È il nostro solo rifugio, e questo
è fatto così
Bertold Brecht
Ci sono momenti nei quali è necessario fare scelte coraggiose per riprendere con più consapevolezza un cammino radicale.
Quando un anno fa lanciammo la campagna I love Gabrio eravamo coscienti che ci avrebbe portato a decisioni importanti eppure ci mettemmo in gioco per amore del nostro quartiere, per realizzare quella bonifica dall’amianto che tutelasse le/gli occupant* del Centro Sociale e gli abitanti di San Paolo e Cenisia. Lo facemmo sapendo che ciò avrebbe portato alla ridiscussione dell’uso degli edifici di via Revello, la nostra casa da ormai 19 anni, e lo facemmo con l’intenzione di uscirne rafforzati, magari buttando qualche castagna in più nel fuoco di chi, di quell’isolato, voleva farne l’ennesimo bacino di speculazioni.
19 anni, tanti ne sono passati tra lotte di strada e concerti, tra momenti di socialità e cortei. Un patrimonio di esperienze, gioie, sofferenze, attività, relazioni che, scrivemmo, si sarebbe difeso. Così è stato e così sarà ancora una volta.
Perché il Gabrio è soggetto sociale e politico, radicale, non conciliante, fatto di relazioni e scambi, antifascista e antirazzista, antisessista e antiproibizionista; perché il Gabrio è NOTAV. Perché il Gabrio è far vivere concretamente uno progetto in cui non si sia consumatori, ma protagonisti delle proprie vite, in una comunità solidale, attenta e partecipe, che attraverso l’azione dia un argine alla crisi.
Perché il Gabrio è unico. E per questo deve continuare a vivere.
Con questo spirito, con la forza delle nostre idee, con la solidarietà di migliaia di persone che hanno firmato i nostri appelli e ci hanno dimostrato la loro vicinanza nei modi più svariati, abbiamo cercato di instaurare un rapporto pubblico (e non sottobanco) con l’amministrazione comunale, con l’assessore Passoni, per trovare una giusta soluzione che conciliasse la salute pubblica e la vita sociale del CSOA.
Tranne dichiarazioni a mezzo stampa e pochi abboccamenti per vie traverse, la nostra richiesta di un confronto sul futuro del Gabrio è caduta nel vuoto. Non potevamo aspettarci di meglio da un’amministrazione che preferisce svendere il patrimonio pubblico ed interloquire con speculatori e banchieri, come il caso della Diatto di via Frejus dimostra ampiamente, piuttosto che affrontare seriamente le necessità di chi i quartieri li abita. Una amministrazione pubblica più attenta all’immagine e alle amicizie “forti” che alle reali esigenze del territorio metropolitano, avvezza a gestioni del denaro pubblico “allegre”, come insegna il caso CSEA, ma incapace di affrontare la drammaticità della crisi, la penuria di case con canoni accessibili e l’aumento degli sfratti, che privatizza, quando non chiude, ampi settori di servizi sociali. Che ci sta ancora facendo pagare i debiti contratti per le Olimpiadi, delle quali rimangono solo cattedrali nel deserto lasciate all’incuria.
Questi sono i signori che gestiscono la città ma non la amano, che approfittano del loro ruolo solo per interessi personali. E siccome da loro non si possono avere le giuste risposte bisogna trarne le conseguenze.
Per questo, ancora una volta, è arrivato il momento in cui la decisione deve passare dalle nostre mani. Non ci piace misurarci con i tempi dei politici ciarlatani e dei costruttori. Siamo abituati ad agire con i nostri tempi, consapevoli che la salute delle/degli occupant*, e quella del quartiere non può aspettare.
Per questo lasciamo lo stabile di via Revello, lo svuotiamo e ci trasferiamo, con un peso nel cuore, ma certi che sia la cosa giusta da fare: un gesto d’amore nei confronti di un quartiere che ci ha visto nascere e crescere come soggetto politico e realtà sociale.
Negli anni abbiamo provato (noi e solo noi) a mantenere l’edificio per limitare il disperdersi delle fibre di amianto, e fin dal 2004 abbiamo sollecitato le amministrazioni cittadine per un intervento che, per quanto ne possa la volontà, superava le nostre possibilità.
