Archivi categoria: Iniziative

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NO ALLA BASE U.S.A. – NO DAL MOLIN

 

Caricare persone pacifiche?

A Vicenza si può: cronaca dei pestaggi.

Cariche della polizia - No Dal Molin

 Guarda il video

per ultriori aggiornamenti: www.nodalmolin.it

Un sit in pacifico, con donne e uomini, giovani e anziani, sgomberato Festival No Dal Molin da - www.nodalmolin.ita manganellate: calci, pugni, le donne alzate da terra per i capelli. Un poliziotto che infila le mani nelle tasche di un manifestante sdraiato, gli sfila le chiavi dell’auto e se le infila nel taschino della giubba. Manganellate sulla siepe di recinzione della proprietà privata all’interno della quale si rifugiano i manifestanti, nel tentativo di colpire qualche altra testa, dopo aver fatto già una ventina di feriti.

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Il Pacco per tutt@

Il “pacchetto sicurezza”, gli stranieri e la Costituzione. Prime note

 a cura di: Alessandra Algostino – Prof. associato di Diritto pubblico comparato Università degli Studi di Torino

Il “pacchetto sicurezza” presentato dal Governo il 21 maggio 2008 consta di un decreto-legge (D.L. 23maggio 2008, n. 92, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica), un disegno di legge (A.S. n. 733, Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), tre schemi di decreti legislativi in tema di status degli stranieri (in specie in relazione al ricongiungimento familiare, alla richiesta di asilo politico, all’iscrizione anagrafica, all’allontanamento e alla detenzione dei cittadini comunitari). In questa sede non si intende ricostruire in maniera organica il contenuto dei vari provvedimenti, ma limitarsi ai profili delle norme riguardanti gli stranieri che impattano, o, meglio si può dire, collidono con norme e principi costituzionali. Innanzitutto, due osservazioni di carattere procedurale, che, peraltro, inevitabilmente, trascinano con sé considerazioni di carattere sostanziale inerenti temi cardine del diritto costituzionale, come forma di governo e forma di stato. Continua la lettura di Il Pacco per tutt@

Ciò che deve accadere accade

Dalla mail che ci ha segnalato l’occupazione:” ..Mentre voi politici state a blaterare sul perchè per come, i migranti fanno, agiscono, creano […] Sono stanchi di promesse non mantenute se non per calcolo e se il mezzo dell’occupazione può portare all’abitare cosa hanno da perdere: loro fanno , si prendono ciò che gli spetta. Cos’è più illegale occupare uno stabile in disuso da anni o non dare loro una casa . Questo hanno capito…”

“Ci siamo stancati di chiedere, cominciamo a prendere” [meltingpot -Parma-]

Occupato un palazzo in città Queste parole, rilasciate da B., rifugiato eritreo, commentano meglio di tanti discorsi usciti in questi mesi da Prefettura e Comune la situazione di molti rifugiati che vivono a Parma. La scorsa notte, in concomitanza con la festa delle case occupate, una ventina di persone, rifugiati o con permesso per motivi umanitari, hanno occupato un palazzo chiuso per ristrutturazione da anni. Lavori di ristrutturazione mai iniziati, di fatto un palazzo abbandonato. Dalla fine dell´inverno, con la chiusura dei dormitori, sempre più persone sono costrette a ricavarsi rifugi di fortuna per trascorrere la notte; per riuscire a riposare un po´ prima di tornare al lavoro, magari in nero in qualche cantiere delle grandi e piccole opere che rendono le città sempre più escludenti, oppure prima di andare a scuola di italiano o di formazione al lavoro. Tra queste molti dei rifugiati politici che vivono a Parma, in lotta con la Prefettura per vedere riconosciuti i propri diritti, per un´accoglienza vera, dalla casa all´accesso ad un reddito, che dia un senso al documento che portano con sé e che devono mostrare 4-5 volte al giorno, spesso di notte mentre dormono sotto i portici della Pilotta, alle forze dell´ordine. Continua la lettura di Ciò che deve accadere accade

FESTA delle SOMMOSSE

Sabato 5 luglio dalle ore 17, al csoa Gabrio

(spazio
estivo)- via Revello 3 (Torino)
sommossetorino@noblogs.org

Dal pomeriggio workshop “safe sex & fun”,  video-installazioni , mostre,
mercatino libero (porta ciò che non usi più e prendi ciò che ti serve!), info stand, sorprese e relax, spazio bimb*.

