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Non finisce qui, ancora non è finita: In strada, nelle piazze “I Love Gabrio”.

550096_4830287479953_1846227548_nEstate 2012. In maniera del tutto casuale si viene a conoscenza che il Comune ha stanziato 500.000 euro per la “bonifica degli stabili in via Revello 3 e 5”. Quegli indirizzi, da 18 anni, ospitano il CSOA Gabrio, il Centro Sociale di Zona San Paolo.

La bonifica è necessaria per rimuovere l’amianto, la bonifica in questa situazione e con quel finanziamento significa l’abbattimento degli immobili. Significa, evidentemente, lo sgombero del Gabrio.

Gli/le occupant* hanno provato più volte negli anni ad interrogare le istituzioni sul problema amianto, senza ottenere alcuna risposta sensata. Gli/le occupant* sono intervenuti per limitare il disperdersi delle polveri pericolose con lavori sui tetti degli stabili, preoccupati, loro sì, della salute di chi frequenta il Centro e di chi abita nella zona. Ma ecco che ora il Comune si sveglia e si accorge che la salute dei cittadini è in pericolo. Come se la città non fosse piena di manufatti in amianto, altrettanto se non più pericolosi. Come se il Comune, che fa poco o niente per risolvere la questione delle polveri sottili legata all’inquinamento atmosferico, fosse realmente interessato alla salute dei cittadini.

Ecco, con queste premesse e con un probabile sgombero sulla testa, gli/le occupant* del Gabrio decidono di muoversi, di far conoscere la situazione, di porre fortemente all’attenzione di tutt* la loro posizione.

Nasce la campagna I love Gabrio

LA CAMPAGNA

La questione è principalmente politica. Con questa convinzione a settembre 2012 viene lanciata la campagna I love Gabrio. Amianto per nessuno Gabrio per tutt*,. Siamo infatti certi che dietro le “nobili” (e tardive) motivazioni del Comune per intervenire in via Revello vi sia principalmente la volontà di far tacere una voce scomoda del panorama politico torinese. Probabilmente non par vero a Fassino e al suo assessore Passoni che finalmente vi sia la possibilità di eliminare il Gabrio con una motivazione sostanzialmente inattaccabile. Tutto ciò ci appare paradossale. Per questo decidiamo di denunciare pubblicamente l’atteggiamento omertoso del Comune nei nostri confronti smascherando tutte le sue lacune. Questo è lo spirito con il quale viene lanciata la campagna, che chiede sì la bonifica e il rispetto per il diritto alla salute (e ci mancherebbe, siamo i primi interessati e gli unici che hanno fatto qualcosa) ma chiede anche che vengano preservate la vita e le innumerevoli attività del Centro, vita ed attività che lo hanno reso elemento riconosciuto e consolidato nello scenario torinese.

Per settimane, il sabato, viene allestito un punto informativo presso il mercato di corso Racconigi con lo scopo di informare la popolazione del quartiere sulla situazione e di pubblicizzare maggiormente le attività del Centro. Con performance, spettacoli e volantini si cerca di districare la nebbia che il Comune vorrebbe che aleggiasse sulla questione.

Parte una raccolta firme perché si preservi la storia del Centro: in poco tempo ne vengono raccolte migliaia, da quelle degli artisti che ne hanno solcato il palco a quelle di semplici fruitori del bar del Gabrio. Un risultato che non giunge inaspettato perché siamo certi di essere un elemento ormai significativo della città.

Poi, ancora, passaggi sui network di movimento, comunicati ed appelli che viaggiano nell’etere e sui siti ad aggiornare con precisione l’evolversi della situazione. Adesivi che riempiono il quartiere e manifesti.

E poi la strada, il nostro elemento base, il territorio Continua la lettura di Non finisce qui, ancora non è finita: In strada, nelle piazze “I Love Gabrio”.

Sab 22 Dicembre 2012: Mr.T-Bone & The Young Lions live

————> C.S.O.A. Gabrio presenta: <————-
———> Sabato 22 Dicembre 2012 <———

The coolest Skank ‘n’ Roll Christmas party in town!

