La fase 1 di SOSpesa è volta al termine, o perlomeno si è conclusa nella forma con cui è esistita fino ad ora.
Sabato scorso abbiamo consegnato altri 110 pacchi. Dopo quasi due mesi di raccolte e distribuzioni possiamo dire di aver dato circa 700 pacchi con beni di prima necessità, per una media da 90 a 110 persone presentatesi ogni sabato alla distribuzione.
Se non sarà possibile andare avanti con i numeri e la frequenza di queste settimane, cercheremo in ogni caso di continuare a fornire un supporto, in forme per noi più sostenibili dal punto di vista economico ed organizzativo, magari ogni due settimane e sempre con l’aiuto generoso di chi ha la possibilità e la volontà di contribuire. Continua la lettura di SOSpesa – fase 1
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10 100 1000 INGIUSTIZIE
Vorremmo iniziare raccontando una storia che al suo interno ne contiene altre centinaia simili, la storia di una madre di 3 figli, un’abitante delle popolari di Zona San Paolo, a cui sono stati tolti i 150 euro del reddito di cittadinanza e a cui è stata negata ogni altra alternativa di sostegno.
Trovandosi esclusa da qualsiasi aiuto si è dovuta rivolgere al numero verde messo a disposizione dal comune per avere il pacco di beni di prima necessità, servizio naturalmente preceduto dalla segnalazione del richiedente ai servizi sociali .
Dopo 10 giorni di attesa il pacco è arrivato e lo si può vedere in foto.
Ci chiediamo una famiglia di 4 persone cosa dovrebbe farsene di un così misero aiuto .
Al momento gli aiuti sembrano addirittura sospesi, al numero verde non si ottiene risposta e la mail del servizio non funziona più .
Così anche quel ridicolo aiuto una tantum è rimasto realtà solo sui titolo di giornale.
Mentre le intimidazioni ai danni della solidarietà dal basso continuano con fermi , identificazioni e controlli , mentre aumentano le violenze delle forze dell’ ordine contro chi cerca di alzare la testa e ribellarsi alla fame imposta come oggi in Barriera di Milano , il comune di Torino ed il governo prendendo in giro le persone in difficoltà economica, salvo poi dichiarare ai media che si sta facendo il possibile.
In questi giorni ci sono arrivate molte segnalazioni di famiglie e singol* ormai alla canna dal gas. Negli ipocriti proclami della politica locale e nazionale vengono annunciate misure di sostegno, ma nei fatti vengono addirittura ridotti i pochi strumenti già esistenti.
Basta stare per le strade e parlare con le persone per scoprire che c’è chi sta ancora aspettando i buoni spesa del comune e chi invece non li avrà mai perché non ha i requisiti, c’è a chi è stato tolto il reddito di cittadinanza e chi non ha ricevuto i 600 euro di Conte, poi c’è chi li ha ricevuti ma i soldi sono già finiti tra affitto e spese di sopravvivenza .
Qualcuno vuole che queste storie rimangano nel buio, qualcuno pensa di zittire le nostri voci con sanzioni, arresti, manganellate e controlli, ma hanno sbagliato i calcoli ancora una volta .
Non pagheremo noi questa crisi !
Casa e Reddito per tutti e tutte senza limitazioni!
Libertà per chi lotta !
Comunicazione e creazione di immaginari di paure e odio
5 e 6 ottobre – 24 anni di CSOA Gabrio
* 1994 * Centro Sociale Occupato Autogestito Gabrio * 2019 *
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24 ANNI DI GABRIO: LOTTA – SOLIDARIETA’ – AUTOGESTIONE
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• Venerdì 5 Ottobre 2018:
PROIEZIONE DI
The Harvest – Quando la semina non porta raccolto
Di Andra Paco Mariani (2017 – 73′)
Trailer
Migliaia di lavoratori stranieri sostengono oggi la più famosa eccellenza italiana: la produzione agroalimentare.
The Harvest è un docu-musical che racconta la loro condizione di quotidiano sfruttamento.