Dalle ore 19 aperitivo on the beach e musica con la performance di Ideabatteria.

Dalle ore 22 dykeJ set
con False Alarm e Ladydestroy e, a seguire,
concerto hip hop con Cherry,
Nadya, Elfa, Ila htf, Nora,
Funky Arale e Gamma.

Sommosse è una rete nazionale di femministe e lesbiche che
nasce dalla manifestazione nazionale del 24 novembre 2007 a Roma contro la violenza maschile sulle donne.
I
nostri percorsi proseguono affrontando tematiche che vanno
dall’autodeterminazione delle donne e delle lesbiche alla
comunicazione, dall’immigrazione alla precarietà femminile.

Presentazione di SLUM 1.5

Giovedì 3 luglio 2008

ore 21:00 Bar Estivo

Presentazione “informale” del nuovo prodotto di SLUM conflitti/Metropoli.

 

“Eravamo impegnati a discutere i contenuti del secondo numero di Slum, dopo una pausa di alcuni mesi. La sconfitta elettorale e la fuoriuscita della sinistra arcobaleno dalle istituzioni rappresentative nazionali, con il dibattito che ne è seguito, ci hanno fatto optare per un ulteriore breve rinvio. Il 13 aprile non ha rappresentato certo una svolta epocale ma certamente ha mutato lo scenario “soggettivo” e contribuito a ri-orientare lo sguardo di tanti attivisti.” […] “Restiamo convinti, anche “après le déluge”, della necessità di un lavoro organizzato di “retrovia” che agisca dentro le reti e i luoghi dell’attivismo per ampliarne sguardo analitico e prospettiva politica.”

scarica il file di 106673-SLUM_1.5.NEW.pdf

 

 

Presidio – Fermiamo il genocidio in Darfur –

FERMIAMO LA GUERRA IN DARFUR FERMIAMO IL GENOCIDIO

Sabato 23 Agosto 2008 dalle ore 14:00 alle ore 18:00

piazza castello fronte prefettura

sono invitati gli immigrati del darfur e gli amici e le amiche italian@ e del mondo

È stato asserito che nel mese di agosto del 2003 Ahmad Harun, un ministro del governo sudanese, e Ali Kushayb, uno dei capi della milizia Janjaweed, coordinarono la distruzione di Bindisi, una città nel Darfur. Il Pubblico Ministero dell’ICC (Tribunale Penale Internazionale) sostiene che i loro seguaci hanno ucciso più di 100 civili appartenenti alla tribù Fur, violentato donne e ragazze, distrutto la moschea e le scorte di cibo, e costretto 34.000 persone a fuggire. Da quando il mandato per il loro arresto è stato emesso dal Tribunale Penale Internazionale, nessuno incriminato è stato consegnato all’ICC o perseguito dai tribunali sudanesi. Continua la lettura di Presidio – Fermiamo il genocidio in Darfur –

lun 16 giugno 08 – I PANNI SPORCHI SI LAVANO IN CASA???

I panni sporchi si lavano in casa???

