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Sab 6 Ottobre 2012: Critical Mass “I Love Gabrio”

Sabato 6 Ottobre 2012

BICICLETTATA PER ZONA SAN PAOLO!

Con la scusa di una bonifica dall’amianto si cerca di interrompere l’eperienza del CSOA Gabrio, da 18 anni parte attiva nel quartiere San Paolo.

Una esperienza che negli anni ha sottratto dall’incuria uno spazio abbandonato dal Comune, evitando che cadesse nelle brame di affaristi e speculatori e restituendolo al quartiere sotto forma di un luogo in cui poter coltivare la socialità in maniera diversa.

Non vorremmo che tali manovre fossero preludio all’inizio dell’ennesima speculazione edilizia nella nostra zona Continua la lettura di Sab 6 Ottobre 2012: Critical Mass “I Love Gabrio”

17 Settembre 2012: Parte la campagna “I Love Gabrio”

Info e adesioni su ilovegabrio.noblogs.org

Documento presentazione campagna

DI AMIANTO, AUTOGESTIONE E INCONSISTENZA DELLE ISTITUZIONI

n questa fine di estate 2012 che ci ha visti ancora impegnat* in diverse lotte dobbiamo fermarci un attimo e riprendere parola per porre al dibattito pubblico una questione molto delicata: quella dell’amianto al centro sociale Gabrio.

L’amianto c’è, lo sappiamo, a Torino lo sanno tutti quelli che hanno minimamente presente il Gabrio. Negli anni della storia del centro sociale la questione è stata periodicamente strumentalizzata dalla destra cittadina per chiedere lo sgombero, mentre veniva pressoché ignorata dalla sinistra cittadina e dall’amministrazione che avrebbe dovuto tutelare la nostra e vostra salute. Anche quando dal Gabrio partì una lettera aperta al Comune per sollecitare un intervento di bonifica rispettoso del centro sociale Continua la lettura di 17 Settembre 2012: Parte la campagna “I Love Gabrio”

18 Anni di Centro Sociale Gabrio

Programma dettagliato della 3 giorni su http://gabrio.noblogs.org/18-anni-di-gabrio/

18 anni. tanto è passato dalla nascita del CSOA Gabrio. Un tale avvenimento non può che essere ricordato al meglio. Ma per noi non è solo un giusto momento di festa e divertimento da condividere con la città ed il quartiere, San Paolo, di cui ormai siamo parte integrante ed attiva.
In un periodo come questo, dominato da una congiuntura economica che ha la sua cifra nel termine “crisi”, il nostro compleanno vuole essere occasione per rilanciare una serie di pratiche che sono l’essenza del nostro essere soggetto di movimento.

Prima di tutto l’autogestione e l’autorganizzazione come capacità di prendere in mano le nostre vite e dare risposte concrete ai bisogni. Siamo stati solidali in questi anni e lo saremo ancora nei confronti di tutte quelle esperienze che fanno della riappropriazione diretta esercizio quotidiano. Continua la lettura di 18 Anni di Centro Sociale Gabrio

