Archivi categoria: Diritto alla casa

Presidio Piazza Castello – 2 giugno 2020

Oggi siamo andat* in piazza Castello, davanti al palazzo della regione, per lanciare un primo segnale.

Insieme a noi molte delle persone che hanno partecipato alle Assemblee di Quartiere, fin dalle due e mezza in piazza sotto il sole, hanno portato vivacità e determinazione al presidio come poch* altr*.
Gli inviti all’unità solo un insulto quando si scarica il cento per cento dei costi della crisi sempre e solo su lavoratrici e lavoratori, studenti/esse e disoccupati/e, senza toccare e anzi rimpinguando le casse di chi possiede già gran parte della ricchezza.
Non staremo in silenzio. Continua la lettura di Presidio Piazza Castello – 2 giugno 2020

SOSpesa – fase 1

La fase 1 di SOSpesa è volta al termine, o perlomeno si è conclusa nella forma con cui è esistita fino ad ora.
Sabato scorso abbiamo consegnato altri 110 pacchi. Dopo quasi due mesi di raccolte e distribuzioni possiamo dire di aver dato circa 700 pacchi con beni di prima necessità, per una media da 90 a 110 persone presentatesi ogni sabato alla distribuzione.
Se non sarà possibile andare avanti con i numeri e la frequenza di queste settimane, cercheremo in ogni caso di continuare a fornire un supporto, in forme per noi più sostenibili dal punto di vista economico ed organizzativo, magari ogni due settimane e sempre con l’aiuto generoso di chi ha la possibilità e la volontà di contribuire. Continua la lettura di SOSpesa – fase 1

CONTINUA LA SPESA SOSPESA

Sabato 23 maggio abbiamo consegnato altri 100 pacchi spesa, purtroppo di nuovo non sufficienti per tutte le persone che si sono presentate. 
Ogni sabato nuove persone si affacciano alla distribuzione in via Millio, sperando di trovare un minimo sostegno, il ché dimostra come il problema economico sia enorme, persistente ed in crescita .
Probabilmente siamo solo all’inizio della crisi, eppure assistiamo già al progressivo ritiro dei già scarsi aiuti istituzionali .
A chi può chiediamo ancora uno sforzo per poter garantire la distribuzione di sabato prossimo.
 
Se volete continuare ad aiutarci potete donare al
 
cc IT66I0305801604100571905623
Intestatario Giuseppe Bartolomei .
 
????Paypal /Satispay:
 
Oppure portando la spesa :
 
 il Venerdì dalle 14 fino alle 18
 Via Millio, 42 – CSOA GABRIO
 
 
Servono alimenti a lunga conservazione , prodotti per l’igiene , disinfettanti, materiali scolastici , libri , mascherine , guanti .
 
–> Restituzione contabilità SOS spesa :
-Totale donazioni ricevute :
4600 euro 
-Soldi spesi per acquistare i beni di prima necessità :
4100 euro 
 
✊Da ognun* secondo le sue possibilità
a ognun* secondo le sue necessità.✊

COMUNE E CIRCOSCRIZIONE: CONTRO CRISI E PANDEMIA SOLO IPOCRISIA

 

La fase 2, a Torino, è cominciata con la protesta da parte di alcuni/e senza tetto che, sbattuti fuori dal presidio umanitario di Piazza d’Armi, allestito per fronteggiare l’emergenza freddo per chi vive in strada, hanno organizzato un presidio davanti al comune e nei giardini vicino Piazza d’Armi. L’amministrazione comunale ha per giorni ignorato, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista sanitario, la situazione precaria delle persone che hanno passato giorno e notte in presidio.
Il presidio è stato sgomberato questo martedì e le persone sono state spostate temporaneamente all’interno del Padiglione V di Torino esposizioni, in un luogo che nei mesi invernali ospita giostre e altre attrazioni.

