TORINO – ASSEMBLEA SABATO 15 NOVEMBRE ore 14.30
Cascina Marchesa, corso Vercelli 141/7
Per il protagonismo delle e dei migranti
Stiamo assistendo ad un crescendo di violenze, soprusi, intimidazioni generati dalla strategia di criminalizzazione del governo e dei media nei confronti dei/delle migranti, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
In un momento come questo a poco valgono le enunciazioni di principio e la difesa antirazzista d´ufficio. Questo è il momento di mettere in campo tutte le forze per contrastare quest´offensiva e costruire una lotta che veda a fianco migranti e native/i. Una lotta sociale sia per i diritti, la dignità, il rispetto, sia per i bisogni concreti come la casa, il lavoro e la salute; una lotta che parta dal riconoscere obiettivi, appartenenze e principi comuni attraverso percorsi e azioni condivisi.
L´attacco ai diritti delle/dei migranti è un tassello fondamentale nell´attacco generalizzato allo stato sociale e ai diritti di tutte/i; anche per questo bisogna sostenere il loro protagonismo, perché solo con il loro impegno diretto la lotta per i diritti sociali e democratici – delle/dei migranti e delle/dei nativi – può avere successo.
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Il quotidiano conflitto per la sopravvivenza dei/delle rifugiati/e. Una storia di dignità e conflitto nella metropoli
Lega la lega
Contro la crisi CASA PER TUTTE/I
Immagini occupazione ex clinica san paolo

Il volantino degli occupanti e del comitato di solidarietà:
Uomini, donne e bambini, che per mesi hanno atteso una risposta concreta da parte del Comune di Torino. L’ufficio stranieri ha dimostrato di non essere in grado di trovare una soluzione per queste persone, costrette a dormire per strada con l’avvicinarsi dell’inverno, e così, per rispondere alle inefficienze e alle mancanze del comune gli occupanti della ex-clinica hanno deciso di alzare la testa per rivendicare il diritto alla casa.
Sappiamo bene che il problema casa non riguarda unicamente immigrati e rifugiati, ma è un problema di tutti e tutte nella nostra società. E la lotta per la casa attraverso l’occupazione di edifici vuoti e abbandonati all’incuria e alla speculazione è un gesto che tutti possono fare, e siamo pronti a dare la nostra piena solidarietà a tutti gli italiani che, stufi di stare per anni in lista di attesa per una casa popolare, stufi di pagare un affitto esagerato, stanno vivendo in case occupate o decideranno di farlo.

Già un anno fa un gruppo di rifugiati/e provenienti dal Corno d’Africa nelle stesse condizioni e con gli stessi bisogni, occupò uno stabile in via Bologna dove tutt’ora vivono ottanta persone e che il comune sembra aver dimenticato.Questa nuova occupazione è la continuazione di quel percorso, consci che solo l’unione ci darà la forza di resistere e abbattere quelle politiche economiche e sociali che anche qui, nel ricco occidente, generano sacche di povertà non tollerabili.
Oggi, sabato 25 ottobre, la Lega Nord ha organizzato un presidio per chiedere lo sgombero dell’occupazione, inventando fandonie sul fatto che lo stabile sia pieno di clandestini, o che l’occupazione della clinica San Paolo voglia far nascere un nuovo centro sociale: niente di tutto questo! Oggi la clinica San Paolo è diventata una casa per chi non aveva nemmeno un tetto sotto cui stare. La Lega vuole dividere e strumentalizzare, vuole cercare consensi soffiando sul fuoco della paura e della crisi economica: vogliono far finta di essere il partito che sta dalla parte della gente, ma sono alla fine dei conti uno dei tanti partiti che urla e sbraita e poi corre a dividersi soldi e poltrone fregandosene dei bisogni reali delle persone.
La lotta per la casa è una lotta di tutti e tutte e si può vincere solo se ogni occupazione viene difesa da tutti.
Rinnoviamo a tutta la cittadinanza l’invito a portare solidarietà politica e materiale all’occupazione e soprattutto ad opporsi con ogni mezzo a chi, come oggi, cerca di strumentalizzare le lotte in nome di un carrierismo politico basato su valori razzisti e xenofobi.
Comitato di solidarietà con rifugiati/e e migranti
CASA AFRICA 2 – occupazione delle/dei rifugiate/i
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Oggi domenica 12 ottobre 08 alle ore 16 un centinaio di
rifugiati/e provenienti in prevalenza dalla Somalia non avendo trovato risposte
dalle istituzioni hanno occupato lo stabile di corso Peschiera 180 (ex clinica
San Paolo) in disuso da diversi anni. Dai balconi dello stabile hanno appeso
degli striscioni che reclamano “casa per tutte/i” e “diritti per le/i
rifugiate/i”.
