Archivi categoria: Comunicati

L’8 MARZO SEMPRE

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Anche quest’anno l’8 marzo, in tutto il mondo, sarà sciopero femminista e transfemminista per protestare contro tutte le forme di violenza di genere: dalla disparità salariale, alle difficoltà imposte alla libertà riproduttiva, a sessismo, omofobia e razzismo. Viviamo in un paese dove, ancora oggi, la maggior parte dei ginecologi sono obbiettori di coscienza e dove i femminicidi, da inizio 2021, sono già 13; non contando gli abusi e le molestie così come le violenze che spesso vengono taciute.

Come centro sociale Csoa Gabrio, durante il corso degli anni, abbiamo attivato diversi percorsi che attraversano il tema della violenza e del sessismo riflettendo, soprattutto nell’ultimo anno, sulle conseguenze che la pandemia ha avuto sulle donne che risultano le più contagiate dal virus e quelle che hanno perso più spesso il posto di lavoro. Ma non è solo questo. Molte di noi si sono trovate intrappolate in situazioni domestiche dalle quali non avevano più via d’uscita, costrette in una quotidianità imposta con i propri aguzzini.

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NON UNA DI MENO LANCIA LO SCIOPERO DELL’8 MARZO

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "essenziale è il nostro sciopero essenziale è la nostra lotta 8MARZO SCIOPERO GLOBALE FEMMINISTA E TRANSFEMMINISTA NON UNA MENO"

8 marzo 2021: Sciopero globale femminista e transfemminista. Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!

Qui l’appello sul nostro blog: https://nonunadimeno.wordpress.com/…/non-una-di-meno…/

Negli ultimi anni abbiamo vissuto lo sciopero femminista e transfemminista globale come una manifestazione di forza, il grido di chi non accetta di essere vittima della violenza maschile e di genere. Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.

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GEPSA E FORZE DELL’ORDINE RESPINGONO LA SOLIDARIETÀ

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Al Cpr ancora menzogne su menzogne e ingiustizie su ingiustizie

Alla luce delle condizioni denunciate da reclusi e avvocati, come collettivo impegnato nella lotta al Cpr, abbiamo deciso di lanciare una raccolta di coperte e abiti pesanti destinati ai reclusi del Cpr di corso Brunelleschi.
L’idea nasce da una reale necessità espressa da chi è rinchiuso in quelle infami mura e confermata dagli/dalle avvocate che quelle mura le varcano per lavoro.
La pratica della raccolta solidale non è per noi una novità, così come non sono una novità le procedure che precedono l’ingresso dei materiali raccolti, avendo già più volte in passato raccolto cibo e schede telefoniche per i detenuti del Deportation Camp di Torino.
Come abbiamo già raccontato nel comunicato a nostra firma uscito Venerdì 19/2, mercoledì scorso alcune compagne del collettivo sono andate a portare i materiali della raccolta solidale al Centro per il Rimpatrio, sono state però respinte all’ingresso da parte di un incaricato dell’ente gestore, per la presunta violazione di ipotetiche procedure mai richieste ed adottate le scorse consegne solidali.
Tra le varie motivazioni accampate ci è stata contestata l’assenza di un certificato di sterilizzazione dei materiali, procedura sanitaria di cui neanche gli avvocati degli stessi reclusi sanno stabilire la veridicità, così come la garante dei Detenuti.

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GLI SPAZI LIBERI LI FANNO LE DONNE CHE LI ATTRAVERSANO

Vogliamo esprimerci sulla vicenda riguardante Alessandro Luna, uno degli animatori della rivista studentesca Scomodo, che sul proprio profilo instagram ha stilato una “classifica” di alcuni centri sociali italiani mediante un criterio sessista e prevaricante. In quanto compagne e compagni del Csoa Gabrio ci schieriamo contro ogni tipo di pratica che vada ad intaccare i percorsi che costruiamo con fatica e amore ogni giorno: percorsi di lotta, incluedenti, orizzontali, attraversabili, antisessisti e safe.

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Alessandro Luna millantatore di se stesso viene accolto come vengono accolti compagni e compagne continuamente all’interno degli spazi, soprattutto se con un background che gli fa da biglietto da visita: scrittore presso Scomodo, una rivista antifascista romana di under 25 che tratta tematiche care a tutte e tutti noi. Ma dietro ciò si nasconde, neanche troppo veletamente, il solito maschio cis etero patriarcale che inserisce la donna all’interno di categorie oggettivizzanti. Vicino a menu, location, servizio troviamo infatti la dicitura FIGA, come se la donna potesse rientrare all’interno di una categorizzazione tale da poterle attribuire una votazione. E con una banalizzazione aberrante, degna delle menti più ignoranti d’Italia, le donne dei centri sociali vengono dipinte, da un presunto compagno, come carne da macello farcite di giudizi sulla loro pulizia, sul modo di vestire, sul loro stile di vita e sulla loro sessualità. Che si tratti di satira venuta male, di un “facciamoci due risate” o di un tentativo incomprensibile di beffa, noi, sentiamo solamente rieccheggiare lo spettro della violenza che si camuffa e contorce ripresentandosi nelle stesse forme.
Ci siamo stancante di doverci sentire, anche all’interno degli spazi che attraversiamo, come una merce appetibile o meno!
Ci siamo stancante dei giudizi e dei commenti non richiesti!
Ci siamo stancate delle prevaricazioni e delle violenze, qualsiasi forma queste assumano!
Vogliamo chiarire che non siamo più disposte ad accettare questi comportamenti violenti, nè niente di simile, nè ora nè mai!
Quello che abbiamo visto ed ascoltato non può essere in alcun modo giustificato da nessun di noi!
FUORI I SESSISTI DAGLI SPAZI E DALL’UNIVERSO!