Una sistemazione tutt’altro che confortevole, dove solo alcuni operatori sanitari avevano il permesso di avere contatti con le persone trattenute all’interno ad eccezione della polizia che aveva la completa gestione di questo carcere speciale sanitario. Solo dopo aver effettuato i tamponi e ottenuti i risultati, i trattenuti sono stati smistati all’interno di varie strutture.
Se in questa situazione l’amministrazione comunale ha mostrato tutta la propria inumanità, l’opposizione non è stata da meno cercando di fare campagna elettorale sull’emergenza in corso.

Ci lascia schifati, ma non stupiti, l’ipocrita presa di posizione della Circoscrizione 3 a guida PD in favore dei e delle senzatetto reclusi a Torino Esposizioni.
La messa a disposizione di alcuni edifici pubblici per sistemare temporaneamente chi è stat* sgomberato/a da Piazza d’Armi non è altro che la solita mossa di chi da anni propone soluzioni precarie a chi ha già poco, esercitando al contempo esplicite pressioni poliziesche.

Non passerete come buon Samaritani in un quartiere dove la speculazione privata è evidente, dove gli amministratori svendono edifici pubblici abbandonati per fare cassa reinvestendo solo le briciole per interventi a sostegno del welfare e dell’edilizia popolare.
In questa circoscrizione il prezzo degli affitti è in costante ascesa e le difficoltà abitative di famiglie, di studenti e studentesse fuori sede, delle tante persone disoccupate e precarie vengono sempre vergognosamente ignorate.

Ci ricorderemo dei responsabili, di chi specula sulla crisi sanitario-economica, di chi abbandona chi è in difficoltà, di chi ha senza battere ciglio messo a rischio e a volte sacrificato lavoratori e lavoratrici per continuare ad arricchirsi. Così come non dimenticheremo che per superarla molte sono state le iniziative di auto-organizzazione che noi come tanti altri gruppi di persone sparse su tutto il territorio abbiamo creato preferendo la solidarietà che viene dal basso alla spazzatura che voi lanciate dall’alto.

CSOA Gabrio
Rete Solidale San Paolo

Comunicato – SOSpesa

Grazie ai vari contributi ricevuti e alle numerose raccolte, la SOSpesa é arrivata alla quarta distribuzione!

 

Questo sabato come SOSpesa abbiamo distribuito circa 110 pacchi e purtroppo ne sarebbero serviti altri.

I numeri in queste settimane sono andati continuamente crescendo, il che la dice lunga su quante persone stanno subendo le conseguenze economiche della pandemia, ma soprattutto sono dati che forniscono un riscontro chiaro sulla pessima gestione dell’emergenza da parte di chi invece dovrebbe tutelare “la cittadinanza”. É ormai sempre più evidente, infatti, quanto i cosiddetti aiuti dalle istituzioni locali e nazionali siano scarsi e del tutto inadeguati alle necessità di tutte e tutti.

Restando però sul piano cittadino e regionale, possiamo dire con cognizione di causa che la gestione delle politiche sociali e sanitarie è stata disastrosa e a tratti criminale .
Partendo dalla situazione terribile nei dormitori , passando per le stragi nelle RSA , fino ad arrivare all’ infame ed incomprensibile chiusura dei container di emergenza freddo di piazza D’armi , la strada percorsa dalle istituzioni è segnata da una vergognosa scia di povertà , marginalizzazione e morte .

Una gestione scellerata con effetti devastanti sulla popolazione e che parallelamente ha aperto nuovi possibili profitti per le note fondazioni bancarie cittadine , sempre pronte a fare affari sulla male gestione del Welfare pubblico .

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La SOSpesa non si ferma!
Se volete continuare ad aiutarci potete donare al cc IT66I0305801604100571905623
Intestatario Giuseppe Bartolomei .

????Paypal /Satispay:
giusebart@gmail.com 3931289870

Oppure portando la spesa :
– il Venerdì dalle 14 fino alle 18
???? Via Millio, 42 – CSOA GABRIO
Servono alimenti a lunga conservazione , prodotti per l’igiene , disinfettanti, materiali scolastici , libri , mascherine , guanti .