MR.T-BONE & THE YOUNG LIONS live @ C.S.O.A. Gabrio

Rude Boys sound selection by:
DJ PIDDU (Cuneo)
SURE SHOT DOCTORS (Lord Cumiana & Gian Bass)
BLUTO SELECTER

Ingresso a sottoscrizione 5 euro

Dalle ore 23
C.S.O.A. Gabrio
Via Revello 3
Zona San Paolo Antirazzista – Torino

gabrio.noblogs.org
ilovegabrio.noblogs.org

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Mr.T-Bone è ormai considerato un protagonista della scena ska e reggae internazionale contemporanea Continua la lettura di Sab 22 Dicembre 2012: Mr.T-Bone & The Young Lions live

Festa del Raccolto 2012 – Considerazioni

Le ultime due settimane di Novembre hanno visto la partecipazione di più di 8000 persone alle feste del raccolto organizzate da Terra di Nessuno di Genova e dal Gabrio di Torino. La sinergia tra le due realtà antagoniste in collaborazione con i PIC (pazienti impazienti cannabis) ci ha permesso  di promuovere un confronto rispetto al modello dei Cannabis Social Club,  avviati da tempo in alcuni Stati, tra cui Spagna, Belgio, Olanda, Nuova Zelanda, Germania e Slovenia. Hectors Brotons (avvocato della FAC, lega dei CSC spagnoli) e Joep Oomen (coordinatore di ENCOD) ci hanno raccontato i percorsi che hanno dato vita a queste esperienze  che tuttora cercano riconoscimento nei rispettivi Paesi. Lo spirito che caratterizza i CSC è quello della condivisione: gruppi di consumatori che invece di rivolgersi al mercato nero per procurarsi la sostanza decidono di costituirsi in una forma associativa, mettendo insieme le risorse necessarie per coltivare e dividendosi successivamente il raccolto, in base alle loro rispettive esigenze ed in ogni caso senza nessuno scopo di lucro. Chiaramente questo modello è in grado di fare uscire le sostanze dal mercato, contrastando il fenomeno globalizzato del narcotraffico prodotto da anni di politiche  proibizioniste e dalla cosiddetta cultura della legalità: oggi ci troviamo di fronte all’assurdo paradosso di dover promuovere un atto considerato illegale, quello della coltivazione ad uso personale, per fare fronte agli ingenti danni arrecati alla società proprio da chi si dovrebbe invece preoccupare di tutelare la nostra salute! Mafia e criminalità, carcere, pestaggi controllo sociale, limitazioni delle libertà personali di chi usa sostanze, medicalizzazione dei consumi, sono infatti le terribili conseguenze di politiche fallimentari che i potenti si ostinano a portare avanti nonostante le evidenze scientifiche. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla cultura veicolata dalle leggi e dalle convenzioni internazionali in materia di sostanze stupefacenti: chi consuma ancora oggi si nasconde, pensa più a non farsi beccare che a non farsi male e  crede che lo spaccio sia l’unico strumento per disporre di una droga. Non ci stupiamo che queste dinamiche siamo fortemente presenti negli eventi che organizziamo, perfino durante il raccolto tanti e tante arrivano ancora con la convinzione di pagare per avere in cambio qualcosa da fumare, nonostante ogni anno ribadiamo in tutti i modi possibili che non è lo spirito che lo caratterizza, e che la festa si pone proprio in antitesi allo spaccio. Questa forte contraddizione ci porta a considerare che difficilmente questa barriera culturale possa essere superata se non vengono proposti dal basso  modelli e  pratiche che siano in grado da fare assumere altri punti di vista, propedeutici ad un cambiamento radicale. Pertanto crediamo che le feste del raccolto e della semina vadano attraversate e superate, ed i nostri prossimi passi andranno nella direzione di un avvicinamento ai cannabis club, consapevoli del fatto che non potranno mai partire da aperture legislative, ma assumendosi dei rischi, come le esperienze internazionali ci suggeriscono. A questo proposito un gruppo di avvocati di diversi territori si è dato disponibile a sostenere questo tipo di percorso  e  per noi è un buon presupposto per intraprenderlo. Stay tuned!