ORE 19 – APERICENA a sostegno del film
ORE 21 – PROIEZIONE
A seguire DIBATTITO con la presenza del regista
Evento in collaborazione con SPA – Spaccio popolare Autogestito e Gruppo di Acquisto Solidale Manituana
• Sabato 6 Ottobre 2018:
Dalle 23 @ CSOA Gabrio
(Ingresso a offerta libera)
EPIC TRASH NIGHT!
con Malormone Crew – Seba DJ – Trash Block
via Millio 42
Non potete nascondere i danni del proibizionismo
Ieri siamo stati convocati in questura per problematiche relative al percorso, evidentemente dava fastidio il passaggio della Cannabis Parade nel cuore commerciale della città, il sacro shopping del centro non può essere messo in discussione da una festa autorganizzata che di commerciale non ha nulla. In una città come Torino è chiaro che sembra più importante per le istituzioni tutelare lo shopping piuttosto che portare in città temi e rivendicazioni legate principalmente all’autodeterminazione e alla promozione della salute. Di questo ne prendiamo atto. A ridosso dell’evento e con migliaia di partecipanti previsti abbiamo dovuto scegliere di cambiare la parte iniziale del percorso, preservando l’integrità ed i contenuti dell’iniziativa, piuttosto che incorrere in un possibile divieto della piazza con tutte le conseguenze che ciò avrebbe comportato. Sa anche un po’ tanto di beffa il fatto che queste “problematiche” siano sorte due giorni prima a fronte di una comunicazione del percorso inviata alla questura 15 giorni orsono.
Nonostante tutti i tentativi di imbavagliarci, sabato scenderemo in piazza forti della solidarietà raccolte in questa mesi dalla campagna#quellerbaèanchemia e delle nostre idee di libertà: l’energia della nostra musica invaderà corso Vittorio risvegliando le stazioni ferroviarie e i portici grigi fino a far tremare la bara vuota del grattacielo della finanza assassina e il tribunale luogo principe delle “esecuzioni” proibizioniste.
Il nuovo percorso prevede comunque partenza e arrivo nei luoghi inizialmente designati, ma da Piazza Vittorio si percorrerà Corso Cairoli, Corso Vittorio Emanuele, Corso Inghilterra, Piazza Statuto, Via S.Donato, Corso Appio Claudio, Corso Lecce, Pellerina.
Merc 19 Ottobre 2016 – Quale futuro per l’ex-DIATTO e l’ex-GABRIO?
INCONTRO PUBBLICO CON L’ASSESSORE MONTANARI
A che punto è l’interminabile bonifica del cantiere Diatto? Cosa aspettarci per il futuro?
E l’area ex Gabrio, che ha visto la fine della bonifica dall’amianto, diventarà un giardino pubblico?
Noi cittadini e cittadine dell’Associazione Amici di via Revello e del Comitato Sniarischiosa abbiamo qualche idea in merito e invitiamo la cittadinanza della circoscrizione 3 a parlarne con l’Assessore all’Urbanistica e Vicesindaco Guido Montanari.
Vi aspettiamo in Via Moretta 57/A alle ore 21!
Proibizionismo d’agosto: di “laboratori della droga” e muri sfondati
Di prima mattina il quartiere San Paolo si è risvegliato con un’intero isolato militarizzato, cinque camionette di carabinieri e polizia, gazzelle e auto della digos hanno chiuso l’accesso di via Millio per procedere a una solerte operazione volta alla perquisizione del Centro Sociale Gabrio. Decine di uomini in uniforme sono penetrati nel centro sfondando tutte le porte, rovistando in ogni stanza e addirittura sfondando un muro per accedere ai locali informatici.
L’obiettivo è stato mettere sotto accusa una delle pratiche militanti del centro sociale, l’antiproibizionismo. Sono state infatti sequestrate le piante di marijuana presenti nel centro e gli strumenti per la loro coltivazione. Attività che da anni portiamo avanti apertamente. Siamo consapevoli che praticare coerentemente l’antiproibizionismo significa disobbedire a leggi ingiuste così come sappiamo che tale pratica può portare ad affrontare forme di repressione come quella adottata questa mattina dal reparto mobile della questura di Torino con l’avallo della procura. Siamo d’altronde sicuri che l’autoproduzione sia l’unico sistema per scardinare il sistema delle narcomafie da un lato e del controllo sociale oscurantista dall’altro. L’autoproduzione è condivisione, non spaccio.
E’ stata certamente anche una buona occasione per la questura per mettere il naso nei locali dove si svolgono le numerose attività politiche e sociali del centro.