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LA PANDEMIA VISTA DAI GHETTI DELL’AGROALIMENTARE: STRUMENTALIZZAZIONI, ABBANDONO E RESISTENZE

A Saluzzo la stagione è quasi finita. Rimangono da raccogliere ancora le ultime mele invernali. I lavoratori, così come sono arrivati, se ne sono andati. Da dove fossero venuti, dove siano stati in questi mesi e dove siano andati ora rimane un mistero. Mirtilli, pesche, mele e kiwi sono arrivate dai campi agli scaffali dei supermercati senza alcuna differenza di prezzo rispetto agli anni precedenti, e questo è quanto basta sapere. Proviamo qui invece a dare risposta ad alcune domande, per scoprire chi e come, nonostante una pandemia, abbia raccolto la frutta.

Cosa è successo ai lavoratori stagionali che erano a Saluzzo durante l’estate?
Come si sta evolvendo la situazione nei distretti agroindustriali del mezzogiorno?
Come la crisi sanitaria sta impattando sulle condizioni di vita di chi già viveva nella segregazione?

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Pandemia e riduzione del diritto salute le responsabilità della politica e delle speculazioni

Siamo in piazza Castello per ribadire che nessuno deve rimanere indietro a causa della pandemia. Per rivendicare reddito, salute e istruzione per tutti e tutte.

Nonostante l’impressionante dispositivo messo in campo dalla questura, manifestare rimane un diritto.

Se possiamo lavorare possiamo anche manifestare.
Di seguito il nostro comunicato sulla giornata di oggi.

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IL LUPO VESTITO DA AGNELLO

L’ipocrisia delle modifiche al Decreto Sicurezza in un’Europa che si fa sempre più fortezza

In questi giorni, quotidiani e telegiornali hanno aperto con alcuni titoloni sull'”abolizione” dell’odioso Decreto Salvini. I leader del centro sinistra si sono lanciati in annunci trionfali, intonando inni al ritorno ad un Italia più accogliente ed umana.
L’ipocirsia o l’ingenuità di chi canta vittoria davanti a così tanta pochezza, fingendo di non essere a conoscenza della linea sempre più dura e disumana che adoterrà l’Unione Europea in tema di gestione dei flussi migratori e di controllo dei confini non ci sorprende e manifesta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto le decisioni istituzionali in materia di migrazioni siano inscindibili da un razzismo dilagante sempre più discriminatorio.

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Non siamo mica gli americani, noi sì che possiamo sparare agli africani.

Il razzismo in Italia ha profonde radici storiche nel colonialismo mai affrontate pubblicamente.
 
1882: inizia l’occupazione dell’Eritrea conclusa nel 1885. Nel 1947 l’Eritrea diventa uno stato indipedente, ma nessun governo italiano ha mai chiesto il perdono al popolo eritreo per i 60 anni di occupazione e dominazione.
1889: inizia l’occupazione della Somalia conclusa nel 1908. Nel 1960 la Somalia diventa indipendente, ma gl’italiani impediscono le elezioni a suffragio universale, obbligando ad un voto su base tribale dando così origine alle guerre intestine che tutt’ora proseguono. Nessuno governo italiano ha mai chiesto il perdono del popolo somalo per i 70 anni di occupazione e dominazione.
1911: aggresione e occupazione della Libia, che si concluse tra il 1923/1925 quando il generale Graziani guidò con spietata ferocia una lunga campagna di distruzione della resistenza libica compiendo massacri e deportazioni per cui si guadagnò il soprannome di “macellaio del Fezzan”.L’Italia fascista creò un campo di prigionia e sterminio dei libici in Puglia nelle isole Tremiti. La Libia diventa indipendente nel 1947 e mai nessun governo italiano ha mai chiesto il perdono del popolo libico per le atrocità commesse.

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Presidio Piazza Castello – 2 giugno 2020

Oggi siamo andat* in piazza Castello, davanti al palazzo della regione, per lanciare un primo segnale.

Insieme a noi molte delle persone che hanno partecipato alle Assemblee di Quartiere, fin dalle due e mezza in piazza sotto il sole, hanno portato vivacità e determinazione al presidio come poch* altr*.
Gli inviti all’unità solo un insulto quando si scarica il cento per cento dei costi della crisi sempre e solo su lavoratrici e lavoratori, studenti/esse e disoccupati/e, senza toccare e anzi rimpinguando le casse di chi possiede già gran parte della ricchezza.
Non staremo in silenzio. Continua la lettura di Presidio Piazza Castello – 2 giugno 2020