramite la partecipazione delle stesse cooperative che avendo sperimentato il profitto con progetti a termine durante l’emergenza Nord Africa hanno pensato bene di sfruttare anche quest’occasione. Finanziamenti fuori misura a fronte di un impegno minimo nella presa in carico dei migranti. Di fatto progetti-parcheggio temporanei (6 mesi-1anno) dislocati nel territorio. E così persone che, pure nella precarietà, avevano iniziato un percorso di autonomia e non costavano allo Stato, si trovano nuovamente forzati a stare al gioco dell’assistenzialismo paternalista, con buona pace dei proclami di Salvini e dei suoi sgherri.

La seconda conferma ci arriva dal fatto che ormai questo progetto è in atto dalla scorsa primavera e i primi contratti di lavoro stipulati, sbandierati come grandi successi di integrazione, non sono poi stati rinnovati, con il conseguente ritorno al Moi di alcune decine di abitanti. Che Compagnia stia già pensando a come strutturare un’innovativa quarta accoglienza, visto che la neonata terza è già fallita?

 

Il comune è disposto ad avallare nuovamente gli interessi privati di Compagnia San Paolo, vero padrone della città sabauda, invece di prendersi la responsabilità politica e sociale dell’occupazione dell’Ex-Moi e del suo essere un ghetto all’interno della città.

Sorda e cieca davanti alla determinazione e alla resistenza degli abitanti delle palazzine, che rifiutano giustamente di abbandonare la loro vita quotidiana, costruita a fatica dopo essere stati rigettati dal sistema dell’accoglienza. Il diritto di autodeterminazione di ogni individuo risiede nella facoltà di scegliere ciò che è meglio per lui, ma anche nella reale possibilità di poter godere dei diritti che gli sono riconosciuti al momento solo sulla carta. Spesso si tratta di persone che hanno completato il ciclo di prima accoglienza, con permesso di soggiorno, ma cui vengono negati titoli di viaggio per potersi spostare verso altre opportunità o che hanno trovato nel Moi un luogo dove vivere e costruire una rete sociale, che altrove non era possibile. Oppure persone appena arrivate che sostano ogni giorno per ore davanti alla questura in attesa che l’impiegato di turno abbia voglia di prendere in considerazione la loro richiesta d’asilo.

Migranti un’Opportunità di Integrazione è l’ennesima faccia di una prassi antica che mira alla produzione di soggetti precari e facilmente ricattabili ed alla riproduzione sistemica di un’eccezione nella gestione dei flussi migratori.

Ciò che interessa alla proprietà è lo smaltimento delle persone per poter demolire le palazzine e costruire un complesso destinato al social housing, l’ennesima presa per il culo. Il complesso del villaggio olimpico già da progetto doveva essere riconvertito interamente in residenze sociali e servizi di base, invece è stato abbandonato all’usura del tempo. E’ giusto ricordare che sono nate come palazzine di facciata per le olimpiadi del 2006 e che hanno mostrato nel giro di pochi anni a tutta la città, la decadenza e la speculazione con cui sono state costruite. Un complesso costruito come patrimonio per la città e che è stato invece quasi completamente abbandonato rivelando tutta la sua inutilità.  L’amministrazione 5 stelle si sta dimostrando totalmente incapace di gestire la Città e i bisogni reali di chi la abita, mentre si proietta scellerata verso le olimpiadi 2026, in un diabolico perseverare sulla strada dei grandi eventi che creano una temporanea e illusoria ricchezza lasciando la città sotto una cappa di debito asfissiante e duraturo, come il precedente del 2006 ha ampiamente dimostrato.

 

Questo meccanismo, che produce ricchezza per pochi sulle spalle di migranti e autoctoni, non rappresenta certo una novità: mette anzi in evidenza la continuità, in termini di immigrazione e di ingiustizia sociale, non solo sul piano locale, ma anche su quello nazionale.

Diviene allora importante rendere visibili le contraddizioni che dilaniano questo governo e far saltare la retorica razzista che induce a cercare il nemico nel vicino più debole.