 CSOA GABRIO   &

CSOA TERRA DI NESSUNO

Contro tutti i fascisti, solidarietà a Stefano!

Ancora una volta dobbiamo parlare di lame e di fasci. Ancora una volta un compagno è stato aggredito da due naziskin ed accoltellato. A quasi 10 anni dalla morte di Dax stavamo quasi tornando a piangere per un altro lutto. La gioia di saperlo fuori pericolo non diminuisce minimamente la rabbia per una azione così infame.

Fino a quando tollereremo la presenza nelle nostre strade di queste immondizie condannate dalla storia? Fino a quando tollereremo la presenza nelle nostre città di quelle fogne che sono i loro covi dove si insegnano solo razzismo, odio per il diverso, sessismo, autoritarismo, sottomissione al più forte, al capo?

È imperativo di tutti porre un freno deciso alla recrudescenza fascista, impedire il diffondersi di questo morbo che in periodi di crisi come il nostro attecchisce fin troppo facilmente. È dovere morale rimettere in campo tutte le pratiche dell’antifascismo che i nostri padri e le nostre madri ci hanno insegnato.

Non permettiamo a queste putride figure di farsi alfieri di un generico attacco antisistema, quando sappiamo benissimo quali sono i loro valori di riferimento. Impediamo il loro prendere piede nei nostri quartieri, rilanciamo la cultura della solidarietà, rigettiamo la prepotenza dei cultori della razza.

 Finché ci saranno i fascisti, l’antifascismo è una necessità.

Solidarietà ed un abbraccio a Stefano.

Chiudere tutti i covi razzisti ora!

Nuovi arresti e misure cautelari – ORA E SEMPRE NO TAV

Così, per coprire le evidenti difficoltà che si palesano di fronte alla lobby pro TAV, cosa c’è di meglio che un’azione giudiziaria in grande stile? E allora, per tenersi buono l’amico francese sempre più demotivato nel proseguire il progetto ed in vista dell’incontro del 3 dicembre, la magistratura torinese si presta volentieri all’ennesimo atto repressivo nei confronti del movimento NO TAV.
Nella mattinata funzionari della questura si sono presentati in numerose case di noti attivist* (non solo in Piemonte) per notificare atti di limitazione alle libertà personali: arresti domiciliari, fogli di via, obblighi di firme. Vengono ascritti loro una serie di reati ma la loro colpa è una sola, essere NO TAV, avere manifestato pubblicamente l’opposizione all’inutile treno, averlo fatto con determinazione, senza paura. Non solo, si cerca di colpire i simboli del movimento concentrandosi in questo caso sul presidio di Chiomonte, con abbattimenti e sequestri.
E già, perché azioni come l’occupazione simbolica degli uffici di uno studio impegnato nel progettare la devastazione della Val di Susa devono essere colpite duramente! Con tutti i problemi di questo paese, la magistratura deve perdere tempo ad inquisire uomini e donne che agiscono coerentemente. Riesce a trovare il tempo anche per occuparsi di pseudo abusi edilizi a Chiomonte, alla faccia di tutti gli atti illegali che sono stati compiuti nel cantiere.
Ovviamente è scontato affermare che manovre di questo genere non spostano minimamente le posizioni del movimento NO TAV, come sappiamo che gli uomini e le donne colpiti oggi non si faranno intimidire e continueranno ancora con più convinzione questa battaglia.
Finché andranno avanti ad usare la magistratura come martello per cercare di scardinare il movimento, noi sapremo sempre più che la loro debolezza aumenta; non è forse debolezza demandare a poliziotti e giudici la risoluzione di un conflitto sociale come quello della Val di Susa? Non potendo usare la forza della ragione usano la ragione della forza, quella più subdola, più cattiva, colpendo le libertà di ognuno.
Non possiamo oggi essere sereni/e, perché sono state colpite persone che ci stanno vicine. Ma la serenità tornerà presto perché il movimento NO TAV continuerà la sua azione, fino all’esito scontato, la piena vittoria.