Si è fatto un volantinaggio sotto gli occhi dei passanti un
po’ stupiti per fare sapere al quartiere chi sono e cosa stessero facendo.
Le condizioni dello stabile attualmente sono pessime, manca
l’elettricità, i sanitari sono distrutti, i cavi dell’impianto elettrico non ci
sono. Si è tenuta la prima assemblea all’interno dello stabile per organizzarsi
per la notte e per la prima cena nello stabile occupato, per il momento si
userà un generatore per le luci.
Chiediamo la solidarietà attiva della cittadinanza civile.
vedi foto: ex clinica san paolo
ascolta: voce di un rifugiato.amr
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APERTURA SPORTELLO DI AUTODIFESA LEGALE IL_LEGALE

giorni e orari:
lunedì e giovedì dalle 18,30 alle 20,30
Traduzioni in lingua wollof, arabo, francese, inglese e spagnolo
Siamo lavorator*, student*, inquilin* , italian*, migranti che hanno deciso di mettersi in rete, di non subire la vita quotidiana passivamente, ma di attivarsi. Ristrutturando una piccola zona di una scuola abbandonata e da anni occupata dai ragazzi del quartiere che ne hanno fatto un centro sociale, abbiamo voluto dotare noi e il quartiere stesso di uno strumento di autodifesa legale.
Il Pacco per tutt@
Il “pacchetto sicurezza”, gli stranieri e la Costituzione. Prime note
a cura di: Alessandra Algostino – Prof. associato di Diritto pubblico comparato Università degli Studi di Torino
Appello – L’assistenza a tempo determinato per gli immigrati comunitari – Adesioni a questo indirizzo:cobspiemonte@gmail.com
L’assistenza a tempo determinato per gli immigrati comunitari
Il Servizio Adulti in Difficoltà (S.A.D.) del Comune di Torino a fine maggio ha fatto pervenire alle case di ospitalità notturna una circolare contenente le nuove disposizioni in materia di accoglienza riguardo agli stranieri comunitari, operative, in forma sperimentale, a partire dal 1° giugno 2008.
Gli ospiti, la cui nazionalità è inclusa in un elenco comprendente gli stati membri e quelli equiparati, sono tenuti alla compilazione di un atto sostitutivo di notorietà in cui dichiarano di avvalersi del servizio, per la prima volta dopo la data di entrata in vigore e garantendosi l’accesso al sistema delle liste di attesa per un periodo massimo di 3 mesi. Tale limite verrà notificato dagli operatori in turno apponendo una data di scadenza su tale documento, redatto in duplice copia, una in lingua italiana da inviare al S.A.D., l’altra in lingua rumena da consegnare all’interessato.
Non sono state fornite al momento traduzioni in altre lingue.
Il ridotto periodo di ospitalità è prorogabile o revocabile a discrezione dell’ufficio competente in base alla singola analisi dei casi; studio già parzialmente redatto e dal quale emerge una lista di poco più di una decina di soggetti recanti problematiche sanitarie degne di nota e che pertanto al termine del periodo individuato di tre mesi potranno essere accolti nei soli posti di emergenza riservati alle persone in stato di grave disagio.
Nuova occupazione in via Pisa 5
| Ci siamo stancati di questa miseria
Vi ringraziamo per la vostra attenzione, I nuovi abitanti di Via Pisa 5
|
|
Visualizzazione ingrandita della map |
Fuori dopo tre mesi i comunitari dalle case di ospitalità notturna
In
seguito alla disposizione emanata dal Servizio Adulti in Difficoltà,
riguardante le nuove modalità di accesso alle Case di Ospitalità
Notturna riservate ai cittadini comunitari, si è generato un acceso
dibattito all’interno delle equipe che vi lavorano, ambito allargato ad
altri lavoratori del sociale nonchè semplici cittadini.
