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GUAI A CHI CI TOCCA! Compagnə Bruciamo Tutto!!

La rabbia ci invade alla notizia che due nostrə compagnə sono statə
aggreditə a Palermo da un gruppo di ragazzi omofobi che mal sopportavano la loro libera esistenza.
Abbiamo attraversato le strade di San Paola non poco tempo fa accanto a loro, con forza e determinazione, per ribadire che la società antifascista che vogliamo è e deve necessariamente passare dalla consapevolezza transfemminista.

Non tolleriamo più l’agibilità che viene data ai fascisti e ai vari  partiti che tutti i giorni ci perforano i
timpani e provano a lavarci il cervello con la loro propaganda omofoba, machista e patriarcale. Non tollereremo più neanche le finte soluzioni governative, i ddl anacronistici, il rainbow-washing dei/delle personaggi/e politiche di vario calibro, nè tantomeno il bigottismo strisciante frutto dell’impoverimento culturale ed umano costruito da anni di vuoto politico e occupazione sistematica degli spazi di parola, agito da chi semina diffidenza e rabbia travestendosi da salvatore della società e della
morale. La vostra morale che ci violenta nelle case e picchia e insulta nelle strade, che ci molesta e schiaccia nei luoghi di lavoro, che ci fa lottare ogni giorno solo per esistere ci disgusta. La misura è colma.

Compagnə siamo con voi e siamo voi, con la nostra rabbia e con i nostri
corpi. Insieme: abbattiamo il patriarcato, costruiamo un mondo nuovo,
cacciamo machisti, omolesbobitransfobici ,sessisti, razzisti, classisti,
fascisti fuori dall’universo.

 

GUAI A CHI CI TOCCA!

Primo Maggio 2019 – Solidarietà con tutt* i/le NoTav colpit* dalla repressione

C’eravamo tutti e tutte, sappiamo bene com’è andata, sappiamo bene che non poteva essere accettato l’ingresso dello spezzone sociale nella stessa piazza dove sindacati e politicanti in campagna elettorale si affrettavano a blaterare frasi vuote per nascondere le istanze portate da migliaia di lavorat* e NoTav. 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi e folla

Nonostante le cinghiate del “servizio d’ordine” del PD e le cariche arbitrarie della polizia, siamo arrivat* in piazza e sul palco per ribadire il NO ad un’opera inutile e dannosa per il territorio e per la salute de* lavorat* e di chi l’abita.

Ricordiamo bene come la polizia, di fronte alle cinghiate del PD, si sia schierata e abbia difeso a manganellate questi metodi fascisti, colpendo forte e a caso come sempre.

Ci ricordiamo la cieca rabbia sfogata sul furgone che riparava militant* e bambin dai loro colpi sordi.

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Solidarietà alle Lavoratrici di Jakala

Ci vediamo al fianco delle lavoratrici Jakala !

Potrebbe essere un'immagine raffigurante ‎il seguente testo "‎SOLID SOLIDARIETA' ALLE LA DOVE? QUANDO? PIAZZA DERNA 227 TORINO ORE 14.30 ORATRICI DOPO LO SCIOPERO DI SETTIMANA SCORSA LA COOPERATIVA ACCETTA DI INCONTRARCI SAPPIAMO BENE CHE E' SOLO L'INIZIO DI UNA LUNGA TRATTATIVA: SOLIDARIETA' CON LELAVORATRICI! دعة‎"‎

DOPO LO SCIOPERO DI SETTIMANA SCORSA LA COOPERATIVA ACCETTA DI INCONTRARCI, SAPPIAMO BENE CHE E’ SOLO L’INIZIO DI UNA LUNGA TRATTATIVA: SOLIDARIETA’ CON LE LAVORATRICI! Ci troviamo sotto la sede dell’incontro per ricordare loro che le lavoratrici non sono sole e non dimentichiamo le scenette fatte durante lo sciopero dai responsabili e capi.
QUI SOTTO il comunicato stampa di settimana scorsa:

GEPSA E FORZE DELL’ORDINE RESPINGONO LA SOLIDARIETÀ

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, attività all'aperto e il seguente testo "CELLE AFFOLLATE NIENTE CURE TAMPONI E RESPINGETE MAGLIONI CPR LAGER DU'"

Al Cpr ancora menzogne su menzogne e ingiustizie su ingiustizie

Alla luce delle condizioni denunciate da reclusi e avvocati, come collettivo impegnato nella lotta al Cpr, abbiamo deciso di lanciare una raccolta di coperte e abiti pesanti destinati ai reclusi del Cpr di corso Brunelleschi.
L’idea nasce da una reale necessità espressa da chi è rinchiuso in quelle infami mura e confermata dagli/dalle avvocate che quelle mura le varcano per lavoro.
La pratica della raccolta solidale non è per noi una novità, così come non sono una novità le procedure che precedono l’ingresso dei materiali raccolti, avendo già più volte in passato raccolto cibo e schede telefoniche per i detenuti del Deportation Camp di Torino.
Come abbiamo già raccontato nel comunicato a nostra firma uscito Venerdì 19/2, mercoledì scorso alcune compagne del collettivo sono andate a portare i materiali della raccolta solidale al Centro per il Rimpatrio, sono state però respinte all’ingresso da parte di un incaricato dell’ente gestore, per la presunta violazione di ipotetiche procedure mai richieste ed adottate le scorse consegne solidali.
Tra le varie motivazioni accampate ci è stata contestata l’assenza di un certificato di sterilizzazione dei materiali, procedura sanitaria di cui neanche gli avvocati degli stessi reclusi sanno stabilire la veridicità, così come la garante dei Detenuti.

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MENZOGNE SU MENZOGNE INGIUSTIZIE SU INGIUSTIZIE

Denuncia di quanto accaduto mercoledì 17/2 al Cpr di Corso Brunelleschi

Dopo le svariate testimonianze sul freddo che attanaglia i reclusi del Cpr e sull’insufficiente fornitura di abiti adeguati alle temperature invernali , abbiamo organizzato una raccolta vestiti e coperte da destinare alle persone rinchiuse in corso nella struttura detentiva di Brunelleschi.
Ci vediamo però costretti e costrette a denunciare l’ennesima ingiustizia inflitta ai reclusi , infatti mercoledì 17, quando abbiamo provato a consegnare il risultato della solidarietà di molte e molti ,abbiamo ricevuto un rifiuto giustificato da molteplici ragioni assolutamente incongruenti con la realtà dei fatti , dimostrando ancora una volta la totale discrezionalità del regolamento con cui Gepsa e forze dell’ordine gestiscono quel luogo di detenzione.
La prima motivazione fornitaci riguardava l’esigenza di consegnare i pacchi ad una precisa persona di cui avremmo dovuto dare il nominativo; già in passato abbiamo consegnato dei pacchi contenenti generi alimentari e mai ci è stato chiesto di indirizzarli ad una precisa persona.
In secondo luogo ci è stato detto che il gestore non si voleva assumere la responsabilità della consegna e che le
persone trattenute “hanno fin troppi vestiti”.
L’ultima scusa riguarda il Covid: i vestiti devono essere sterilizzati con certificato. In uno spazio in cui non vengono attuate le norme di protezione dall’epidemia, all’improvviso il Covid diventa un problema.
Nonostante tutto noi non ci perdiamo d’animo. Riproveremo ancora a portare dentro l’infame centro la nostra solidarietà.
Ci vediamo sabato, tutte e tutti insieme, sotto le mura del lager di Corso Brunelleschi per protestare , urlare il nostro dissenso e ritentare la consegna della raccolta solidale.
Mai più lager!mai più Cpr!
Csoa Gabrio
Manituana – Laboratorio Culturale Autogestito

Collettivo Mai più lager – Mai più Cpr