Un abbraccio ai 3 compagn* del Gabrio colpiti nel proprio agire.
Un saluto solidale a tutt* coinvolti in questa farsesca azione giudiziaria
Libertà per i compagni e le compagne NO TAV ai domiciliari!
Ora e sempre NO TAV

 

Festa del Raccolto 2012

Tredici anni fa siamo partiti da una provocazione il cui scopo era quello di squarciare il velo di ipocrisia proprio del proibizionismo, denunciare le pratiche assassine di uno stato che con una legge vieta la libertà di autodeterminare le proprie scelte ma la cui politica rende possibile comprare ed assumere qualsiasi sostanza. L’importante è che rientri nella logica consumistica, ove le scelte non sono libere ma indotte, esasperate e spesso prive di qualsivoglia coscienza ed autocontrollo, soprattutto in menti poco inclini alla critica, strumento dialettico che sempre più si vorrebbe reprimere nel nome dell’omologazione finalizzata al profitto (dei pochi). L’esperienza estatica del consumo è sfruttata ad arte per fini di controllo sociale e poco importa che i danni generati vadano a discapito dell’intera collettività, minando la diffusione di anticorpi naturali in grado di limitare i rischi di abusi e dipendenze ma soprattutto aumentandone notevolmente la portata attraverso la repressione ed il carcere per i singoli consumatori e alimentando la criminalità che costituisce un male non necessario per l’intera società. Tuttavia, sebbene il consumo di sostanze abbia assunto proporzioni di massa, pur gravato dall’azione deleteria delle logiche proibizioniste, è ormai chiaro come nella maggioranza dei casi si risolva in consumi affatto problematici o nella remissione degli stessi.
La guerra alla droga, iniziata per meri fini di protezionismo economico si è evoluta attraverso la spettacolarizzazione dei consumi in uno strumento di controllo sociale e di gestione occulta degli introiti economici che ne derivano. In un simile scenario, l’attività utilizzata per garantire gli obiettivi ha una sola declinazione: la violenza.
La violenza in un sistema proibizionista è lo strumento di controllo principe, è praticata nella lotta fra tutori dell’ordine e trafficanti, quest’ultimi spesso “vittime” a loro volta del mercato illegale delle sostanze, la cui valenza, soprattutto nel caso del “piccolo spaccio” è quella di “carne da macello” per le forze dell’ordine e “bassa manovalanza” – dunque sacrificabile – per le organizzazioni criminali che lo gestiscono. E la repressione operata non sposta di un millimetro tale egemonia, anzi, la rafforza. Ma la violenza colpisce duramente anche coloro i quali si trovano nel mezzo delle due fazioni e al pari di un conflitto – perché di guerra si tratta, la “guerra alla droga” – a farne le spese sono i consumatori – o presunti tali – di sostanze ritenute illegali ma rese largamente disponibili in nome di un profitto che non interessa solo le economie mafiose. Coloro i quali si trovano ad essere più vicini a chi è colpito ma in seconda battuta l’intera società, sono vittime indirette del proibizionismo, al pari di una vendetta che lambisce concetti nemmeno troppo astratti di nemesi storica. Il proibizionismo ogni qualvolta ferisce innesca una faida che si riflette su famiglia, amici, conoscenti, attraverso danni che vanno al di là di quelli diretti. Genera mutazioni nell’intera società che vanno dalla negazione dei diritti fondamentali alla produzione di elementi patogeni quali stigma e discriminazione, all’intromissione e sconvolgimento nei naturali processi autoregolativi delle persone. Continua la lettura di Festa del Raccolto 2012

30 Novembre / 1 Dicembre 2012: Festa del Raccolto

CSOA GABRIO | CSA TERRA DI NESSUNO | P.I.C. presentano:

———————–> FESTA DEL RACCOLTO 2012 <———————-
Due giorni di condivisione e socialità contro proibizionismo e narcomafie