Come operatori, i punti critici che si evidenziano sono molteplici e di
differente natura. Non privi certamente di proposte atte ad
oltrepassare l’attuale situazione che, peraltro, genera smarrimento
tanto negli addetti ai lavori quanto e soprattutto nelle persone
interessate dalle direttive espresse nella circolare. Continua la lettura di Fuori dopo tre mesi i comunitari dalle case di ospitalità notturna
Ennesimo episodio di intolleranza a Torino
“Torino, 9 giugno 2008
tipo Milano, nel vecchio campo nomadi di via Lega, datata residenza di un gruppo
di sinti piemontesi.
spropositati agenti e mezzi agli ingressi nonchè costrizione dei residenti di
uscire dalle loro abitazioni per confluire al centro del campo ed essere infine
sottoposti a sfibranti controlli personali.
di potenziali indicazioni per ulteriori insediamenti abitativi a misura di
cittadini italiani, sì diversi, ma decisamente radicati, dopo molte
tribolazioni, sul territorio.
essere stati bistrattati ed offesi come persone e come cittadini: è anche uno
sgarbo alla ospitale città di Torino, “medaglia d’oro” alla Resistenza che ha
fatto riacquistare la libertà a tutti i cittadini dopo un periodo oscuro e
autoritario decisamente cancellato che non deve mi più ritornare.
Un gruppo di sinti con l’Opera Nomadi”
VERITA’ E GIUSTIZIA PER FATIH! CHIUDERE I CPT ORA!

Circa 500 persone hanno partecipato oggi al corteo
“Verità e Giustizia per Fatih – Chiudere i CPT”.
Avevamo indetto il corteo lo scorso lunedì, dopo che nel fine settimana precedente
un ragazzo tunisino, detenuto al CPT di corso Brunelleschi-via Mazzarello era
morto, dopo oltre un giorno di agonia senza aver ricevuto le cure adeguate ed anzi completamente inascoltato nonostante sia lui che molti degli
alri migranti presenti nel CPT avessero a più riprese chiesto l’intervento del
personale che gestisce il lager di Torino.
In questa settimana dalla morte di Fatih, sono state molte le dichiarazioni
apparse sui quotidiani locali, tutte volte a screditare l’ipotesi
dell’omissione di soccorso; alcune tentando di ridurre il tutto ad una morte
naturale ed accidentale come ha provato a sostenere l’immancabile sindaco
Chiamparino, altre dai contenuti abominevoli e razzisti, come quelle del
Colonnello della
Croce Rossa (che gestisce il CPT) Antonio Baldacci, che ha superato ogni limite
di decenza parlando di tentativi di strumentalizzazione in atto e di una naturale
predisposzione dei clandestini a mentire!
Le ragioni del corteo erano molte: innanzitutto quella di impedire che sulla
morte di Fatih calasse il silenzio; poi quella di continuare a chiedere con
forza la chiusura dei CPT, e infine ovviamente quella di indirizzare ai reclusi
la solidarietà dall’esterno.
Il corteo è sfilato per le strade del quartiere San Paolo con la presenza dei
centri sociali e di diverse/i migranti, e partendo dalla denuncia della morte
di Fatih, ha lanciato al quartiere un messaggio anti-razzista in senso complessivo:
soprattutto la presenza degli immigrati e delle immigrate che hanno preso la
parola e conquistato protagonismo ha dato alla manifestazione un carattere fortemente comunicativo.
Durante il percorso molti slogan e interventi hanno parlato di Fatih e della
repressione quotidiana che i migranti e le migranti subiscono ogni giorno
nelle nostre città, ma anche della difficoltà comune di italine/i e immigrate/i di arrivare a fine mese senza essere ostaggi dei ricatti del lavoro precario o
in nero; contro le espulsioni, le discriminazioni, contro le politiche
securitarie, per l’unica reale sicurezza che ci interessa, ovvero quella dei nostri diritti di cittadinanza.
Il cortero è arrivato fino davanti al vecchio ingresso del CPT
di corso Brunelleschi, dove era già in corso un presidio organizzato
dall’Assemblea Antirazzista.
Come “Gabrio” dopo esserci fermati in corso Brunelleschi, abbiamo
ripercorso il quartiere dal CPT verso il centro sociale per allargare i
contenuti della giornata di lotta anche a quella parte di territorio di San
Paolo meno prossima al CPT. Da 9 anni, dalla sua apertura portiamo avanti lotte e iniziative
contro il CPT, perchè non vogliamo che questi lager esistano nè qui nè altrove;
e continueremo i nostri percorsi di lotta, per Fatih; per le centinaia di morti
che hanno prodotto le politiche razziste sull’immigrazione portate avanti indistintamente da
tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni;
per le migliaia di persone che lasciano la propria casa e propri affetti e
arrivano nel nostro paese in cerca di DIGNITA’.