Da ognun* secondo le sue possibilità
a ognun* secondo le sue necessità.

Piazza D’Armi : ad uno sgombero vergognoso, segue un vergognoso silenzio .

4 giorni e 4 notti in piazza Palazzo di Città.

 

Le persone sfrattate da piazza D’armi continuano ad arrivare davanti al Comune.

Per ora nessuna risposta dalle istituzioni che hanno deciso di affrontare la situazione facendo scarica barile tra di loro.

Ieri, nella mattinata del 7 maggio, si è riunita una commissione comunale con oggetto “comunità straniere e COVID-19”.

In quella sede è stata riportata la situazione creatasi in piazza Palazzo di Città e di tutte le persone rimaste in strada dopo la chiusura del sito umanitario straordinario “Punto Emergenza Freddo” di Piazza d’Armi.

Alla commissione sono state esplicitate le mancanze del Comune che ha lasciato queste persone, tra cui alcune con fragilità evidenti, senza alcun tipo di assistenza sanitaria, senza servizi igienici, senza cibo, senza un tetto in cui #restareacasa, ignorando la loro presenza e le loro rivendicazioni.

In tutta risposta l’assessora alle Politiche Sociali Sonia Schellino si è scollegata dalla riunione durante l’intervento, rifiutandosi di prendere una posizione e, di conseguenza, negando la possibilità di trovare una soluzione.

Per l’ennesima volta le istituzioni hanno dimostrato la propria irresponsabilità.

La situazione igienico sanitaria è diventata pessima non essendoci la possibilità di accedere ai servizi da 3 giorni.

Anche l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino ha pubblicamente segnalato che la situazione potrebbe diventare un pericolo sia per la salute di queste persone, che per tutti i cittadini, sollecitando il Comune a trovare una soluzione.

Nonostante le segnalazioni alle istituzioni non sembra interessare la salute collettiva, forse si saranno dimenticati che la pandemia è ancora in corso e che specialmente in Piemonte la situazione non è delle migliori.

Cosa vogliamo?

Accesso immediato a SERVIZI IGIENICI.

Tutela della salute per tutti e tutte, senza utilizzare come modalità di accesso il proprio stato giuridico o nazionalità.

Una casa per tutti e tutte che permetta la possibilità di tutelarsi dalle possibilità di contagio e per la dignità di queste persone dimenticate dalle istituzioni.

Cosa puoi fare?

Al presidio servono: prodotti per igiene personale, sopratutto che consentano di lavarsi a secco, mascherine, igienizzante, guanti, sacchi per la spazzatura, prodotti per la pulizia, coperte, vestiti e tende.

Invitiamo singoli e realtà a diffondere il più possibile questa vicenda e a fare pressioni sulle istituzioni per chiedere conto della gestione disumana e scandalosa di questi giorni.

Senza casa non c’è ne dignità ne salute! Casa per tutti e tutte????

Sgombero di Piazza D’Armi

Una vergogna che si ripete anche quest’anno , nonostante l’emergenza Covid .

Nella giornata di ieri infatti un centinaio di persone sono state sgomberate dal punto emergenza freddo gestito da Croce Rossa in Piazza D’armi .
Attualmente si sono divise tra le zone limitrofe alla piazza e piazza Palazzo di Città per chiedere risposte al Comune.
Risposte che ovviamente non sono ancora arrivate ,salvo dichiarazioni per scaricare le responsabilità.

Ad ora le richieste formali degli avvocati a prefettura e comune non hanno avuto risposta.
Le persone che hanno dormito davanti al comune, col supporto di solidali che hanno portato loro cibo, coperte e tende sono ancora in attesa di una risposta ,così come chi è rimast* in Piazza D’armi, costrette a dormire per terra nel parcheggio.