Una montagna di balle: La resistenza NO TAV continua…

Questa mattina a leggere i giornali c’è da farsi venire i conati di vomito. L’ennesima grande giornata di resistenza in Val di Susa è come sempre criminalizzata dai media che parlano di black bloc, teppisti, bulloni, pietre, bombe carte, poliziotti in fin di vita e tric e trac. “L’informazione” si limita ormai a ricopiare le veline delle questura:
“i manifestanti non sono riusciti a danneggiare le reti”
“attacco contro gli operai del cantiere”
” colpite le macchine diretta a Bardonecchia prima della chiusura dell’autostrada”.
Una serie infinita di parole false e artefatte, da conati di vomito per l’appunto.
Noi abbiamo visto tutt’altro. Abbiamo visto il solito buon movimento NO TAV, variegato, determinato, unito nelle idee e nelle pratiche. Abbiamo visto che è bastato avvicinarsi alle reti per essere colpiti con l’idrante e per dare inizio al valzer dei lacrimogeni al CS che anche ieri sera sono stati lanciati a centinaia. Non si è fatto minimamente accenno all’enorme incendio poi spento dai NO TAV, così come chiaramente non si parlato dei tanti feriti da parte nostra, nuovamente bersaglio dei lacrimogeni sparati ad altezza uomo.
Abbiamo visto le rappresaglie della polizia che ci ha colpito con un nuovo lancio di lacrimogeni quando ormai avevamo superato il sottopasso dell’autostrada di ritorno a Giaglione.
Oppure gli stessi personaggi provare accennare ad una prova di sgombero del campeggio, da subito fallita per via della resistenza degli attivisti.
E infine abbiamo visto cadere reti e muri. Decine e decine di metri di muro sono stati ridotti come una groviera. Altre decine di metri di reti sono state tagliate..e le recinzioni con i jersey tirate giù tutt* insieme. Chi non riusciva ad esserci fisicamente davanti a tirare la corda era lì dietro, a pochi metri, a far sentire tutto l’incoraggiamento e la complicità di quell’atto di resistenza.
Il movimento è vivo e vegeto.
Quelle reti, quei muri cadranno uno dopo l’altro.
C’è chi tira le pietre…e c’è chi sfascia il paese.
Noi stiamo con i primi..e resistiamo!

Ad ogni sfratto una nuova Occupazione: Benvenuti in Via Monginevro 46!

Torino, 19 giugno 2012. Nella città della crisi, con uno dei più alti debiti procapite, viene portato a termine uno sfratto. L’ennesimo. Vittime una famiglia con due bambini piccoli, non più in grado di sostenere le spese di un affitto perché il lavoro non c’è e non c’è più reddito. Per eseguirlo viene messo in campo un ingente spiegamento di polizia, più di 60 agenti in tenuta antisommossa e vari esponenti della digos. Poco possono fare i solidali presenti, con la violenza e la forza vengono fatti allontanare. Non contenti, i funzionari presenti apostrofano malamente la famiglia, dimostrando insensibilità ed arroganza di fronte ad una tragedia.

Un’altra ingiustizia, 4 persone che per il comune di Torino, gli assistenti sociali, la questura possono andare a stare senza problemi sotto un ponte.

Ma di fronte alla violenza della legge, alla sopraffazione dei più forti non è più il tempo di tacere. Alla crisi c’è chi vuole dare risposte immediate e concrete. Questa famiglia insieme ad altre con lo stesso problema e le stesse difficoltà decide di agire. Con la collaborazione dello Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo si muovono nella sola maniera possibile. Superando la mediazione delle istituzioni, assolutamente incapaci di porre soluzioni reali all’annoso problema della casa, decidono di occupare una palazzina vuota. Una delle tanta a Torino, che conta quasi 60000 alloggi sfitti, un lusso che questa metropoli non si può permettere.

Via Monginevro 46 è una palazzina inabitata da anni; con una proprietà che vanta interessi corposi in molte attività economiche, TAV compreso. Evidentemente una piccola goccia in un mare di affari ma un luogo concreto per chi lotta per i propri diritti.

L’occupazione di via Monginevro 46, nel quartiere San Paolo, territorio con già altre occupazioni abitative, diventa un’urgenza per questi nuclei familiari. Famiglie con bambini, con presenza di malati, con difficoltà, che non barattano la loro dignità nel nome di una legalità sorda e cieca alle problematiche che li hanno travolti. Famiglie che prendono in mano le loro esistenze per non farsi abbattere dalla crisi.

Famiglie pronte a mettersi in gioco ma ancora capaci e pronte a dialogare con chi vuole realmente trovare soluzioni efficaci alle loro condizioni. Soluzioni che non possono passare ovviamente dall’uso della forza pubblica.

Decidere di occupare una casa è un passo decisivo per chi non vuole essere annichilito dalla crisi. Questa occupazione rientra in una azione politica che porta al centro il ruolo delle famiglie ed i lori bisogni materiali. Di sfratti non si deve morire. Ad ogni sfratto deve esserci una risposta decisa. Ad ogni sfratto altre occupazioni nasceranno in questa città. Non è più il tempo della rassegnazione. È il tempo della vita.