Nella giornata in cui i principali mezzi di stampa rilanciano le dichiarazioni del magistrato Cantone sull’importanza e la necessità di legalizzare la cannabis per evitare il gioco delle narcomafie è a dir poco paradossale che la procura e la questura di Torino si lancino in una operazione che va a colpire una delle poche esperienze reali in tale direzione. Noi lo sappiamo da anni, non abbiamo bisogno di un magistrato per capirlo.
Il risultato è che nel momento in cui scriviamo un compagno è in questura e un’altro è denunciato a piede libero, compagni ai quali va tutta la vicinanza, amicizia, complicità.
Tutte le attività del centro sociale programmate in questi giorni continueranno regolarmente.
Le compagne e i compagni del CSOA Gabrio
Quando la legalità è solo una forma di violenza – Solidarietà con chi lotta per la casa!
Esiste una legalità che è fatta di violenza e sopraffazione, odio per i più sfortunati e difesa dei privilegi.
Forti di questa legalità stamane decine di poliziotti sono penetrati nella palazzina di via Collegno 37 occupata venerdì scorso da 50 persone, 13 famiglie e 20 bambini.
In nome di questa legalità che è solo violenza si militarizza un pezzo della città e si sbattono per strada uomini e donne con la sola colpa di essere degli sfrattati.
Poliziotti e magistrati preferiscono che la gente stia sotto i ponti, viva in macchina o in qualche garage piuttosto che si prenda cura di un edificio abbandonato. La loro legalità fa tornare un palazzo al degrado e condanna alla strada una decina di famiglie.
Per questi personaggi, come per il Comune che non è in grado o non vuole dare risposte all’emergenza casa, l’unico sentimento possibile è solo un profondo disprezzo.
Come a Bologna, anche a Torino si trasforma per incapacità e supponenza un problema sociale in problema di ordine pubblico. Questa mattina intorno alle 8:45 un vero e proprio blitz di decine di digos e numerosi blindati della polizia hanno circondato la zona entrando dentro il palazzo occupato sfruttando un vicino di casa che avevano portato alcuni giocattoli per bambini. Alcuni funzionari comunali si sono materializzati poco dopo proponendo come “soluzione abitativa” la sistemazione in una palestra, chiaramente rimandata al mittente da parte degli/delle occupanti. C’è poco da aggiungere se non che per l’ennesima volta si calpesta la dignità delle persone. Come siamo stati già tristemente abituati a vedere, si è proceduto alla sistematica demolizione e distruzione dei sanitari dei bagni all’interno degli appartamenti. Devastazione e saccheggio delle vite di tutti e tutte, bambini uomini e donne.
Un Comune che sbatte la porta in faccia a chi ha il problema casa, che delega a magistrati e poliziotti (che agiscono senza la minima umanità ma solo con l’astio del più forte) la risoluzione di questioni di sua competenza. Questo è il triste quadro che si prospetta a chi pone al centro del discorso politico il bisogno fondamentale dell’abitare.
E allora tenetevi la vostra legalità, gioite pure per aver fatto tornare all’abbandono un bel po’ di alloggi, rallegratevi per avere fatto abbassare la testa e sbattuto per strada quelle persone che hanno avuto la forza di rivendicare una vita degna. Di questa legalità, francamente, ne facciamo volentieri a meno.
Bisogna allora prendere posizione, o si sta con chi lotta, con chi rivendica i propri diritti e agisce di conseguenza o si sta con coloro che difendono l’incapacità e la prepotenza in nome della legge.
In questo momento di rabbia, i pensieri di affetto e amore sono rivolti agli uomini, alle donne e ai bambini che in questi giorni ci hanno dato una lezione di dignità con le loro azioni.
Solidarietà con le famiglie di via Collegno
Solidarietà con chi lotta per la casa
BASTA CASE VUOTE, BASTA FAMIGLIE SENZA CASA – BENVENUTI IN VIA GIACINTO COLLEGNO 37
A Torino ci sono circa tra i 40 e i 60 mila alloggi vuoti, secondo dati risalenti al 2012. Eppure la città non riesce a soddisfare il bisogno di casa dovuto all’alto tasso di sfratti per morosità incolpevole che, solo nel 2014 ha riguardato oltre 4500 casi.
Torino è una città che è stata colpita duramente dalla crisi e la perdita della casa, per l’incapacità di poter continuare a pagare regolarmente un affitto, è uno dei segnali più significativi. I semplici dati segnalati però dimostrano che le risorse esistono ma evidentemente manca la volontà politica nell’affrontare la situazione.