Solo ripartendo dalla solidarietà tra gli sfruttati, migranti e non, possiamo mettere un freno all’arroganza del potere e costruire la possibilità di una vita degna per tutt*

 

CSOA GABRIO – Comitato Solidarietà Ex-Moi occupato

Giovedì 26 luglio – Millions Of Dead Cops + Neid in concerto

CSOA Gabrio – via Millio 42

Organizzato da Fuori dal Cratere e CSOA Gabrio per una giornata benefit popolazioni terremotate.

OPENING HOURS 19:00

Visti i successi delle precedenti feste-concerto, FdC ha deciso di prendervi per la gola proponendo anche la cena in occasione del live.
Dalle 19:30 troverete la cucina aperta fino alle 21:30 con piatti veg, vegan e onnivori.
Dalle 22:00 palco infuocato e pogo scatenato!!

M.D.C.
Ovvero le leggende dell’hardcore più politicizzato tutt’ora in attività!
Nati agli albori degli anni ’80 ad Austin (Texas) ma in seguito trasferiti e stabiliti a San Francisco in California.
Paladini dei diritti umani e nelle denunce della brutalità politica e poliziesca del sistema, continuano a portare avanti il pensiero antimilitarista – antimperialista e il pensiero anarchico e libertario che li distingue.
Ritornano a Torino a un anno di distanza a ripresentare il loro ultimo lavoro MEIN TRUMPF (2017) su Primordial Rec e i loro storici cavalli di battaglia che hanno segnato le epoche passate.
Sul palco del c.s.o.a. Gabrio e sotto a pogare e dar battaglia al sistema devi esserci anche tu…

NEID
Nati nel 2007 a Viterbo dalle ceneri di altri gruppi locali, caratterizzano il loro suono dalle influenze dello storico hc italico e prendono la linea fastcore grind verso il 2010 incidendo nell’anno successivo il primo album “IL CUORE DELLA BESTIA”.
Testi esplosivi che parlano di controllo di massa e sistemi mondiali che schiavizzano le persone, stringono i rapporti con gli stessi M.D.C. e condividono spesso i palci con loro in Italia ed Europa.
I loro ultimi lavori “ATOMOXETINE” (2016 album) e “NOISE TREATMENT” (7″ 2017) sembrerebbe siano stati classificati come “armi altamente letali”!! IMPERDIBILI!!

INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE 5 EURO
CENA 6 EURO
LIVE + CENA = 10 EURO!!

Banchetti info, mechandising, distro e bar a manetta!

Presente il banchetto di Fuori dal Cratere con info, merchandising e risposte per chiunque voglia conoscerci…

Solidarietà ai compagni e le compagne di C.S.O.A Askatasuna e Spazio Popolare Neruda

Decine di uomini delle forze dell’ordine con l’ausilio di diversi mezzi blindati, hanno fatto irruzione all’interno del Centro Sociale Askatasuna e dello Spazio Popolare Neruda per notificare 15 misure cautelari (tra cui 9 arresti domiciliari) ad altrettanti compagni e compagne. La vergognosa operazione di questa mattina è legata al corteo del 1° Maggio del 2017 quando, sotto una pioggia torrenziale, lo spezzone sociale che stava sfilando in modo tranquillo ma determinato, fu improvvisamente bloccato all’imbocco di Via Roma da decine di celerini in assetto antisommossa. Il corteo fu caricato brutalmente a più riprese, diverse persone, tra cui alcune “mamme per la libertà di dissenso”, furono malmenate a manganellate ed a calci con pestaggi veri e propri nello stupore generale, provocando (anche) la rabbia delle migliaia di persone che attendevano al lato della strada il passaggio del corteo. Un prologo, quello del 1° Maggio 2017, che abbiamo più volte visto ripetersi uguale a se stesso negli ultimi anni, quando la principale preoccupazione della questura e della politica cittadina, era quello di bloccare lo spezzone sociale, impedire l’entrata nella piazza dei confederali e mettere a tacere ogni forma di dissenso. A quanto apprendiamo dai compagni e dalle compagne del C.S. Askatasuna, da una veloce lettura delle carte dell’ordinanza, emerge l’aver voluto “rimarcare la loro estraneità alla manifestazione ed ai valori da essa espressi”. Un accusa tutta politica che va proprio nella direzione di rimarcare la volontà di eliminazione di qualsiasi voce contraria e/o non allineata all’interno di quel corteo e non solo. Esprimiamo la nostra totale solidarietà e complicità a tutt* i/le compagn* colpiti da questa infame operazione repressione ed invitiamo tutte e tutti a seguire gli sviluppi, prendere posizione e mostrare solidarietà attiva.
LIBER* TUTT*
Le compagne ed i compagni del CSOA Gabrio