Ora lasciamo vuoto lo stabile per dare la possibilità al comune di avviare le opere di bonifica, per utilizzare quel famoso mezzo milione di euro stanziato nel suo bilancio del 2013 per tale opera. Suppliamo alla latitanza delle istituzioni con la nostra generosità, cedendo la nostra casa, perché noi siamo persone, uomini e donne, responsabili ed attenti ai bisogni del nostro Borgo. E il primo bisogno, in questo momento, è la bonifica dell’area Gabrio.
Attenzione però, non si consideri il nostro agire come segno di debolezza. Perché la campagna I love Gabrio continua! E lasciare non è sinonimo di abbandonare. La vigilanza sulla bonifica sarà costante e pubblica, in modo da poter verificare che essa avvenga ad opera d’arte ed in piena sicurezza.
Non permetteremo in alcun modo che l’area Gabrio venga sottratta alla sua destinazione pubblica e di socialità, ruolo che ha avuto in questi 19 anni. Non permetteremo che possa essere toccata da una speculazione per fare arricchire i soliti palazzinari e le solite banche, non permetteremo che la vergogna della Diatto si ripeta. Queste deve essere chiaro a Passoni, a Fassino e a chi verrà dopo di loro.
Per questo chiediamo ed esigiamo che sulla bonifica e sul futuro dell’area di via Revello si apra da subito un confronto pubblico con l’amministrazione, che gli abitanti del quartiere possano avere veramente voce in capitolo, verificando la qualità dell’intervento e decidendo il futuro dell’area, un futuro che non potrà e non dovrà delinearsi come un accrocchio di supermercati, palazzi o parcheggi. L’area dovrà essere riconsegnata perché tutt* possano fruirne, come adesso.
Su questo non transigeremo e saremo pronti a dare battaglia, pretendendo di dire la nostra.
Devo avere una casa per andare in giro per il Mondo
Assalti Frontali
Ma senza casa non possiamo stare. Non vogliamo stare.
Il nostro slogan, nell’ultimo anno è stato Amianto per nessuno. Gabrio per tutt*
Amianto per nessuno, allora, permettendo che inizi la bonifica. Gabrio per tutt* con una casa nuova.
Per questo il Gabrio continua la sua vita in via Millio 42 occupando una struttura inutilizzata, destinata alla chiusura e, più probabilmente, all’abbandono. Una struttura per la quale sono stati banditi progetti enormi, progetti che si scontrano però con la mancanza di fondi, progetti che rimarranno solo sulla carta.
Ma se il destino è l’abbandono, noi occupant* del Gabrio lo restituiamo alla città e al quartiere facendone la casa del Centro Sociale. Come facemmo 19 anni fa in via Revello.
Qui continueremo le nostre pratiche di socialità, solidarietà e mutualità. Qui terremo i nostri concerti di qualità ed a basso costo. Qui continueranno i corsi della palestra Dante Di Nanni. Qui la Riciclofficina tornerà a parlare e proporre una mobilità sostenibile. Qui lo Sportello per il Diritto alla Casa continuerà a dare assistenza agli sfrattati, ad organizzare i picchetti, a proporre soluzioni abitative. Qui il mercatino Zona Bandita tornerà a proporre la sua distro mai banale e la presentazione di libri. Qui si continuerà a discutere di antiproibizionismo. Qui si potrà parlare di sicurezza informatica e hacktivismo.
Qui si potrà passare di pomeriggio, per farsi una birra, per fare due chiacchiere tra una partita di scacchi ed una di carte. Qui l’ambulatorio popolare fornirà assistenza sanitaria gratuita e competente a tutt*.
Qui, sempre in Zona San Paolo antirazzista il Gabrio manterrà le proprie attività, resterà quel soggetto antagonista irrinunciabile per la nostra città. Nel suo quartiere, che lo ha visto nascere, crescere, diventare quello che è oggi e del quale ha preservato e conservato la memoria operaia e antifascista. Quel quartiere dal quale non abbiamo mai avuto intenzione di partire, perché ne siamo parte integrante, sostanziale e, scusate la presunzione, fondamentale.
In via Revello abbiamo passato 19 anni indimenticabili. In via Revello rimarrà sempre un pezzo del nostro cuore.
Da via Millio 42 riprendiamo il filo del nostro discorso.
Da via Millio 42 la storia continua, per il nostro quartiere, per la nostra città.
LA NOSTRA VOCE NON SI SPEGNE
LUNGA VITA AL GABRIO
CON NICO, PER SORRIDERE
CI VEDIAMO IN VIA MILLIO 42VENITECI A TROVARE!
gli occupanti e le occupanti del CSOA Gabrio