Lunedi 16 giugno alle ore 21 presso il centro sociale
gabrio via Revello 3 si ritrova un gruppo spontaneo di
donne per un momento di discussione rispetto alle diverse
tematiche legate alla violenza di genere . I dati che
emergono dalle indagini Istat sono impressionanti e
purtroppo sono incompleti perche’ la maggior parte delle
situazioni di violenza familiare rimangono nascoste
all’interno delle mura domestiche. I maltrattamenti
familiari comprendono diversi tipi di violenza da quella
fisica a quella psicologica. La violenza colpisce la donna
nella sua totalita’ e troppo spesso nei casi in cui la
donna trova la forza di denunciare cio’ che ha subito,
invece di essere tutelata e sostenuta , si trova a subire
gli effetti di una vittimizzazione secondaria .Da parte
delle forze dell’ordine non viene colta la gravita’ del
reato denunciato, si cerca di minimizzare i fatti avvenuti
come banali discussioni in “famiglia” e viene indicata la
via della riappacificazione. L’ impatto con il mondo
giudiziario per i re ati legati alla violenza di genere,
crea nuovamente un senso di impotenza e di frustrazione
poiche’ si incontrano vuoti legislativi enormi, come se il
problema non fosse poi cosi’ diffuso e allarmante. Tutte
le donne sono invitate a partecipare a questo momento di
discussione e di confronto su un tema che ci riguarda
tutte e che puo’ trovare soluzione solo a partire dalla
nostra partecipazione.

Le compagne del csoa Gabrio

SABATO 7 GIUGNO ORE 15:30 – I DANNATI DEL LAVORO

“I DANNATI DEL LAVORO”
Ed. Sensibili alle foglie
a cura di Renato Curcio

I migranti fanno parte di quelle moltitudini di esclusi che
Frantz Fanon definì i ‘dannati della terra’ e che in
quest’epoca sono i nuovi ‘dannati del lavoro’. Questa
ricerca, svolta con lavoratrici e lavoratori migranti, mette
in luce le discriminazioni che i migranti subiscono nel
mondo del lavoro, i dispositivi del razzismo culturale e
quelli delle leggi che regolano il ‘circuito di
Schengen’. E mette in dubbio le ‘certezze’ sulla
nostra ‘identità europea’ e le pigre complicità
intellettuali con cui le accogliamo senza neppure accorgerci
di diventare così sempre più stranieri a noi stessi.
SABATO 7 GIUGNO ORE 15:30
Presentazione del libro e dibattito
Interviene Renato Curcio (curatore del volume).

VERITA’ E GIUSTIZIA PER FATIH! CHIUDERE I CPT ORA!

corteo no cpt san paolo

Circa 500 persone hanno partecipato oggi al corteo
“Verità e Giustizia per Fatih – Chiudere i CPT”.
Avevamo indetto il corteo lo scorso lunedì, dopo che nel fine settimana precedente
un ragazzo tunisino, detenuto al CPT di corso Brunelleschi-via Mazzarello era
morto, dopo oltre un giorno di agonia senza aver ricevuto le cure adeguate ed anzi completamente inascoltato nonostante sia lui che molti degli
alri migranti presenti nel CPT avessero a più riprese chiesto l’intervento del
personale che gestisce il lager di Torino.
In questa settimana dalla morte di Fatih, sono state molte le dichiarazioni
apparse sui quotidiani locali, tutte volte a screditare l’ipotesi
dell’omissione di soccorso; alcune tentando di ridurre il tutto ad una morte
naturale ed accidentale come ha provato a sostenere l’immancabile sindaco
Chiamparino, altre dai contenuti abominevoli e razzisti, come quelle del
Colonnello della
Croce Rossa (che gestisce il CPT) Antonio Baldacci, che ha superato ogni limite
di decenza parlando di tentativi di strumentalizzazione in atto e di una naturale
predisposzione dei clandestini a mentire!
Le ragioni del corteo erano molte: innanzitutto quella di impedire che sulla
morte di Fatih calasse il silenzio; poi quella di continuare a chiedere con
forza la chiusura dei CPT, e infine ovviamente quella di indirizzare ai reclusi
la solidarietà dall’esterno.
Il corteo è sfilato per le strade del quartiere San Paolo con la presenza dei
centri sociali e di diverse/i migranti, e partendo dalla denuncia della morte
di Fatih, ha lanciato al quartiere un messaggio anti-razzista in senso complessivo:
soprattutto la presenza degli immigrati e delle immigrate che hanno preso la
parola e conquistato protagonismo ha dato alla manifestazione un carattere fortemente comunicativo.
Durante il percorso molti slogan e interventi hanno parlato di Fatih e della
repressione quotidiana che i migranti e le migranti subiscono ogni giorno
nelle nostre città, ma anche della difficoltà comune di italine/i e immigrate/i di arrivare a fine mese senza essere ostaggi dei ricatti del lavoro precario o
in nero; contro le espulsioni, le discriminazioni, contro le politiche
securitarie, per l’unica reale sicurezza che ci interessa, ovvero quella dei nostri diritti di cittadinanza.