Torino oggi è una città blindata, dove non è possibile trovare dei bagni pubblici aperti , considerando che tra le persone sgomberate ci sono minori, persone con problemi di salute e anziane , la vergogna di questo sgombero si fa ancora più grande .
In tutto questo nessuno di loro negli ultimi mesi ha ricevuto assistenza sanitaria e di conseguenza neanche tamponi o mascherine.

Questo stato di abbandono vale per tutte le strutture per persone in difficoltà, che come sappiamo versano in stati vergognosi , come denunciato più volte anche da operatori e operatrici.

Tra varie realtà solidali ci stiamo organizzando per dare supporto alle persone che vogliono rimanere in presidio fino a quando non avranno risposte dalle istituzioni, finora colpevolmente silenziose.

Per Stasera ci autorganizzeremo per il cibo , chiunque voglia, seguendo le dovute precauzioni (guanti – mascherina – gel igienizzante) passi a portare solidarietà e se possibile coperte e tende!

 

10 100 1000 INGIUSTIZIE

Vorremmo iniziare raccontando una storia che al suo interno ne contiene altre centinaia simili, la storia di una madre di 3 figli, un’abitante delle popolari di Zona San Paolo, a cui sono stati tolti i 150 euro del reddito di cittadinanza e a cui è stata negata ogni altra alternativa di sostegno.
Trovandosi esclusa da qualsiasi aiuto si è dovuta rivolgere al numero verde messo a disposizione dal comune per avere il pacco di beni di prima necessità, servizio naturalmente preceduto dalla segnalazione del richiedente ai servizi sociali .

Dopo 10 giorni di attesa il pacco è arrivato e lo si può vedere in foto.
Ci chiediamo una famiglia di 4 persone cosa dovrebbe farsene di un così misero aiuto .
Al momento gli aiuti sembrano addirittura sospesi, al numero verde non si ottiene risposta e la mail del servizio non funziona più .
Così anche quel ridicolo aiuto una tantum è rimasto realtà solo sui titolo di giornale.

Mentre le intimidazioni ai danni della solidarietà dal basso continuano con fermi , identificazioni e controlli , mentre aumentano le violenze delle forze dell’ ordine contro chi cerca di alzare la testa e ribellarsi alla fame imposta come oggi in Barriera di Milano , il comune di Torino ed il governo prendendo in giro le persone in difficoltà economica, salvo poi dichiarare ai media che si sta facendo il possibile.
In questi giorni ci sono arrivate molte segnalazioni di famiglie e singol* ormai alla canna dal gas. Negli ipocriti proclami della politica locale e nazionale vengono annunciate misure di sostegno, ma nei fatti vengono addirittura ridotti i pochi strumenti già esistenti.
Basta stare per le strade e parlare con le persone per scoprire che c’è chi sta ancora aspettando i buoni spesa del comune e chi invece non li avrà mai perché non ha i requisiti, c’è a chi è stato tolto il reddito di cittadinanza e chi non ha ricevuto i 600 euro di Conte, poi c’è chi li ha ricevuti ma i soldi sono già finiti tra affitto e spese di sopravvivenza .
Qualcuno vuole che queste storie rimangano nel buio, qualcuno pensa di zittire le nostri voci con sanzioni, arresti, manganellate e controlli, ma hanno sbagliato i calcoli ancora una volta .

Non pagheremo noi questa crisi !
Casa e Reddito per tutti e tutte senza limitazioni!
Libertà per chi lotta !

Diritto all’abitare: dopo l’emergenza sanitaria una pandemia di sfratti?

