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18 Anni di Centro Sociale Gabrio

Programma dettagliato della 3 giorni su http://gabrio.noblogs.org/18-anni-di-gabrio/

18 anni. tanto è passato dalla nascita del CSOA Gabrio. Un tale avvenimento non può che essere ricordato al meglio. Ma per noi non è solo un giusto momento di festa e divertimento da condividere con la città ed il quartiere, San Paolo, di cui ormai siamo parte integrante ed attiva.
In un periodo come questo, dominato da una congiuntura economica che ha la sua cifra nel termine “crisi”, il nostro compleanno vuole essere occasione per rilanciare una serie di pratiche che sono l’essenza del nostro essere soggetto di movimento.

Prima di tutto l’autogestione e l’autorganizzazione come capacità di prendere in mano le nostre vite e dare risposte concrete ai bisogni. Siamo stati solidali in questi anni e lo saremo ancora nei confronti di tutte quelle esperienze che fanno della riappropriazione diretta esercizio quotidiano. Continua la lettura di 18 Anni di Centro Sociale Gabrio

Ad ogni sfratto una nuova Occupazione: Benvenuti in Via Monginevro 46!

Torino, 19 giugno 2012. Nella città della crisi, con uno dei più alti debiti procapite, viene portato a termine uno sfratto. L’ennesimo. Vittime una famiglia con due bambini piccoli, non più in grado di sostenere le spese di un affitto perché il lavoro non c’è e non c’è più reddito. Per eseguirlo viene messo in campo un ingente spiegamento di polizia, più di 60 agenti in tenuta antisommossa e vari esponenti della digos. Poco possono fare i solidali presenti, con la violenza e la forza vengono fatti allontanare. Non contenti, i funzionari presenti apostrofano malamente la famiglia, dimostrando insensibilità ed arroganza di fronte ad una tragedia.

Un’altra ingiustizia, 4 persone che per il comune di Torino, gli assistenti sociali, la questura possono andare a stare senza problemi sotto un ponte.

Ma di fronte alla violenza della legge, alla sopraffazione dei più forti non è più il tempo di tacere. Alla crisi c’è chi vuole dare risposte immediate e concrete. Questa famiglia insieme ad altre con lo stesso problema e le stesse difficoltà decide di agire. Con la collaborazione dello Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo si muovono nella sola maniera possibile. Superando la mediazione delle istituzioni, assolutamente incapaci di porre soluzioni reali all’annoso problema della casa, decidono di occupare una palazzina vuota. Una delle tanta a Torino, che conta quasi 60000 alloggi sfitti, un lusso che questa metropoli non si può permettere.

Via Monginevro 46 è una palazzina inabitata da anni; con una proprietà che vanta interessi corposi in molte attività economiche, TAV compreso. Evidentemente una piccola goccia in un mare di affari ma un luogo concreto per chi lotta per i propri diritti.

L’occupazione di via Monginevro 46, nel quartiere San Paolo, territorio con già altre occupazioni abitative, diventa un’urgenza per questi nuclei familiari. Famiglie con bambini, con presenza di malati, con difficoltà, che non barattano la loro dignità nel nome di una legalità sorda e cieca alle problematiche che li hanno travolti. Famiglie che prendono in mano le loro esistenze per non farsi abbattere dalla crisi.

Famiglie pronte a mettersi in gioco ma ancora capaci e pronte a dialogare con chi vuole realmente trovare soluzioni efficaci alle loro condizioni. Soluzioni che non possono passare ovviamente dall’uso della forza pubblica.

Decidere di occupare una casa è un passo decisivo per chi non vuole essere annichilito dalla crisi. Questa occupazione rientra in una azione politica che porta al centro il ruolo delle famiglie ed i lori bisogni materiali. Di sfratti non si deve morire. Ad ogni sfratto deve esserci una risposta decisa. Ad ogni sfratto altre occupazioni nasceranno in questa città. Non è più il tempo della rassegnazione. È il tempo della vita.

LA CRISI FINISCE QUANDO INIZIA LA LOTTA

PER OGNI CASA VUOTA UNA NUOVA OCCUPAZIONE

Inquiline ed inquilini di via Monginevro 46

Sportello Diritto alla Casa Zona San Paolo

Polizia VS Diritto alla casa: E’ questa la loro democrazia!

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Questa mattina in corso Cosenza 142, nella periferia torinese, è stato
eseguito l’ennesimo sfratto che ha costretto per strada un’altra
famiglia vittima della crisi e di politiche sorde ai diritti ed alle
esigenze sociali.