Via Revello: una vittoria popolare

I giardini di Via Revello hanno aperto senza rumore e senza spreco ulteriore di energie come è giusto che sia per un spazio verde che è già diventato un piccolo luogo di pace per fuggire al traffico e al caldo della città.

Ha aperto senza i consueti video su facebook a cui l’Appendino ci ha abituati e che è ormai evidentemente costituiscono l’unica forma grillina di partecipazione e dialogo con la città.

Ha aperto senza trionfalistici articoli di giornali da parte dell’assessore Unia che non perde mai occasione per professare il suo credo nel verde salvo prestare aggratis i parchi ai privati (vedi il salone dell’automobile al Valentino) o abbandonarli al loro destino (come il parco Michelotti).

Eppure in questi 4 anni di lunga attesa intercorsi dalla riconsegna del vecchio stabile del Gabrio e l’apertura il 1 luglio del giardino ne abbiamo visto di prese di posizioni piene di sorrisi bugiardi e quindi ora perché tutto questo silenzio?

Noi una risposta proviamo a darla: perché è una vittoria delle donne e degli uomini che abitano questo quartiere non certo della giunta targata 5 stelle. Solo la tenacia, le proteste e la pressione effettuata sulle amministrazioni tandem Fassino/Appendino dalle persone e dalle associazioni di quartiere hanno saputo strappare alla consuete speculazioni il nuovo giardino segnando una discontinuità con destino di tutte le aree pubbliche abbandonate utilizzate per far cassa svendendole ai privati.

È un evento da tacere perché è in controtendenza con il patto di ferro sancito dall’idea della candidatura olimpica 2026 stipulato da Appendino con i soliti costruttori (o meglio cementificatori) che hanno devastato la città riempiendola di cantieri infiniti. Artefice del rinnovato “sistema Torino” l’istrionico vice sindaco e professore Montanari passato, in meno di due anni, senza battere ciglio dalle barricate sui beni comuni ai brindisi in collina con gl’impresari dei supermercati: ogni uomo, come sempre, ha il suo prezzo!

È un evento da non pubblicizzare perché è la conferma che è ancora possibile dal basso difendere i propri spazzi e rivendicare una migliore vivibilità in una città che è la più inquinata del mondo: è possibile lottare dal basso contro il sistema delle speculazioni e vincere!

È questo che dà più fastidio in comune vista anche la scelta di procedere senza sosta allo sgombero degli spazzi liberati: Fenix e Manituana sono solo gli ultimi della lista.

Noi questa vittoria la dedichiamo idealmente ai nostri compagn*, Nico, Anna, Walter e Nino che oggi non ci sono più, ma che hanno dato a lungo il loro impegno, idee, energie e gioia per dare vita a quello che era il centro sociale Gabrio nella sua vecchia sede di via Revello e animare quel genius loci che ha saputo schiantare, per una volta, i trolls del cemento.

A noi il giardino piace così pieno di verde e poco crediamo nel percorso partecipato per attrezzarlo: scommettiamo che i 300mila € promessi da Unia magicamente spariranno probabilmente nel calderone olimpico.

San Paolo Ribelle

CSOA GABRIO

Venerdì 29 giugno – Rebeca Lane Obsidiana Tour + 13 Storie di Resistenza hondureña

Venerdì 29 giugno NON UNA DI MENO Torino e CSOA GABRIO sono orgogliose di ospitare una giornata dedicata alla resistenza femminista in Centro America!