—> Venerdì 30 Novembre / Sabato 1 Dicembre 2012 <—

* Venerdì 30 Novembre:
ore 21
DIBATTITO con Joep Oomen (Coordinatore Encod)
L’esperienza dei Cannabis Club in Spagna e Belgio, percorsi costruiti dal basso

ore 23
Sala 1 Dancehall area

Liguria Reggae Yardies All Stars
RAPHAEL \ outta Eazy Skankers
RANKIN \ outta Groove Yard
CUFFA SOUND \ Dancehall Jugglin’ from Genova

VIRTUS \ Special Guest from Roma
ZIZZAPAWA POSSE \ from C.S. Cantiere Milano
SHANTI \ from Torino
TORINO BASS CULTURE \ Neeko, Ri-C, BioSelecta
GIGAWAVE \ The sound from Torino

Sala 2 Dub Militant

DREAD LION HI-FI (Dj set) \ Dub Sound from Berghem
ROOTIKAL DUB FOUNDATION
MIRAFLOWERS
KUMINA BEAT

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* Sabato 1 Dicembre 2012:

Sala 1 Rebel Sound

BLUTO SELECTER
DJ GRISSINO \ Balkanica Torino!
LA BUNDU BAND \ from Barcellona (Esp)
reggae-folk i musica elettronica Continua la lettura di 30 Novembre / 1 Dicembre 2012: Festa del Raccolto

18 Novembre: storie di resistenze contadine e cittadine

18 novembre, in una cornice particolare si è svolta la II° fiera delle autoproduzioni. Infatti è stata riconsegnata al borgo (per ora solo per un giorno…) l’area ex-Diatto che il Comune vorrebbe regalare a banche ed affaristi per l’ennesima colata di cemento ai danni di chi vive il quartiere.

La giornata è stata partecipata e ricca: di produttori e produttrici, di amic*, di famiglie, di persone del quartiere San Paolo e non, che hanno attraversato, chi per qualche minuto e chi per qualche ora, uno spazio nuovo, destinato ad essere cancellato da interessi economici forti.

Persone che hanno anche solo curiosato tra i vari banchetti di formaggi o verdure, miele o dolci, o che magari volevano solo vedere più da vicino questo enorme complesso edilizio.

Uomini, donne e bambin* riuniti negli spazi della ex-Diatto sotto una tettoia, perfetta per creare l’immaginario e la realtà di un mercato e che in questa sua seconda edizione ha mostrato il crescente intessere per la creazione di un legame tra città e campagna all’insegna della qualità dei prodotti e in una ottica di salvaguardia degli antichi saperi contadini contro le logiche di sfruttamento ed appiattimento che il commercio capitalista rappresenta.

Durante la giornata c’è stato anche il tempo per radunarci e discutere di speculazioni, affari e dinamiche di “riqualificazione” del territorio della nostra città e della nostra zona. Molte persone si sono fermate a discutere con Maurizio Pagliassotti (autore di “Chi comanda a Torino”) delle prospettive (o meglio dell’assenza di buone prospettive) che ci consegnano una dozzina d’anni di governo della città concertato tra le giunte che si sono succedute e i poteri forti cittadini. Abbiamo spiegato come Centro Sociale la nostra posizione sulla questione amianto/sgombero del Gabrio, e ospitato con piacere i contributi della Verdi 15 relativi alla lotta per l’abitare degli universitari e delle universitarie e del Laboratorio Off Topic di Milano: un ulteriore testimonianza di resistenza alle speculazioni immobiliari del capoluogo lombardo lanciato verso l’EXPO, un grande evento che per certi aspetti richiama alla mente l’ubriacatura olimpica nella nostra città.