LA CRISI FINISCE QUANDO INIZIA LA LOTTA

PER OGNI CASA VUOTA UNA NUOVA OCCUPAZIONE

Inquiline ed inquilini di via Monginevro 46

Sportello Diritto alla Casa Zona San Paolo

Polizia VS Diritto alla casa: E’ questa la loro democrazia!

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Questa mattina in corso Cosenza 142, nella periferia torinese, è stato
eseguito l’ennesimo sfratto che ha costretto per strada un’altra
famiglia vittima della crisi e di politiche sorde ai diritti ed alle
esigenze sociali.

Una trentina di persone e amici solidali nella lotta per il diritto
alla casa si erano dati appuntamento all’alba davanti al portone per
impedire lo sfratto. Armati di striscioni e tamburi si sono opposti
alla raffinatissima strategia militare ordita dalle diaboliche menti
delle forze del disordine.
Diverse camionette sono sopraggiunte da una via laterale e gli
antisommossa sono corsi velocemente all’ingresso. Mentre un
battaglione cercava di farsi strada dalla porta principale, un altro
passava dal retro dove gli astuti digossini, che avevano dormito,
ospitati, nel palazzo, hanno potuto aprire la porta dall’interno.
I resistenti si sono quindi trovati stretti tra due fronti, ed essendo
anche numericamente inferiori sono stati fisicamente spostati
dall’androne con spinte e calci e qualche manganellata.
Il tutto si è concluso con qualche livido e una famiglia con 2
bambini per strada.

Hedia e il marito sono costretti ad arrangiarsi con lavori precari.

A causa della burocrazia e delle norme sempre più restrittive hanno
gravi difficoltà a rinnovare il permesso di soggiorno e questo rende
ancora più difficile la possibilità di accedere a qualsiasi forma di
reddito e di conseguenza a poter pagare l’affitto.
A sua volta l’assenza di reddito rende pressoché impossibile rinnovare
il permesso di soggiorno. Un circolo vizioso che in questa città si tramuta in una gestione del problema casa esclusivamente affidata ai manganelli degli invasati in blu, ad ogni sfratto più arroganti e violenti, irriverenti e razzisti (questa mattina non si sono lasciati sfuggire l’occasione di pronunciare il sempre verde “tornate a casa vostra”).
Non pensino di intimidirci lorsignori… come questa mattina restiamo aggrappati, resistiamo, consapevoli e convinti che il diritto alla casa non è in (s)vendita.

La lotta per i diritti non si ferma.

La casa è un diritto, la dignità non si sfratta.

