Dopo una grande settimana di mobilitazioni in tutt’Italia, il governo, che sul piano pubblico continua a mantenere una posizione ambigua (e implicitamente complice) sul genocidio portato avanti da Israele, è invece risoluto ed efficiente nel portare avanti il suo progetto di repressione del dissenso interno. Continua la lettura di SOLIDARIETÀ A LƏ COMPAS ARRESTATƏ→
Da più di un anno Maja è rinchius* nelle carceri ungheresi, estradat* e poi torturat* nel paese liberticida di cui Orban è dittatore, per il solo “crimine” di essere antifascista — crimine del quale siamo tutte, tutt* e tutti colpevol*!
Negli ultimi mesi, Maja, ha subito abusi non troppo dissimili da quelli inflitti a Ilaria Salis: catene ai piedi e alle mani, collare e guinzaglio, un processo giuridico opaco e infiltrato da un chiaro messaggio politico fascista e autoritario contro chi lotta per la libertà.
L’attacco a Manituana è un ulteriore atto nella guerra a bassa intensità che l’amministrazione comunale ha dichiarato contro gli spazi liberati e l’auto-organizzazione dal basso. Continua la lettura di In solidarietà a Manituana→
Da marzo ad oggi si sono susseguite a più riprese proteste e scioperi della fame da parte dei reclusi al CPR di corso Brunelleschi. Molti dei detenuti che hanno lottato sono stati quasi tutti trasferiti in altri lager, con l’unico obiettivo di spezzare i legami che si stavano creando con chi dall’esterno solidarizza. Continua la lettura di PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CPR→
Dalla riapertura del lager di Corso Brunelleschi abbiamo sempre cercato di portare la nostra solidarietà alle persone recluse -che sbirri e operatori del centro con nervosismo continuano a chiamare “ospiti”. Continua la lettura di Aggiornamenti dalla raccolta solidale→
L’orologio segna le 6.53. La coda che conduce all’ingresso di via Doré è tanto lunga da girare l’angolo e arrivare all’altro ingresso di via Grattoni. Qui, vengono distribuiti, ogni mattina, circa 8 tagliandini che consentono l’accesso alla struttura per formalizzare la domanda di asilo, un passo fondamentale senza cui i propri diritti al lavoro, alla casa, alla salute sono spesso negati. Fortunatamente, oggi non piove: il gazebo blu montato qualche mese fa non è infatti sufficiente a coprire nemmeno un quarto delle persone che già da ore attendono in coda.
Dopo due anni, torniamo a raccogliere beni di prima necessità per le persone recluse nel CPR. Il lager torinese ha riaperto ormai più di un mese fa; è cambiato l’ ente gestore, ma nella realtà nulla all’interno è cambiato. I detenuti sono trattenuti in condizioni invivibili, sia in termini materiali sia rispetto alla violenza quotidiana a cui sono costretti.