L’area ex-Diatto è stata restituita ad un suo utilizzo pubblico e utilizzata per un’iniziativa che mette in discussione le prassi consolidate di un mercato alimentare volto solo all’interesse economico e che agiscono contro gli sprechi che il consumismo e il capitalismo imperante creano e che noi tutti e tutte paghiamo nel prezzo di merci scadenti. Dove la rincorsa è al ribasso e mai alla qualità, non solo del prodotto ultimo (e già ci sembra importante dato che lo mangiamo) ma anche rispetto alla terra, alle persone e agli animali; giornate come ieri insegnano come la qualità e il prezzo di un prodotto dipendono dallo sfruttamento del lavoro, dai passaggi di una filiera che è sempre troppo lunga, dalla salvaguardia dell’ambiente e dall’accesso all’acqua e alla terra.

Gli uomini e le donne che si sono ritrovati per la prima volta anche a Torino a chiacchierare sui temi di certificazione partecipata, resistenze contadine contro leggi che tutelano solo le grandi aziende amiche del capitale, sono una realtà viva e frizzante, in crescita, e questo dimostrano una voglia concreta di cambiamento.

In questo senso, diamo alle istanze del “fare rete” un significato di resistenza: da parte dei contadini e dei produttori come forma di aiuto reciproco, di scambio di saperi volti a migliorare le tecniche di produzione per andare oltre i dettami che le certificazioni biologiche e le normative promuovono; da parte nostra, come consumatori e consumatrici, il fare rete assume un significato di rivendicazione rispetto al cibo che mangiamo, dimostrando quanto apprezziamo cibi genuini ad un giusto prezzo che tenga conto del lavoro vivo, della passione, del rispetto per la terra.

La riunione svoltasi ieri tra i produttori, prima dell’inizio del mercato, è stata all’insegna dell’informalità, per conoscersi e mettere le basi per un percorso più strutturato che vedrà nelle prossime edizioni la partecipazione sempre più consapevole di consumatori e produttori, perché solo insieme si possono cambiare le logiche di compra-vendita accorciandone i passaggi e i costi (economici ma anche ambientali).

Questa è una politica dell’economia dal basso per permettere di vivere attuando un altro modo di lavorare la terra. Vendere e comprare certi prodotti è una scelta politica e noi auspichiamo che possa trasformarsi in una logica di scambio e di recupero: di saperi e di merci.

La partecipazione a questa esperienza non è solo un momento di scambio economico, ma soprattutto l’adesione ad un progetto politico; la presenza di Food Not Bombs ha voluto ribadire questo concetto fondamentale nel regalare il cibo recuperato e destinato al macero dal mercato di corso Racconigi.

Inutile dirlo, ieri alla fine di questa II fiera delle autoproduzioni non c’erano cassette piene di verdure mezze marce abbandonate, non sono stati lasciati cumuli di immondizia, il mondo contadino ci ha anche insegnato anche questo:

Utilizziamo risorse abbondanti come il tempo, la creatività ed il lavoro umano e risparmiamo quelle preziose come l’acqua, l’aria, l’energia e la Terra. Cerchiamo di vendere i nostri prodotti nel territorio che ci circonda aggiungendo così il valore della cultura locale.”
(dal manifesto nazionale di Genuino Clandestino Italia).

Mercatini genuini e possibilità di decidere dei nostri territori, questo proponiamo dopo la giornata di domenica. Rilanciare iniziative come quella di Genuino Clandestino in uno spazio che si vorrebbe sfruttare non è un caso perché la qualità della vita passa da buoni cibi e da spazi vivibili, dalla consapevolezza che possiamo e dobbiamo essere protagonisti delle nostre vite e che nessuno può decidere impunemente sulle nostre teste.

Ci vedremo ancora alla ex-Diatto…

Ci vediamo alla terza edizione del mercatino…

II° Fiera della Autoproduzioni Contadine e Assemblea ‘SanPaolo specula su zona San Paolo’

h. 14 Secondo appuntamento con produttori e i loro prodotti genuini clandestini

Sulle orme della campagna Genuino Clandestino, dato l’ottimo esito nella prima giornata in occasione del 18° compleanno del CSOA Gabrio, il SECONDO appuntamento, un mercato di produttori che vogliono difendere la libera lavorazione dei prodotti e l’immenso patrimonio di saperi e sapori della terra.