Una trentina di persone e amici solidali nella lotta per il diritto
alla casa si erano dati appuntamento all’alba davanti al portone per
impedire lo sfratto. Armati di striscioni e tamburi si sono opposti
alla raffinatissima strategia militare ordita dalle diaboliche menti
delle forze del disordine.
Diverse camionette sono sopraggiunte da una via laterale e gli
antisommossa sono corsi velocemente all’ingresso. Mentre un
battaglione cercava di farsi strada dalla porta principale, un altro
passava dal retro dove gli astuti digossini, che avevano dormito,
ospitati, nel palazzo, hanno potuto aprire la porta dall’interno.
I resistenti si sono quindi trovati stretti tra due fronti, ed essendo
anche numericamente inferiori sono stati fisicamente spostati
dall’androne con spinte e calci e qualche manganellata.
Il tutto si è concluso con qualche livido e una famiglia con 2
bambini per strada.

Hedia e il marito sono costretti ad arrangiarsi con lavori precari.

A causa della burocrazia e delle norme sempre più restrittive hanno
gravi difficoltà a rinnovare il permesso di soggiorno e questo rende
ancora più difficile la possibilità di accedere a qualsiasi forma di
reddito e di conseguenza a poter pagare l’affitto.
A sua volta l’assenza di reddito rende pressoché impossibile rinnovare
il permesso di soggiorno. Un circolo vizioso che in questa città si tramuta in una gestione del problema casa esclusivamente affidata ai manganelli degli invasati in blu, ad ogni sfratto più arroganti e violenti, irriverenti e razzisti (questa mattina non si sono lasciati sfuggire l’occasione di pronunciare il sempre verde “tornate a casa vostra”).
Non pensino di intimidirci lorsignori… come questa mattina restiamo aggrappati, resistiamo, consapevoli e convinti che il diritto alla casa non è in (s)vendita.

La lotta per i diritti non si ferma.

La casa è un diritto, la dignità non si sfratta.

Giovedì 10 Maggio 2012: ORTO COLLETTIVO TERRA ZapPATA presenta: Proiezione di “The Last Farmer”

ORTO COLLETTIVO TERRA ZapPATA presenta:

—————THE LAST FARMER———
Un documentario di Giuliano Girelli prodotto dall’Ong M.A.I.S.
www.mais.to.it

Giovedì 10 Maggio alle h.21
presso CSOA Gabrio
Via Revello3
Zona San Paolo Antirazzista

———-

Siamo ormai tristemente abituati alla cementificazione selvaggia, a sprecare le risorse naturali, prima tra tutte la terra, e alle speculazioni in genere. Da qualche tempo però sta prendendo piede una nuova forma di sfruttamento: il cosiddetto land grabbing.
La terra da coltivare, specie quella del sud del mondo, è diventata un bene prezioso, oggetto di un frenetico “accaparramento”; la vogliono le multinazionali dell’agrobusinnes, i magnati del petrolio e anche le aziende italiane non si tirano indietro (Eni e Benetton in primis). Sono interessate a controllare i mezzi di produzione del cibo (la terra), a creare enormi piantagioni per la produzione dei biocarburanti Continua la lettura di Giovedì 10 Maggio 2012: ORTO COLLETTIVO TERRA ZapPATA presenta: Proiezione di “The Last Farmer”

Dom 5 Febbraio 2012: La solidarietà è un’arma – Merenda benefit + proiezioni video dal basso