Cominceremo alle 18,30 con la presentazione del libro “13 colori della resistenza hondureña” con una delle sue autrici Melissa Cardoza Calderón femminista hondureña. Il libro parte dal colpo di stato del 2009 in Honduras e lo fa attraverso 13 storie di donne resistenti.
In queste tredici storie hanno spazio quegli sguardi che di solito non contano e che hanno sogni, avventure, desideri, sfide. L’attivismo solidale di chi non fa della lotta una professione o una merce. Sguardi e vite. Azioni ed emozioni. Resistenza. All’inizio della presentazione, Rebeca sarà con noi per arricchire il confronto e portarci qualche anticipazione.

A seguire, dalle 20 cena benefit…e poi grande concerto della rapper femminista Rebeca Lane, per la prima volta in Italia.

Rebeca Lane chi è?
Al secolo Rebeca Eunice Vargas, Rebeca Lane è un’”artivista”, rapper, cantautrice e poetessa guatemalteca. Nasce a Città del Guatemala in una famiglia attiva nella guerriglia degli anni ’80 contro i regimi militari via via succedutisi nel Paese, legati alle oligarchie terriere e sostenuti dall’imperialismo nordamericano. Da sempre attiva nei movimenti sociali a fianco dei lavoratori e dei popoli indigeni, si interessa ben presto al femminismo, elemento centrale della sua opera tanto in ambito poetico che musicale. Nelle sue liriche risuonano le proprie esperienze personali e politiche di donna e militante femminista impegnata in percorsi di autodeterminazione, liberazione, autonomia.
Tra le pioniere della cultura hip-hop in America Centrale, è membra del collettivo Última Dosis e fondatrice di Somos Guerreras, un progetto collettivo femminista mirante a scardinare in sessismo nell’ambiente Hip-Hop e a promuovere il protagonismo femminile. Tra gli album solisti segnaliamo “Canto” (EP, 2013), “Poesia Velenosa” (2015), “Alma Mestiza” (2016) e l’ultimo “Obsidiana”, del 2018, che sta presentando in Europa.
Conduce, con metodologia femminista, workshop sul rap come forma di espressione di lotta e resistenza. Come poetessa pubblica regolarmente le sue opere in riviste letterarie in Guatemala, Messico e Porto Rico.
Ha realizzato indagini, di taglio sociologico, sulle culture giovanili e sulle tribù urbane del Guatemala.

www.rebecalane.com

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La serata sarà benefit spese processuali per Eleonora, la solidarietà non è un crimine, libertà di movimento per tutt*!

Venerdì 15 giugno – Presentazione del libro “Senza chiedere il permesso. Il mondo bastardo”

CSOA GABRIO – via Millio 42

In collaborazione con Non Una di Meno Torino
presentazione del libro:
Senza chiedere il permesso. Il mondo bastardo

edizioni END

 

“Quando il mio paese sarà libero
allora diventerò una ballerina
e a piedi nudi
danzerò i dolori della guerra
in tutte le strade
sotto la pioggia”

Nel suo libro, Ezel-Ceylan danza tra poesia e prosa, tra l’amato Kurdistan e l’Italia, tra rabbia e amore, mentre gioca con la lingua italiana come solo una curda irriverente può fare.

dalle 18,30 aperitivo, dalle 20 presentazione del libro
interverrà l’autrice, con letture di Isabella Maria (giornalista e scrittrice) e la partecipazione straordinaria di Avesta.

Sabato 2 giugno – Batalla De Maestros

Batalla De Maestros TORINO 2018 – dalle 15

2 giugno Festa della Repubblica.
Da tempo ormai ritornata ad essere una festività fissa nel calendario, anno dopo anno dimostra sempre di più il suo carattere nazionalista e militarista. La parata militare è la somma perfetta in cui tutto questo si esplicita: centinaia di migliaia di euro spesi per far sfilare “truppe di cielo e di terra” spesso protagoniste delle guerre non dichiarate cui il nostro paese partecipa attraverso le diverse missioni internazionali in giro per ilmondo. Quest’anno abbiamo deciso che il nostro 2 giugno debba avere un segno diverso, quello di una giornata di festa popolare e meticcia, unico vero antidoto alle urla sguaiate di chi ancora una volta sbraita “prima gli italiani” per soffiare sul fuoco della guerra fra poveri e nascondere le responsabilità della politica istituzionale realmente incapace rispondere ai bisogni e ai diritti di tutti e tutte.
Ci sposteremo per l’intera giornata al Parco della SPA, uno dei luoghi vivi del nostro quartiere per dare vita ad una giornata di festa ,musica , e sport .

