Terrorista è chi devasta i territori!Il NO TAV paura non ne ha!

401105_175363612569006_100002861058809_234640_398649389_nL’ennesima e forse più vergognosa operazione della procura di Torino questa mattina ha colpito 12 appartenenti al movimento NO TAV, tutti del comitato di lotta popolare di Bussoleno, perquisiti in cerca di esplosivi e armi (….!!) e indagati per terrorismo ed eversione rispetto alle azioni di lotta in Val Clarea del 10 Luglio scorso.
Una mossa in piena continuità con l’operato di chi da anni criminalizza il più grande movimento popolare nel nostro paese, mossa degna della guerra che i media asserviti combattono cercando di infangarlo, dividerlo e isolarlo, degno di chi di fronte alla forza dei movimenti chiama terrorista chi scende in piazza e lotta (ricordate le dichiarazioni di Erdogan sui manifestanti di Taksim?).

Quella di questa mattina è il messaggio chiaro che il PD e il governo mette in campo contro il dissenso e la rivolta sociale. E se di certo è vero che la Val di Susa in questi anni è stata purtroppo palestra di repressione e autoritarismo, altrettanto vero è che questo movimento rappresenta un modello unico e radicale di soggettività che si organizzano per costruire nuove istituzioni dal basso, praticando forme di resistenza condivise, talvolta radicali, con lo scopo di ricostruire spazi comuni di dissenso, per mettere in moto meccanismi di trasformazione dell’esistente e per dare risposte concrete ai propri bisogni e a quelli dei propri simili.
Se tutto ciò può essere definito come “terrorismo”…. allora siamo tutt* terrorist*!
L’operazione di questa mattina rappresenta certamente un salto di qualità da parte dei due PM in trincea, Rinaudo e Padalino, nel disegno di criminalizzazione del movimento.
E’ bene ricordare che verso la fine degli anni ’90 ci avevamo già provato altri due PM, Laudi e Tatangelo, ad accusare di terrorismo chi combatteva contro l’alta velocità in Val di Susa.
All’epoca quelle accuse tanto infami quanto infondate portarono ai suicidi di Stato di Sole e Baleno.
Se qualcuno crede che la storia possa ripetersi sbaglia di grosso.
Oggi come ieri il movimento resterà unito e saprà rimandare al mittente il fango e le menzogne che questa mattina ci sono piovute addosso.
Complici e solidali con i/le compagn* indagat*.

#NO TAV fino alla vittoria
CSOA Gabrio

Fuori i razzisti dalla città! #LegaLaLega

ANTI LEGASbigottiti leggiamo che, dopo l’insulto razzista a una ministra del governo da parte del vicepresidente del senato Calderoli, la Lega rilancia sul tema dell’immigrazione clandestina, convocando una manifestazione a Torino per il 7 settembre.

Non crediamo sia una scelta a caso: al di là dell’ovvia scelta del capoluogo di una regione governata da un leghista, forse si pensa che una tra le città più devastate dalla crisi possa essere terreno fertile per seminare odio…. mentre è proprio tra i migranti che le conseguenze della crisi son le più disastrose: per via del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, la disoccupazione per molti/e segna la caduta verso il ricatto dell’illegalità.

Inoltre, in quel giorno, sulla pelle dei migranti a Torino rischia di giocarsi una dialettica politica che non fa altro che vittime: da un lato la vile e diretta aggressione leghista, dall’altro l’ipocrita buonismo di un’amministrazione comunale che mentre a parole concede una fittizia cittadinanza, nei fatti rende la vita difficile ai migranti negando un semplice atto amministrativo come la residenza a chi vive sul suolo torinese ma non ha i soldi per affittare regolarmente una casa, e ospita un lager dove sono rinchiusi i migranti “colpevoli” di essere senza permesso di soggiorno, magari dopo aver perso il lavoro, o semplicemente per aver cercato una vita migliore senza curarsi degli incasellamenti degli organismi nazionali e internazionali, che definiscono chi è in quota e chi no, chi è rifugiato e chi no.

Ma per fortuna Torino non è fatta solo di questo: da anni fitte reti di solidarietà si tessono dal basso, nelle case occupate, nei presidi solidali, nei gesti quotidiani di resistenza al razzismo e costruiscono un tessuto sociale che è ben diverso dal triste spettacolo che ci danno i politici!

Invitiamo tutti e tutte a mobilitarsi e ad incontrarci in un assemblea pubblica
Giovedì 1 Agosto 2013 ore 18:30
c/o Radio Blackout – Via Cecchi 21/a

Ferma la lega, ferma il razzismo istituzionale e strisciante!