All’alba di giovedì 26 gennaio scattava a Torino, così come in altre città italiane, l’operazione ordinata sotto l’egida del Procuratore Caselli, mirata contro il movimento NO TAV con lo scopo di infangare mediaticamente e non la protesta più che ventennale portata avanti in Val di Susa. Attraverso misure preventive e liberticide molti compagni e compagne vengono svegliati all’aba e condotti in carcere passando attraverso la gogna mediatica di avvoltoi, giornalisti e fotografi, pronti a sbattere il mostro in prima pagina.
A distanza di poco più di una settimana ci rincontriamo lì, nello stesso posto violato dalla violenza poliziesca e dalla repressione di stato, l’occupazione abitativa di Via Muriaglio 11. Quella maledetta mattina gli sbirri sono arrivati con arroganza alla ricerca di Mambo, un compagno del gabrio e militante NO TAV. L’abbiamo visto portato via da quello Stato evidentemente molto spaventato da chi come lui, come noi, come tanti altri porta avanti una lotta con la consapevolezza di essere dalla parte giusta.
Mambo ad oggi si trova ancora rinchiuso insieme ad altri compagni e compagne nel carcere Torinese delle Vallette. Insieme agli/alle occupanti di Via Muriaglio, abbiamo deciso di aprire nuovamente le porte della casa al quartiere, ai solidali, per fare un passo indietro e tornare a quei due giorni, il 27 Giugno (sgombero della libera repubblica della maddalena) e il 3 Luglio (assedio al non-cantiere).
Lo abbiamo già detto: in quei boschi e dietro quelle barricate c’eravamo tutti/e. Abbiamo subito insieme la violenza dello stato accorso con migliaia di uomini per lo sgombero di quella fantastica esperienza che risponde al nome di “Libera repubblica della Maddalena”. Eravamo sulle stesse barricate quando le ruspe ci sfioravano a pochi centimetri…eravamo insieme a respirare, sputare, vomitare sangue a causa del criminoso uso di lacrimogeni…insieme quando siamo stati rincorsi sui sentieri.
Lo stesso il 3 luglio: abbiamo visto con i nostri occhi gli sbirri usare i lacrimogeni come proiettili, lanciare massi, pietre, picchiare e violentare i nostri corpi, le nostre montagne.

L’abbiamo visto e l’abbiamo documentato attraverso due video.
Per tutto questo vi invitiamo DOMENICA 5 FEBBRAIO 2012 in Via Muriaglio 11:

Ore 16 – Merenda solidale con gli/le arrestat*
a seguire

Proiezione di:

– NO TAV: Cronaca di un assedio Continua la lettura di Dom 5 Febbraio 2012: La solidarietà è un’arma – Merenda benefit + proiezioni video dal basso

Ven 27 Gennaio 2012: Presentazione nuovo orto urbano + Proiezione “Genuino Clandestino”

VENERDÌ 27 GENNAIO 2012 @ CSOA GABRIO – via revello 3

Serata di presentazione del nuovo orto urbano di via revello 3 presso il
csoa gabrio con:
/h.20/Cena di autofinanziamento vegana-ortolana/

/h.22/Proiezione del film “GENUINO CLANDESTINO” prodotto e presentato da INSU^TV/
/scambio di semi e piante/

PERCHE’ FARE UN ORTO URBANO?

Per prima cosa abbiamo pensato che sarebbe un vero peccato non prendersi cura di tanto spazio a disposizione e non organizzare qualcosa di costruttivo,dove socializzare, condividere e imparare conoscenze nuove e antiche.

Abbiamo anche pensato che questo progetto può rappresentare un momento formativo e di crescita sia personale che di gruppo, l’occasione per ristabilire il rapporto con la terra, anche in un ambito difficile come quello urbano, imparando a rispettare i cicli stagionali e a far fronte ai vari problemi relativi all’autorecupero degli spazi nella città.

Rispettare la terra ci porta anche a fare una riflessione sul consumo del cibo, su ciò che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole. La presenza sul mercato di catene a grande distribuzione come i supermarket, ci fa perdere consapevolezza riguardo alla provenienza dei beni di prima necessità.. Siamo abituati ad avere “Tutto e Subito”, senza interrogarci sulle caratteristiche dei cicli di produzione e sul grado di sfruttamento che impongono agli animali, alle persone e alla natura.
Rispolverare l’arte del saper fare, può farci apprezzare l’importanza di avere beni di prima necessità a “Km 0”.

Riteniamo vitale aprire le porte al quartiere per rendere la terra accessibile a tutti per “Diritto”, in modo da raccogliere proposte e iniziative provenienti da più voci e passo dopo passo costruire questo progetto insieme.

Per quanto riguarda l’impostazione che vogliamo dare all’orto, ci sembra giusto pensare ad un sistema input-output a ciclo chiuso, dove non si spreca nulla e gli scarti prodotti da un’attività possono diventare risorsa per un’altra.