“State a casa”, un mantra che risuona continuo ed incessante dall’inizio dell’emergenza sanitaria,un appello alla coscienza collettiva che non può non farci pensare proprio all’importanza della casa e di conseguenza alla questione del diritto all’abitare.
Quella della casa infatti è un’emergenza sociale mai affrontata dalla politica istituzionale negli ultimi decenni.
Per molti e molte di noi il diritto ad un tetto era un problema antecedente alla crisi sanitaria ed a maggior ragione lo sarà all’indomani di un lungo lockdown che sta incidendo pesantemente sul reddito.
Noi, Lavoratori e Lavoratrici a basso reddito, autonomi, dipendenti a tempo determinato in scadenza, atipici, partite iva o lavoratori e lavotrici in nero; Noi, studenti e studentesse fuori sede o famiglie monoreddito, affrontavamo fino a ieri affitti, mutui e spese che ci tenevano perennemente con l’acqua alla gola e che domani rischiano di travolgerci definitivamente, facendo esplodere un vero e proprio dramma.
Per moltissime categorie si calcola che l’affitto eroda ogni mese circa il 40% del reddito, ma che succede se il reddito diventa di colpo zero?
Fino al 30 giugno sono stati bloccati gli sfratti e gli sgomberi, ma di fronte alla situazione che stiamo vivendo non si può assolutamente ritenere una misura sufficiente.
Quando si smette di pagare l’affitto contestualmente alla perdita del reddito, si ha diritto ad accedere all’emergenza abitativa; una consolazione non solo magrissima, ma inutile, dato che le risorse per l’emergenza abitativa sono limitate, insufficienti già prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, perchè la disponibilità di edilizia pubblica non è da anni in grado di tutelare il diritto alla casa di moltissime persone che da tempo languono nelle liste d’attesa per la casa popolare, pur avendo da tempo punteggi elevatissimi e soddisfacendo tutti i requisiti richiesti.
Non basterà il Fondo Morosità Incolpevole, il Fondo Nazionale Sostegno all’Accesso alle Abitazioni in Locazione, né tantomeno il ‘bonus affitto 2020’ per le famiglie a basso reddito, e ancora non si capisce come funzionerà lo stanziamento di 46 milioni di euro che dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture verrà trasferito alle Regioni “da destinare ai Comuni e agli inquilini che non possono far fronte al pagamento dei canoni di locazione e hanno subito sfratti per morosità incolpevole”.
Il primo ostacolo al funzionamento delle misure sopra citate è l’indisponibilità dei proprietari ad accettare i fondi FIMI, così come gli affitti a canone concordato che danno accesso a fondi ALSO.
Il secondo enorme ostacolo escluderà chi non ha un reddito da lavoro considerato sufficiente per far fronte al pagamento di un affitto (perchè guadagna poco es. 500 euro al mese, perchè lavora in nero o perchè non ha un reddito fisso), i tanti e le tante che si trovano in questa condizione non potranno accedere alle misure,perchè considerati comunque incapaci di sostenere la spesa abitativa.
Il terzo ostacolo sono i fondi limitati,che evidentemente non bastano per tutti e tutte.
Il problema tra l’altro non riguarderà solamente chi è in affitto. Spesso si dice che il nostro è un Paese di proprietari, perché negli anni si è scelto di incentivare l’acquisto privato di abitazioni, invece che incrementare la disponibilità di edilizia residenziale pubblica, ma è importante ricordare che proprietà non significa per forza essere esenti dal rischio povertà. Quanti lavoratori e lavoratrici autonomi vivono in una casa di proprietà, su cui da anni pagano un mutuo che rischiano di non riuscire più a sostenere economicamente, vanificando così gli sforzi fatti fino ad ora, e rischiando di finire triturati in uno sfratto che consegnerà la tanto sudata casa a una banca?
Di fronte a questa situazione non si può che aderire convintamente al rent strike, lo sciopero dell’affitto, e sostenerlo anche da parte di chi magari in affitto non è, perchè di fronte alla speculazioni immobiliare e all’assenza di tutele per il diritto all’abitare in moltissimi e moltissime siamo veramente insieme su una barca alla deriva che rischia di affondare.
Per questo è importante denunciare come ancora una volta siano l’ignavia istituzionale e l’assenza di politiche strutturali per tutelare il diritto all’abitare,la causa ciò che oggi determinerà la drammaticità del problema casa di domani.
Di cose da fare ce ne sarebbero molte, se solo ci fosse la reale volontà politica di affrontare la questione: prorogare il blocco di sfratti e sgomberi, requisire immobili privati abbandonati alla speculazione immobiliare per inglobarli nel patrimonio di edilizia residenziale pubblica, requisire alloggi vuoti da destinare all’affitto in cambio del pagamento di un canone calmierato, incrementare gli stanziamenti per l’edilizia residenziale pubblica ristrutturando e rendendo agibili tanti alloggi oggi non assegnati, abolire il canone di locazione libero, limitare il numero di seconde case destinate a B&B.
Come la salute, anche la casa è un diritto fondamentale e la pandemia ci ha ricordato,casomai ce ne fossimo dimenticati, che gli interessi del privato non coincidono con quelli della collettività, per questo è necessario esigere oggi un cambio di rotta radicale nelle politiche dell’abitare, per uscire dalla pandemia senza tornare ad una normalità che era già il problema.
Centro Sociale Occupato Autogestito Gabrio