Il cortero è arrivato fino davanti al vecchio ingresso del CPT
di corso Brunelleschi, dove era già in corso un presidio organizzato
dall’Assemblea Antirazzista.
Come “Gabrio” dopo esserci fermati in corso Brunelleschi, abbiamo
ripercorso il quartiere dal CPT verso il centro sociale per allargare i
contenuti della giornata di lotta anche a quella parte di territorio di San
Paolo meno prossima al CPT. Da 9 anni, dalla sua apertura portiamo avanti lotte e iniziative
contro il CPT, perchè non vogliamo che questi lager esistano nè qui nè altrove;
e continueremo i nostri percorsi di lotta, per Fatih; per le centinaia di morti
che hanno prodotto le politiche razziste sull’immigrazione portate avanti indistintamente da
tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni;
per le migliaia di persone che lasciano la propria casa e propri affetti e
arrivano nel nostro paese in cerca di DIGNITA’.

“QUA SIAMO COME IN UN CANILE”

Tra pacchetti sicurezza e campagne d’odio per il
diverso si muore nel CPT di Torino
Un morto dopo cinque giorni. E’ questo il
bilancio della prima settimana di funzionamento del nuovo CPT di corso
Brunelleschi
via Mazzarello. Il
“nuovo” centro di detenzione è stato inaugurato in gran segreto
lunedì mattina e, costato 12milioni di euro per la prima parte dei lavori, è
una delle eredità che due anni di governo centro-sinistro ci regala, e
soprattutto regala alla destra oggi nuovamente al potere.
La prima vittima del “nuovo CPT, più umano e più civile”,
si chiamava Fathi Manai, magrebino 38 anni, che la scorsa notte è morto,
probabilmente a causa di una polmonite, senza aver ricevuto le cure adeguate, abbandonato a se stesso, nonostante da due giorni continuasse
a lamentarsi.
Il racconto che emerge da una intervista rilasciata al quotidiano
“la Repubblica”
da uno dei
compagni di Fathi, Mohammed è agghiacciante.

«Per tutta la giornata di venerdì stava malissimo. Si lamentava. Non si
reggeva in piedi.


Aveva la febbre alta, mi ha persino chiesto di toccargli la fronte perché
sentissi anch’io».

Alle tre di pomeriggio è stato visitato dal medico di guardia,
nell’infermeria della Croce Rossa.


«Ma forse pensavano fosse una cosa leggera o non gli hanno creduto
perché gli hanno dato
 una medicina, se ho capito bene un antibiotico, senza nemmeno verificare se potesse
essere allergico.
Fathi era tossicodipendente, prendeva il metadone, aveva problemi, stava
ancora male. Eppure
non hanno voluto più saperne di lui.L’hanno lasciato solo. L’hanno trattato
come un animale».


A mezzanotte e mezza la situazione si è aggravata.


«Ho perso la voce a furia di urlare a mezzanotte e quarantacinque gridavamo
tutti.


Dopo un po’ è arrivato un addetto della Croce Rossa. “Fino a domani mattina
non c’è il medico”,
ha spiegato. Poi se n’è andato. Fathi si è steso sul suo letto, era caldo,
stava malissimo… ».