Dalla valle alle metropoli verso il #19Ottobre

Riportiamo il testo conclusivo della due giorni in Val di Susa (Campeggio NO TAV di Venaus) che ha visto la partecipazione di diverse realtà nazionali verso un autunno di conflitto.

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Dalla valle alle metropoli, per un autunno di conflitto

Coordinamenti di lotta per la casa e per il diritto all’abitare, centri sociali e spazi occupati, collettivi studenteschi e precari, militanti del movimento no tav e di altre lotte a difesa del territorio, ci siamo incontrati al campeggio di lotta di Venaus – tra cariche nei boschi e momenti di lotta e condivisione – per costruire un percorso comune che guardi avanti, verso un autunno di conflitto di cui tutt* condividiamo l’urgenza.

Abbiamo individuato nella data del 19 ottobre (già indicata dalla 2 giorni sulla casa a Porto Fluviale) un’occasione utile per mettere a verifica un percorso e intrecciarne molti altri. Una giornata in cui assediare i Ministeri che traducono le direttive della troika in leggi e decreti che distruggono le nostre vite. Un punto di partenza dunque e non di arrivo. Non una scadenza ma un processo in costruzione, da articolare nei differenti territori da cui proveniamo.

Raccogliamo la proposta uscita dagli incontri avvenuti al campeggio del Monte Amiata di una mobilitazione diffusa sul territorio in occasione del 12 ottobre sul tema del colonialismo sui territori, attendiamo la conferma di una giornata di mobilitazione transnazionale dall’Hub Meeting di Barcellona per il prossimo 15 ottobre e c’impegnamo nella costruzione di iniziative territoriali di avvicinamento, sostenendo lo sciopero del sindacalismo conflittuale e di base del 18 ottobre. Non una data ma una settimana di mobilitazione.

Una riflessione comune ha registrato una necessità Continua la lettura di Dalla valle alle metropoli verso il #19Ottobre

…e alla fine spuntò Passoni…

Quando quasi un anno fa lanciammo la campagna I love Gabrio lo facemmo sulla base di pochi punti ben chiari: bonifica del Centro Sociale dall’amianto e continuità delle attività e della vita del Gabrio. Una posizione che conciliava il rispetto della salute pubblica con il rispetto di quasi 19 anni di occupazione. Una posizione che, da subito, ricercava il confronto: con i frequentatori del Centro, con il quartiere San Paolo-Cenisia, con la città. E anche con quelle istituzioni che pretendono di rappresentarci, non per il piacere della cosa in sé ma per coerenza in un percorso che cercava di coinvolgere tutti gli attori in campo, compreso il Comune formalmente proprietario dello stabile di via Revello. Stabile che, ricordiamo, lasciato all’incuria ha assunto nuova vita nel corso di questi 19 anni grazie alle/agli occupanti.

Abituati come siamo ad agire alla luce del sole, per noi la dimensione di qualsiasi confronto, con qualsiasi interlocutore non può che essere pubblica. Non abbiamo ambivalenze da nascondere e non ci vergogniamo delle nostre parole. Il nostro agire in questi anni ne è la dimostrazione.
Ora, per un periodo il Comune di Torino, tramite l’assessore competente Passoni ha parlato di noi (non con noi) rispondendo ad interpellanze presentate dai razzisti della Lega e con dichiarazioni a mezzo stampa, auspicando conciliazioni di sorta per la risoluzione del “problema” Gabrio. Poi, per mesi più niente.

Nel frattempo veniva sottratta alla città, con un intervento militare in grande stile, l’area ex-Diatto, per consegnarla agli speculatori tanto cari al sindaco Fassino. Il CSA Murazzi, storico punto di aggregazione in riva al Po, veniva messo sotto sequestro, probabilmente, anche qui, per pseudo interventi di rivalutazione. Insomma, l’inizio dell’estate ha visto una escalation di azioni volte a mettere in silenzio voci critiche della gestione affaristica che ormai guida questa città.
In questo quadro, sicuramente non idilliaco, ecco che l’assessore Passoni chiede di incontrare gli/le occupanti del Gabrio Continua la lettura di …e alla fine spuntò Passoni…

Nuova occupazione a Torino, 10 famiglie prendono casa

1001004_395778167194215_1187240718_nLa battaglia contro gli sfratti e per il diritto all’abitare ha segnato un nuovo importante risultato quest’oggi a Torino con la nascita di una nuova occupazione in corso Traiano 128, nel quartiere di Mirafiori. Si tratta di una palazzina di proprietà di un’azienda della grande distribuzione rimasta abbandonata ormai da alcuni anni.