Assistiamo infatti all’inerzia di una amministrazione cittadina sempre pronta a regalare ampie porzioni di territorio per la speculazione di banche ed immobiliari ma incapace di dare risposte alle migliaia di famiglie sfrattate. Pronta a finanziare progetti come quelli di social housing che dimostrano da un lato tutta la loro inconsistenza e dall’altro la loro inutilità sottraendo fondi all’edilizie residenziale pubblica
Affrontare l’emergenza abitativa significa anche rilanciare un piano riguardante gli alloggi popolari ma a Torino nei prossimi 3 anni sono previsti solo poco più di 150 nuove unità. E mentre ogni anno vengono assegnati circa 400 case popolari, le liste d’attesa contano migliaia di iscritti.
Insomma, è evidente che chi entra nel vortice di uno sfratto è condannato dalle istituzioni pubbliche ad una lenta agonia, fatta di promesse e mancanza di opportunità.
Diventa allora necessario, per coloro che non vogliono soccombere alla violenza rappresentata da uno sfratto, praticare una solidarietà attiva, insieme a coloro che vivono lo stesso problema. I picchetti antisfratto risultano momenti significativi per creare un unione tra sfrattati, pratica concreta per resistere a proprietari esosi e ufficiali giudiziari senza cuore e dignità. Comune e questura hanno provato a disarticolare queste pratiche con l’applicazione sistematica dell’articolo 610 c.p.c. (che prevede la possibilità di eseguire uno sfratto senza preavviso) trasformando, per incompetenza e stupidità, un problema di ordine sociale in un problema di ordine pubblico.
Ma la solidarietà non si è arrestata e, nella consapevolezza che dalla istituzioni si possono ottenere solo promesse vuote o imposture, chi è senza casa ha deciso di passare alla soddisfazione diretta del bisogno fondamentale che è l’abitare.
E se 40 mila alloggi vuoti sono un lusso che una città come Torino non si può permettere, è evidente che occupare una palazzina vuota da anni diventa un passaggio necessario per dare un tetto a uomini, donne e bambini.
Così 50 persone hanno finalmente una casa in via Giacinto Collegno 37 dove potere riacquistare quella dignità negata dalla istituzioni.
Nella settimana di mobilitazione nazionale indetta dalla rete Abitare nella crisi contro l’articolo 5 del decreto Lupi e nel giorno nel quale lo sportello Prendocasa denuncia il ruolo delle banche nella gestione dei pignoramenti degli alloggi, con l’occupazione della Banca Intesa San Paolo a Porta Palazzo da parte di altre famiglie sfrattate, questa azione aggiunge un altro tassello alla lotta per la casa.
In una circoscrizione come la III nella quale altre numerose famiglie hanno liberato palazzine per soddisfare il proprio bisogno abitativo, l’occupazione di via Collegno ripropone con forza la richiesta di moratoria per gli sfratti e la possibilità sottrarre all’incuria interi edifici per riconsegnarli a chi ne ha effettivamente bisogno.
Venite a conoscere questa nuova esperienza e a portarle solidarietà.
CON GLI OCCUPANTI DI VIA COLLEGNO 37
RESISTERE CONTRO LA CRISI
CASA PER TUTTI E TUTTE
Sab 3 Ottobre 2015 – 21 Anni di occupazione e lotta! Live by The Bluebeaters
Centro Sociale Occupato Autogestito Gabrio presenta:
1994 – 2015: 21 ANNI DI OCCUPAZIONE E LOTTA
Sabato 3 Ottobre 2015
Live by
THE BLUEBEATERS (Ska – Rocksteady – Beat since 1994)
Prima e dopo DJ set by
DJ PIDDU (Ska – Rocksteady – Early Reggae on Original 45s)
SCRATCHING SOUND (from Soul Rockers Sound System)
Apertura porte Ore 22
Inizio concerto Ore 23:30 (puntuali!!)
Ingresso 5 euro (per sostenere il centro sociale di zona)
CSOA Gabrio
Via Millio 42
Zona San Paolo Antirazzista
Torino
gabrio.noblogs.org
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Si può parlare di Ska, Blue Beat, RockSteady, o più semplicemente del suono originale Bluebeaters, che rimane riconoscibile in ogni loro incursione Continua la lettura di Sab 3 Ottobre 2015 – 21 Anni di occupazione e lotta! Live by The Bluebeaters