Un 2 giugno in zona, la nostra zona, il nostro 2 giugno: solidale, popolare, meticcio!

 

Lunedì 28 maggio – Assemblea aperta sulla criminalizzazione della solidarietà

ASSEMBLEA APERTA SULLA CRIMINALIZZAZIONE DELLA SOLIDARIETA’

CSOA GABRIO – via Millio

ORE 19,00 APERITIVO BENEFIT Eleonora Theo e Bastien
ORE 20,00 INIZIO ASSEMBLEA

La solidarietà dal basso, che si pone come obbiettivo l’autodeterminazione e l’auto organizzazione
dei migranti , assume diverse forme a seconda che si concentri sul sostegno al transito o sulla costruzione di un’esistenza degna nel luogo di permanenza
o ancora che si opponga alle politiche di segregazione e reclusione dei migranti .
Ovunque sulla sua strada questa solidarietà, di per sé incompatibile ed in rottura con il sistema
sociale ed economico, viene osteggiata dalle istituzioni e dove possibile criminalizzata.
Oggi più che mai è necessario trovare risposte e contromisure a questo attacco alla solidarietà .
Siete tutti e tutte invitat* alla partecipazione

Ele ,Theo e Bastien Liberi
Tutt* liber*

24/25/26 maggio – Compleanno della Palestra Popolare Dante Di Nanni

CSOA Gabrio – via Millio 42

UNA TRE GIORNI ESPLOSIVA PER FESTEGGIARE GLI OTTO ANNI DELLA PALESTRA PIU’ CARICHI CHE MAI!!!

GIOVEDI 24 MAGGIO

CINESPRITZ – “rassegna diretti al cinema” presenta:

h 20.30 cena conviviale a offerta libera

h 21.30 proiezione del docufilm sulla boxe popolare “PUNCHING THE CITY” alla presenza della regista Mariella Bussolati

Bar aperto, popcorn e presabbene!!!

VENERDI 25 MAGGIO

h 18 ALLENAMENTO COLLETTIVO a porte aperte!

a seguire CENA BELLAVITA, porta ciò che vuoi e condividilo!!

SABATO 26 MAGGIO

FESTAZZA FINALE con PISCINA&MOJITO, MUSICA e GRIGLIATA!

dalle h 16
PISCINA&MOJITO
BIRRE ARTIGIANALI
DISTRO
DJSET SKAROCKSTEADY

dalle h 18
FUOCO E FIAMME:
GRIGLIATA PER TUTT* e GIOCOLERIA

dalle h 21
CONCERTI:
MALAFFARE – Punk Rock
AESSENZIO – Hard Art Rock
KOBRAKILLER – Horror Freak Motor-Rap
ANFI E I MOLESTI – Rock&Roll Degenero

VI ASPETTIAMO E…

LUNGA VITA ALLO SPORT POPOLARE!!!!

Domenica 20 maggio – Fuori dal Cratere Fest!

FUORI DAL CRATERE FEST!

L’intera festa è un BENEFIT per le popolazioni terremotate e l’ingresso è libero.
Al banchetto di FUORI DAL CRATERE troverete la kassettina per le vostre libere offerte.

La festa organizzata dal collettivo torinese e ospitata al C.S.O.A. Gabrio di via Millio 42 a Torino, in collaborazione con Food Not Bombs Augusta Taurinorum, Rumori in Cantina Records e Prime Bande vedrà una pomeridiana open air BENEFIT POPOLAZIONI TERREMOTATE.

Apertura ore 15:00
area banchetti, distro, info e merchandising
spazio giochi per i più piccini Continua la lettura di Domenica 20 maggio – Fuori dal Cratere Fest!