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Sab 21 Gennaio 2012 – CORTEO Documenti per Tutti/e

SABATO 21 GENNAIO 2012 ore 15 – Fronte Stazione Porta Nuova, Torino

—–>CORTEO<—–
DOCUMENTI PER TUTTI/E – STOP AL BUSINESS DELL’EMERGENZA

Dalla scorsa primavera oltre 22mila persone che sono arrivate in Italia fuggendo dalla Libia bombardata dalla NATO sono “posteggiate” in migliaia di piccoli centri di accoglienza sparsi per tutto il paese. Una situazione che il Governo Berlusconi aveva archiviato sotto il nome di “emergenza nord-africa” e di cui aveva delegato la gestione alla Protezione Civile.
E Protezione Civile vuol dire procedure eccezionali ed urgenti, struttura semi-militare nazionale, spesa quasi senza controllo, contabilità semplificata, deroghe, nessuna gara d’appalto.
Da molti mesi migliaia di persone vivono in questi centri (ex colonie, alberghi, parrocchie, campi della croce rossa) in attesa che le commissioni territoriali valutino le loro domande di asilo… in molti rischiano di vederla respinta perchè arrivano in Italia dopo essere fuggiti dalla Libia ma erano in Libia provenienti da paesi non considerati instabili e quindi non inseriti nelle liste di protezione internazionale.
La vera emergenza è quella che è stata creata dal Governo, ed è un emergenza che costa centinaia di migliaia di euro pubblici che non garantiscono certo i diritti e la dignità dei richiedenti asilo ma ingrassano le tasche di quella parte di privato sociale che vede nell’accoglienza non un diritto da tutelare ma un business da sfruttare.A questo si aggiunge il calvario delle perdita di permessi di soggiorno per chi perde il lavoro col rischio di finire in un CIE, le tasse “etniche e razziste” sui permessi di soggiorno e il dramma della sanatoria truffa del 2009″

Questa situazione deve finire! Protezione umanitaria per tutti e tutte subito!

*Protezione umanitaria per chi fugge dalla Libia in guerra a prescindere dal proprio paese di provenienza
*Permesso di soggiorno a tutti i migranti e le migranti
*No al business della finta accoglienza
*Solidarietà e piena accoglienza
*Casa – Lavoro – Residenza per tutt* i/le rifugiat*
*Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
*No al razzismo
*Chiudere i CIE

Assemblea per il diritto di asilo

richiedenti asilo/migranti

Videospot
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Documenti per tutti/e – Stop al business dell’emergenza (videospot)

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DOCUMENTI PER TUTTI/E
SABATO 21 GENNAIO 2012 CORTEO ORE 15 – fronte stazione porta nuova – Torino

Dalla scorsa primavera oltre 22mila persone che sono arrivate in Italia fuggendo dalla Libia bombardata dalla NATO sono “posteggiate” in migliaia di piccoli centri di accoglienza sparsi per tutto il paese. Una situazione che il Governo Berlusconi aveva archiviato sotto il nome di “emergenza nord-africa” e di cui aveva delegato la gestione alla Protezione Civile.
E Protezione Civile vuol dire procedure eccezionali ed urgenti, struttura semi-militare nazionale, spesa quasi senza controllo, contabilità semplificata, deroghe, nessuna gara d’appalto.
Da molti mesi migliaia di persone vivono in questi centri (ex colonie, alberghi, parrocchie, campi della croce rossa) in attesa che le commissioni territoriali valutino le loro domande di asilo… in molti rischiano di vederla respinta perchè arrivano in Italia dopo essere fuggiti dalla Libia ma erano in Libia provenienti da paesi non considerati instabili e quindi non inseriti nelle liste di protezione internazionale.
La vera emergenza è quella che è stata creata dal Governo, ed è un emergenza che costa centinaia di migliaia di euro pubblici che non garantiscono certo i diritti e la dignità dei richiedenti asilo ma ingrassano le tasche di quella parte di privato sociale che vede nell’accoglienza non un diritto da tutelare ma un businness da sfruttare.
Questa situazione deve finire! Protezione umanitaria per tutti e tutte subito!

– Protezione umanitaria per chi fugge dalla Libia in guerra a prescindere dal proprio paese di provenienza
– Permesso di soggiorno a tutti i migranti e le migranti
– No al businness della finta accoglienza
– Solidarietà e piena accoglienza
– Casa-lavoro-residenza per tutt* i rifugiat*
– No al razzismo
– Chiudere i CIE

NO TAV – Diamoci un taglio (23 Ottobre 2011)

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Piccolo contributo video sulla grande manifestazione del 23 Ottobre; nonostante da una parte la demonizzazione del movimento attraverso il fango dei media, e dall’altra la militarizzazione dell’intera valle con controlli e perquisizioni a tappeto, più di 15mila persone sono entrate nuovamente nel cantiere violando la zona rossa imposta dal prefetto. E questo è solo l’inizio…

A cura dei/delle compagn* del CSOA Gabrio di Torino