Lun 18 – Mar 19 Giugno 2012: Nuove “strategie”, vecchie politiche – Resistiamo agli sfratti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ di pochi giorni fa la resistenza allo sfratto di Mariuccia e Massimiliano: madre settantenne, dializzata e figlio, fotografo freelance con un numero sempre minore di contratti di lavoro all’attivo. Sono di qualche settimana fa le resistenze agli sfratti di Hedia, del marito e dei loro due figli, di Kader e della moglie che, proprio durante il precedente picchetto antisfratto ha dato alla luce suo figlio e di Nouredinne e della sua famiglia. Tutte storie di persone legate da un comune denominatore: la crisi ha reso difficile sostenere il peso dell’affitto.
E così aumentano sul territorio torinese, di pari passo alla consapevolezza della lotta quale unico strumento di sopravvivenza e di riacquisizione di dignità negata, le pratiche della resistenza agli sfratti, le occupazioni di immobili sfitti, gli sportelli che seguono la questione casa.
La consapevolezza e la presa di coscienza della portata della crisi che attraversa tutta l’Italia e che vede Torino al secondo posto per numero di sfratti, sembra coinvolgere solo chi paga sulla propria pelle il prezzo della crisi. Le istituzioni, ben potendo attuare politiche che consentirebbero di sanare la crescente necessità abitativa (una tra tutte la requisizione di immobili sfitti), continuano ad attuare politiche obsolete ed inadatte all’attuale contesto economico e sociale.
Con anni di ritardo il Comune di Torino ha indetto il bando per l’assegnazione di case popolari, bando che non assegnerà nulla a nessuno, perchè di case, a detta dell’amministrazione cittadina, non ce ne sono. La compilazione di moduli ed il pagamento di marche da bollo da parte dei cittadini, è stato solo lo strumento utilizzato dal Comune per sedare gli animi, per posticipare di qualche mese le pressanti richieste di persone arrabbiate.
L’amministrazione locale non sa che “pesci pigliare” e si affida, o meglio, delega il compito di gestire la questione casa alla questura ed alle forze dell’ordine che, con il benestare dell’ufficiale giudiziario di turno ed al fianco di palazzinari senza scrupoli e speculatori, non sapendo come meglio affrontare la ingombrante e sempre crescente questione delle resistenze agli sfratti, pone in essere nuove “strategie”. E così gli sfratti non eseguiti grazie all’opposizione di inquilini e di solidali vengono rinviati agli stessi giorni nella speranza, presumibilmente, di attenuarne il clamore e la portata. A questa “strategia” noi rispondiamo che saremo presenti, con i nostri corpi davanti a quei portoni, insieme alle famiglie, a bambini ed anziani e a tutti coloro i quali ritengono che la casa sia un diritto di tutte e tutti, ribadendo ancora una volta che la crisi e le sue conseguenze non sono una questione di ordine pubblico da gestire con “strategie militari”, ingenti numeri di forze dell’ordine e manganelli.

Il 18 ed il 19 GIUGNO vieni a portare sin dal primo mattino la tua solidarietà rispettivamente al picchetto antisfratto in C.SO FRANCIA n. 203, davanti al portone di Kader e della sua famiglia e in C.SO COSENZA n. 142, davanti al portone di Hedia e della sua famiglia.

LA CASA E’ UN DIRITTO, LA DIGNITA’ NON SI SFRATTA!

Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo

Dom 17 Giugno 2012: Torino Mad Pride – ore 14 fronte stazione Porta Nuova

13 maggio 1978: entra in vigore la legge 180, ” Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori “. Si tratta della prima e unica legge quadro italiana in materia di salute mentale, che impose la chiusura dei manicomi, regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio e istituì i “servizi di igiene mentale pubblici”. La legge viene spesso associata a Franco Basaglia, psichiatra, all’epoca direttore del manicomio di Gorizia, che si fece autorevole portavoce di un movimento culturale che rivendicava una nuova concezione di salute mentale e di presa in carico delle persone sofferenti di un disagio psichico. Obiettivo principale del movimento era ridare dignità e restituire diritto di cittadinanza a tutte quelle persone che, in nome di una diagnosi clinica e di una presunta pericolosità sociale associata al disagio psichico, erano rinchiusi nei manicomi. Matti, da rinchiudere, non erano solo le persone affette da un disturbo psichico, ma tutti coloro che non si conformavano alle norme sociali imperanti: omosessuali, prostitute, agitatori sociali, orfani, senza fissa dimora, disabili. La legge 180 venne immaginata come primo passo di un processo di deistituzionalizzazione: il manicomio non è un luogo di cura, ma di segregazione ed esclusione sociale. Il benessere psicofisico degli individui si fonda invece sull’integrazione sociale e la presa in carico psichiatrica deve diventare strumento di emancipazione, non una condanna a vivere ai margini della società. Il luogo della cura è il territorio, l’ambiente di vita, non l’ospedale. In quest’ottica viene anche normato il trattamento sanitario obbligatorio: si riconosce che, in particolari circostanze di sofferenza psichica, il servizio sanitario possa obbligare un libero cittadino ad un percorso di cura, se e solo vengano ravvisate queste tre condizioni: una situazione clinica emergenziale, la momentanea incapacità del soggetto di prendersi cura di sé e la necessità di cure ospedaliere (impossibilità di una presa incarico domiciliare).      

