Alcune notizie dopo la consegna delle chiede telefoniche.
Dopo il presidio dello scorso venerdì, ci è arrivata conferma che le schede telefoniche, per utilizzare le cabine interne, sono state distribuite tra i reclusi del CPR di Corso Brunelleschi. In questi giorni cominciano ad arrivare le prime chiamate dall’interno.
Da una serie di telefonate ricevute da dentro il Cpr, apprendiamo che tutte le 35 persone detenute in una delle aree del centro sono entrate in sciopero della famea partire da questo lunedì. Hanno rifiutato pranzo e cena e intendono continuare:
“Qua è un disastro. Qua succede un macello perché la gente non mangia e beve e continuerà così finché non ci sarà una soluzione.”
È di qualche giorno fa la notizia delle misure cautelari applicate nei confronti di alcuni poliziotti e funzionari della questura di corso Verona. All’interno dell’ufficio immigrazione della questura venivano chiesti favori in cambio di permessi di soggiorno o dell’accelerazione di pratiche. La maggior parte delle volte venivano chiesti soldi, ma è stato riportato almeno un caso in cui sono state richieste prestazioni sessuali.
Domenica 19 Giugno ci siamo trovatx contante realtà torinesi sotto le mura del cpr di Corso Brunelleschi, prima di partire in corteo per le strade del quartiere San Paolo e Cenisia, per ribadire che questi Lager vanno chiusi e per ricordare con rabbia tutte le morti di cui quei luoghi e chi li legittima sono colpevoli.
In quasi un anno dall’ultimo sgombero della Casa Cantoniera di Claviere, siamo rimastx qua, in questa valle, su questa sanguinosa e razzista frontiera, vicino alle persone che ogni giorno la sfidano e la superano, nonostante siano costrette a farlo “illegalmente”: controllate, respinte e violate dallo Stato e dalle sue forze armate. Nella stessa valle dove transitano indisturbatx migliaia di “migranti” con documenti in regola, chiamatx turistx. Nella stessa valle dove solo a gennaio di quest’anno la frontiera ha ucciso due persone, Fatallah Belhafif e Ullah Rezwan. Continua la lettura di Nasce un nuovo rifugio autogestito a Cesana in Via Giovanni Battista 18→
Il 23 maggio di un anno fa nel C.P.R. di Torino moriva Moussa Balde, ventitrenne di origine guineiana, vittima di un sistema ingiusto e razzista, che permette la privazione della libertà personale e dei diritti fondamentali delle persone senza documenti. Continua la lettura di TUTTƏ FUORI – Chiudere i CPR, Liberare tuttə →
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