dal sito COO.BRA SaluzzoCon l’avanzare dell’autunno, le condizioni di vita nei container e nelle tende, dove vengono alloggiati braccianti e disoccupati alla ricerca di lavoro nelle campagne, diventano ancora più insopportabili. Freddo, pioggia, umidità da gelare le ossa. Difficile adesso sostenere che i campi della Coldiretti e del terzo settore rappresentino una “accoglienza dignitosa”, come qualcuno ha dichiarato ad inizio stagione; difficile fare e farsi pubblicità, perchè se irecinti si possono camuffare, nessuna fotografia riuscirebbe a nascondere le prime nebbie, l’acqua ed il gelo che attraversano i teli e i box di lamiera. Nei campi, come ripetiamo da mesi, si alimenta la ghettizzazione e si attenta alla salute di lavoratori e disoccupati, migranti e rifugiati.
La precarietà abitativa di braccianti e disoccupati, alle aziende ed ai loro rappresentanti ovviamente non interessa, anzi hanno trovato il modo di vendere i loro container come “Campus”, richiamando l’immaginario delle università americane che in comune con i campi del saluzzese hanno solo l’isolamento dai centri urbani. Dei lavoratori parlano al massimo quando devono proporre l’utilizzo del salario di crisi, provando ad usare la congiuntura economica come pretesto per erodere ulteriormente i nostri miseri compensi e diritti.




Il prossimo undici luglio i primi ministri dell’Unione Europea si incontreranno a Torino in un vertice in cui si parlerà di “occupazione giovanile”. Ma forse è di disoccupazione giovanile che sarebbe più lecito parlare. Se guardiamo ai dati europei la media dei senza lavoro sotto i 25 anni si aggirà intorno al 24 % ma nel Sud del continente si sfonda ampiamente il 40% e in Spagna e Grecia si va ben oltre il 50%. Questi dati rappresentano una brutta vetrina per un’Unione Europea che continua a chiedere sacrifici e austerità in nome di una ripresa che non arriva.