17 maggio 2012: viene approvato in Commissione Affari sociali della Camera un testo di Riforma della legge 180. Primo firmatario il disonorevole Ciccioli (PDL). In base a questo progetto di legge, il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) cambia nome, diventando Trattamento Sanitario Necessario (art.4). Il termine “obbligatorio” riconosceva l’esistenza del paziente, la sua dignità, il suo essere portatore di diritti. Prevedeva una costante negoziazione tra chi cura e chi viene curato. ‘Necessario’, invece, sottolinea la concezione del paziente come oggetto Continua la lettura di Dom 17 Giugno 2012: Torino Mad Pride – ore 14 fronte stazione Porta Nuova

Ven 15 Giugno 2012: La Piola del Gabrio – Cena Benefit Marcia Europea dei Sans Papiers/Migranti + Dj set

Primo appuntamento con la Piola del Gabrio. Ogni Venerdì dalle 20 in poi si mangia, si beve e si ascolta buona musica!

—————————> VENERDI’ 15 GIUGNO 2012 <———————————

Dalle 20:

CENA BENEFIT MARCIA EUROPEA DEI SANS PAPIERS/MIGRANTI
+
DJ SET from SKA to DUB by 

BLUTO SELECTER
KUMINA BEAT
ROOTIKAL DUB FOUNDATION

Cena 10 euri

C.S.O.A. Gabrio
Via Revello 3
Zona San Paolo Antirazzista

————–
MARCIA EUROPEA DEI SANS–PAPIERS E DEI MIGRANTI DAL 2 GIUGNO AL 2 LUGLIO 2012
La Coalizione Internazionale dei Sans-papiers e migranti (CISPM) organizza una marcia dei diritti che farà tappa in cinque paesi europei tra cui l’Italia.

L’obiettivo è di rivendicare la libertà di circolazione e di residenza, la regolarizzazione globale di tutti i Sans-papiers, l’esercizio totale dei diritti dei migranti, la protezione e il rispetto dei diritti dei richiedenti asilo, la cittadinanza di residenza, il rispetto dei diritti dei rom e dei sinti.

Dal 2 giugno al 2 luglio 2012, la CISPM chiama tutti i difensori dei diritti umani, le associazioni, i sindacati, i lavoratori, i pensionati, gli indignati, gli studenti, i movimenti sociali, i partiti politici e tutti i cittadini a partecipare, in segno di solidarietà, alla MARCIA EUROPEA DEI SANS – PAPIERS E DEI MIGRANTI che avrà come tappa finale la sede delle istituzioni europee, il Parlamento europeo di Strasburgo.

La crisi economica e sociale tocca per prima le popolazioni Continua la lettura di Ven 15 Giugno 2012: La Piola del Gabrio – Cena Benefit Marcia Europea dei Sans Papiers/Migranti + Dj set

Giov 7 Maggio 2012: Presentazione “Quaderni San Precario vol.3”

AFFERMARE IL PUNTO DI VISTA PRECARIO, COALIZZARE I PRECARI

La condizione precaria non è solo sfiga, è potenza produttiva e trasformativa.
Per questo esistono i precari. Dalla capacità di comunicare, cooperare, vivere delle donne e degli uomini oggi nasce la ricchezza di cui pochi si appropriano.
Le lotte degli operatori delle cooperative sociali, la mobilitazione delle insegnanti delle scuole materne, degli universitari della palazzina Verdi, le occupazioni dei precari della cultura e della creatività, a Torino e in altre città, ci dicono che qualcosa si muove, ma ci dicono anche della necessità di collegare e coalizzare i precari.
Questo è uno degli obbiettivi dei Quaderni di San Precario: autoformazione, inchiesta, analisi, organizzazione dei precari per i precari. Nel terzo numero, la piccola enciclopedia precaria, precariato universitario, genere e precarietà, lotte globali, appunti per uno sciopero precario e molto altro.

h 19.30 Aperitivo precario
h 20.30 Presentazione dei quaderni
Partecipano:
Cristina Morini – giornalista e saggista,
Gianni Giovannelli – avvocato del lavoro
Marco Silvestri – avvocato

Punto San Precario di Torino
presso CSOA Gabrio – via Revello 3, Torino