L’iniziativa è stata portata avanti da alcune famiglie sfrattate affiancate dallo Sportello per il diritto alla casa Zona San Paolo, dal collettivo Prendocasa e dal comitato di quartiere di San Salvario e si pone in continuità con il corteo di alcune settimane fa che ha avviato un percorso cittadino per il diritto all’abitare e in cui il problema della casa è stato posto con forza di fronte a delle istituzioni ormai da tempo immobili e incapaci di dare risposte agli effetti della crisi.

Ad aver preso casa con l’occupazione di oggi sono ben 10 famiglie di italiani, migranti e rifugiati, tutte accomunate dalla volontà di mobilitarsi assieme per riprendersi il diritto ad un tetto sopra la testa.

Da segnalare l’atteggiamento nervoso delle forze dell’ordine che, poco dopo l’ingresso nella palazzina da parte delle famiglie e dei comitati, ha fatto giungere sul posto due volanti che hanno tentato di trattenere due compagni impegnati nella lotta per la casa e di requisire alcuni strumenti da lavoro utilizzati poco prima per l’ingresso nell’edificio. Di fronte alla reazione e alla determinazione delle persone presenti gli agenti hanno però abbandonato in fretta il tentativo e si sono allontanati.

Nel frattempo sono iniziati i lavori di pulizia e ristrutturazione all’interno dello stabile per renderlo immediatamente disponibile all’abitazione.

In una città come Torino in cui, con la crisi, la questione abitativa ha assunto da tempo i tratti di una vera e propria emergenza e in cui l’amministrazione locale si rifiuta di avviare la moratoria sugli sfratti che da più parti viene richiesta per dare il segnale di un impegno concreto su questo fronte, una decina di famiglie ha deciso oggi di prendersi autonomamente le risposte ai propri bisogni che il Comune non è in grado di dare.

#riprendiamocilacittà!

 

I Love Zona San Paolo…en la calle vol.2!

29-giugno

Venerdì 5 Luglio 2013:

* Per la bonifica dell’amianto al Gabrio
* Contro le speculazioni e per la vivibilità dei territori
* In difesa del diritto all’abitare e delle case occupate

Dalle 17:
– Musica
– Mercatino GermogliaTO
– Distro
– Spettacoli teatrali
– Allenamento collettivo Palestra Popolare Dante DI Nanni – – Spazio bimbe/i
– Mostre fotografico
– Cibo, Bar & More…

Via Revello Occupata
Zona San Paolo Antirazzista
Torino

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gabrio.noblogs.org
sniarischiosa.noblogs.org
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Dalle ore 17 – Via Revello occupata – Zona San Paolo Antirazzista

Cineforum | Kosovo vs Kosovo

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Una rassegna cinematografica come possibilità di scoprire i vicini Balcani. Uno sguardo trasversale sugli ultimi 20 anni, visti ed analizzati con l’ironia, l’inquietudine, l’emotività di quattro registi.

GIOVEDI 27giugno dalle h. 20 cena (veggie e non) a conclusione della rassegna cinematografica, benefit Progetto Balcampo. E’ gradita la prenotazione (per evitare gli sprechi)

dalle h.21 proiezione di Kosovo Versus Kosovo un film documentario auto-prodotto di Valerio Bassan e Andrea Legni, in anteprima a Torino con la partecipazione del regista, segue dibattito con A. Legni.

A tredici anni di distanza dalla guerra, le zone abitate dai serbi all’interno del Kosovo indipendente formano un vero e proprio Stato dentro lo Stato. Piccole “enclave” monoetniche sulle quali il governo del Kosovo non ha alcuna autorità. Gli abitanti di 
queste aree votano sindaci riconosciuti solo da loro stessi, utilizzano una propria moneta, hanno infrastrutture, scuole e ospedali gestiti direttamente da Belgrado. Ma vivono senza libertà di movimento e senza lavoro, evitando di addentrarsi nelle città albanesi per paura di subire aggressioni. Una situazione che ha spinto oltre duecentomila serbi a lasciare il Kosovo. Viaggio attraverso una realtà dimenticata dai media occidentali.

“Kosovo versus Kosovo” è il resoconto di un viaggio attraverso l’ultimo stato nato in Europa.

Un viaggio di tre settimane durante le quali due giovani giornalisti hanno avuto l’opportunità di raccogliere le opinioni di alcune tra le personalità più in vista delle due parti in causa (tra i quali il Segretario di Stato Serbo per il Kosovo e l’ex leader delle milizie indipendentiste dell’UÇK), ma soprattutto hanno potuto vivere la quotidianità dei villaggi serbi del Paese.