 

Le nostre riflessioni sullo stato di emergenza

Le ultime settimane hanno segnato le nostre vite in modo profondo, facendoci piombare in una realtà che pensavamo distopica, ma che ci è arrivata addosso cambiando radicalmente le nostre vite. Una realtà che non eravamo (e non siamo) pronti ad affrontare, un cambio epocale di fase di cui dobbiamo ancora capire la reale portata. Allo stesso modo abbiamo sentito l’esigenza, come sempre, di superare le difficoltà individuali e personali, nel collettivo. Per questo negli ultimi giorni abbiamo creduto fondamentale parlare, discutere e confrontarci su quello che ci stava (e ci sta) accadendo. Il risultato è questo documento, una prima elaborazione, sicuramente parziale, che vuole essere un tentativo di condividere pensieri, timori, paure, proposte e rivendicazioni.

La prima cosa che questa pandemia ha dimostrato, in Italia, è il pessimo livello di salute del Servizio Sanitario Nazionale, che ancora nella mitologia popolare veniva citato come un fiore all’occhiello del nostro paese. Dopo 30 anni di politiche liberiste caratterizzate dall’aziendalizzazione della salute, da tagli progressivi al personale e ai posti letto e da esternalizzazione dei servizi, con finanziamenti sempre maggiori ai privati, il SSN mostra evidentemente le sue carenze. È noto a tutti che l’Italia è uno dei paesi OCSE più in basso nella classifica di spesa per la Salute (nel 2018 spendevamo il 68% in meno della Germania, il 47% in meno della Francia) e questa differenza di spesa non è senza conseguenze: per capirci la Germania ha 28.000 posti letto in terapia intensiva, mentre l’Italia ne ha soli 5.000, a fronte di una popolazione solo di poco inferiore.
Le proposte del Governo per sopperire a tale carenza sono perlopiù insufficienti e regressive: richiamare a lavoro gli operatori in pensione (paradossale se non irresponsabile, vista la raccomandazione del Consiglio dei ministri, per cui le persone anziane non devono uscire di casa); bloccare le attività ambulatoriali; cancellare i limiti all’orario massimo di lavoro per il personale impegnato nella gestione dell’emergenza; fare accordi con il privato non convenzionato.
Ancora una volta i costi economici non sono ripartiti in maniera equa e proporzionale ma si scarica il peso dell’emergenza sul pubblico e su una fascia della popolazione, si sacrificano i diritti del lavoro e si nascondono gli effetti reali che questa misura avrà sulla vita delle persone trasformando (il personale sanitario?) in eroi, costringendoli a invisibilizzare i propri problemi e i propri bisogni, schiacciati come sono tutti i giorni nelle pagine dei quotidiani tra santificazione e martirio. Nel frattempo si ragiona già di scegliere chi salvare in base all’età: qualche anno di troppo potrebbe costarti il posto in rianimazione. Continua la lettura di Le nostre riflessioni sullo stato di emergenza