Da 10 anni Genuino Clandestino ha fatto un percorso pratico di ricomposizione tra ambiente, produzione, distribuzione e consumo dei prodotti agricoli, a favore dell’acquisto diretto dai produttori attraverso l’abolizione dell’intermediazione.
Mercati che, rifacendoci alle parole chiave della campagna, sono “clandestini” perchè slegati dalla burocrazia e dalle norme imposte dalle istituzioni che bandiscono migliaia di piccoli produttori e lontani rispetto alle certificazioni “bio”, a pagamento, che poco corrispondono ad una effettiva qualità e sostenibilità del prodotto; “genuini” perchè puntano ad offrire non un prodotto bello ma sano e che non riproponga le logiche capitalistiche di sfruttamento, inquinamento e oppressione che vogliamo combattere…in una NUOVA LOCATION tutta da scoprire, l’area della EX DIATTO-SNIA è un altro pezzo di Torino svenduto alle banche (Intesa San Paolo) e ai palazzinari (Pirelli Re), nel cuore del quartiere San Paolo.

h. 17 ASSEMBLEA SAN PAOLO SPECULA SU ZONA SAN PAOLO

All’assemblea su Speculazioni e finanziarizzazione del Territorio parteciperanno: Verdi Quindici Resiste, Lab off topic (Milano), Maurizio Pagliassotti di “Chi comanda Torino” e ovviamente C.S.O.A. Gabrio.

Ad inizio gennaio le ruspe dovrebbero impadronirsi della nostra zona.
Un enorme edificio di proprietà pubblica verrà abbattuto e al suo posto verranno costruiti 250 alloggi, una zona commerciale ed un parcheggio sotterraneo a pagamento.
Quali sono i progetti del comune? Che effetti avrà questo progetto sul nostro quartiere? Come cambierà l’isolato? Che effetto avrà questa colata di cemento sul mercato immobiliare della zona? Come si risolve il problema della casa? A chi fa comodo questa speculazione? Chi è stato coinvolto nella scelta di cosa? Esistono progetti simili nella nostra città, in italia ed in Europa? Qual è il rapporto tra la svendita del patrimonio pubblico e il debito del nostro comune? Come si è creato questo debito?
Porremo queste ed altre domande a Maurizio Pagliassotti autore del libro “Chi comanda Torino”, condivideremo le informazioni che abbiamo trovato tramite un’inchiesta che autonomamente abbiamo portato avanti, andando a scartabellare tra i documenti ufficiali prodotti dal consiglio comunale.
Nella discussione che sarà assolutamente aperta, ci faremo aiutare anche da realtà del territorio Torinese e di altre città italiane e Europee che hanno vissuto processi simili.

FUORI LA SAN PAOLO DA ZONA SAN PAOLO!!

Sab 10 Novembre 2012: Dub Inc. live

Centro Sociale Occupato Autogestito Gabrio presenta:
—-> dalla Francia per la prima volta a Torino<—-
DUB INCORPORATION

Sabato 10 Novembre 2012 live @ C.S.O.A. Gabrio

Prima e dopo il concerto:
Gigawave
Miraflowers
Rootikal Dub Foundation
@
C.S.O.A. GABRIO
Sottoscrizione 5 euro
Via Revello 3
Zona San Paolo Antirazzista
Torino

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DUB INC.

Per la chiusura della stagione dei concerti 2011-2012, al CSOA Gabrio di Via Revello 3, arriva una delle band più talentuose e innovative della scena reggae Europea: i Dub Inc. sono la band che ha simbolizzato il meglio degli ultimi dieci anni del Renewal del Reggae Made in France. In verità, gli ultimi anni ’90 ed i primi 2000 hanno dato l’impressione di annunciare il declino di alcune emblematiche band, allorquando una voce, talvolta due voci, quelle di Bouchkour e Komlan, e una band, la Dub Inc., ha portato un soffio di aria nuova nella scena francese del reggae Continua la lettura di Sab 10 Novembre 2012: Dub Inc. live