Sul #18G

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Ieri 18 giugno, giornata di mobilitazione nazionale indetta dalla piattaforma “Abitare nella crisi” con le richiesta chiara di moratoria generalizzata ed immediata su sfratti, sgomberi e pignoramenti. Nella nostra città, dopo il partecipato corteo per il diritto alla casa di sabato scorso, come ogni terzo martedì del mese la Questura ha deciso di raggruppare alcuni sfratti: tre eseguiti per la volontà delle famiglie di non resistere, mentre un quarto, in via Morosini, 6, si è protratto per oltre 14 ore in attesa di un ufficiale giudiziario che ha deciso di non presentarsi, con buona probabilità rimandando al giudice la prossima data dell’esecuzione attraverso l’utilizzo dell’articolo 610, quello cioè che permette gli sfratti a sorpresa.
Nel pomeriggio le realtà che hanno animato la piazza di sabato, hanno deciso di occupare uno stabile in via Verolengo 20. Un’occupazione non a scopo a abitativo ma per denunciare ancora una volta le responsabilità del Comune di Torino rispetto alla questione casa. Abbandonato da oltre dieci anni lo stabile di via Verolengo versa in pessime condizioni ed è disatteso da circa una dozzina di anni il progetto di un poliambulatorio che doveva rappresentare la nuova destinazione per questa ex fabbrica delle scarpe “Superga”. Un’occupazione di denuncia per ribadire che contro sfratti, sgomberi e pignoramenti tutti gli sfratti vuoti di proprietà pubblica devono trovare riconversioni ai fini di edilizia sociale, e tutte le case private abbandonate vuote dentro la logica delle speculazioni immobiliari devono essere requisite ed assegnate ad un utilizzo abitativo sociale.

Cineforum | C’era una volta UN Est

Una rassegna cinematografica come possibilità di scoprire i vicini Balcani. Uno sguardo trasversale sugli ultimi 20 anni, visti ed analizzati con l’ironia, l’inquietudine, l’emotività di quattro registi.

MERCOLEDI’ 19 GIUGNO, dalle ore 21.00

Benvenuto Mr. President (titolo originale: Gori Vatra)
un film di Pjer Žalica
Bosnia ed Erzegovina – 2003 – 105 min

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“Benvenuto Mr. President” narra gli eventi che si dipanano in una cittadina della Bosnia, in fermento per la notizia dell’imminente visita del presidente americano Bill Clinton, pronto a diventare cittadino onorario del piccolo comune.
Tutto sembra filare per il verso giusto, ma i preparativi sono vanificati dalle ferite ancora aperte della guerra e dal dolore della perdita dei propri cari. Eppure un seme di convivenza è gettato. 
Un film corale e sfaccettato, popolato da personaggi marcati da colori vivaci e definiti, volutamente stereotipati.

“Il film l’ho fatto per loro, per i bosniaci. Volevo fare un film sulla Bosnia nel dopoguerra e c’ho messo quello che è, cercando magari di far ridere per far arrivare meglio le cose allo spettatore” spiegava il regista in un’intervista uscita nell’agosto 2003

Il giovane regista bosniaco si ispira a Robert Altman e sembra seguire i modelli di Fellini e Kusturica. “Mi ero stufato di lavorare a film sull’orrore che mi circondava, sulle uccisioni, il sangue e le interminabili e futili discussioni”. Nasce così un film non sempre originale, ma autentico, che adotta un punto di vista e un tipico humor-nero balcanico, riuscendo anche a porci nuove ed inaspettate domande: la pace può essere peggio della guerra?

#18Giugno – Giornata di mobilitazione nazionale per il blocco degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti

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#18 Giugno

Giornata di mobilitazione nazionale per il blocco degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti!

TORINO: Nel terzo martedì del mese, giorno in cui la questura concentra i picchetti antisfratto pensando di sfiancare la determinazione di inquilin* e solidal*, RESISTIAMO insieme alla violenza degli sfratti!
Dalle prime ore del mattino picchetti in tutta la città…per aggiornamenti e indicazioni stay tuned su Radio Blackout 105.250!

TORINO CAPITALE DEGLI SFRATTI

4.000 sfratti nel 2012 (1° città in Italia per rapporto numero abitanti/sfratti)

3.400 pignoramenti

55.000 alloggi sfitti

1.000 case ATC non assegnate

Un patrimonio pubblico svenduto a banche e palazzinari

Segui gli aggiornamenti deglla giornata attraverso l’hashtag #stopsfratti #18g #abitarenellacrisi #occupysfitto #stopsgomberi #stoppigoramenti

#18GIUGNO MOBILITIAMOCI

PER IL BLOCCO IMMEDIATO E GENERALIZZATO DI #SFRATTI, #SGOMBERI E #PIGNORAMENTI!
stay tuned
www.abitarenellacrisi.org
#stopsfratti #occupysfitto #18g #abitarenellacrisi