Archivi categoria: Migrante

Il quotidiano conflitto per la sopravvivenza dei/delle rifugiati/e. Una storia di dignità e conflitto nella metropoli

Sab 17 Marzo 2012 – Rise Up Afreeka: Reggae live concert con Sun Sooley / Momar Gaye / Jupiter / Henry P.

SABATO 17 MARZO 2012

—>RISE UP AFREEKA<—

live concert with:

SUN SOOLEY (Senegal/Italia)
MOMAR GAYE (Senegal/Italia)
JUPITER (Senegal/Belgio)
HENRY P (Senegal/Svizzera)

warm up and after set dancehall with

GIGAWAVE
BIO SELECTA

Start ore 23
Sottoscrizione 5 euro.
C.S.O.A. GABRIO – VIA REVELLO 3
ZONA SAN PAOLO ANTIRAZZISTA

——————–

RISE UP AFREEKA

Il progetto Rise up Afreeka è nato dall’idea dell’artista reggae senegalese Sun Sooley, che vive in Italia, al fine di promuovere e proporre gli artisti reggae africani pressochè assenti dal panorama musicale europeo.
L’altro obiettivo importante di questo progetto è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui problemi dell’africa (povertà, guerra, corruzione,…) ma anche sui valori di questo antico continente, quali la solidarietà, autenticità, dignità e fierezza.
Rise up Afreeka porterà avanti quindi una campagna di sensibilizzazione su questi temi e dedicherà una parte dei fondi raccolti dalla vendita dei cd e del tour, che inizierà nell’anno 2012, ai bambini della strada e alla prevenzione delle malattie infettive e contagiose, quali la malaria e la febbre gialla.
Gli artisti che partecipano al progetto provengono sia dall’Africa che dalla diaspora. Tra gli altri saranno presenti:

Il Giamaicano Jah Mason, Raphael (Nigeria-Italia), Momar Zaman (Senegal-Italia), Light Soljah (Costa d’Avorio-Italia), Dara J Family (Senegal), Youze (Guinea), Ombre Zion (Senegal), Tiwony (Guadaloupa-Francia), Cali P (Guadaloupa-Svizzera), Joseph Breezee (Gambia-Svizzera), Lion D (Nigeria-Italia), Jupiter (Senegal-Belgio), Baay Sooley (Senegal), Seydi Mendoza (Senegal-Svizzera), Irma C-lya e Sista Ouly (Senegal), CeePee (Mauritania), Sun Sooley (Senegal-Italia).

Informazioni relative alle date ed i luoghi del tour di Rise up Afreeka si possono trovare Continua la lettura di Sab 17 Marzo 2012 – Rise Up Afreeka: Reggae live concert con Sun Sooley / Momar Gaye / Jupiter / Henry P.

Sab 17 Marzo – Presentazione del libro “Di qua non sono libero. Storie di migranti e ordinario sfruttamento”

Sabato 17 marzo a partire dalle ore 15,30 presso la sala d’aspetto della
stazione ferroviaria di Saluzzo verrà presentato il libro “DI QUA NON SONO
LIBERO – Storie di migranti  e di ordinario sfruttamento” curato dal Comitato Antirazzista Saluzzese

Alla giornata parteciperanno alcuni ospiti che porteranno le loro esperienze
di lavoro e di volontariato a sostegno dei migranti.
La cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione di Sesto San Giovanni si occupa di
“attività a favore degli immigrati e delle immigrate con la strutturazione di
alcuni progetti a sostegno dell´integrazione socio-lavorativa. Tutti gli
interventi hanno come finalità l´esigibilità e la difesa dei diritti delle
persone straniere, siano esse regolarmente soggiornanti o clandestine.
Fornisce un “servizio di protezione sociale a favore di vittime della tratta a
scopo di sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio ecc, centro filtro,
pronto intervento, accoglienza maschile e femminile, prese in carico
territoriali, accoglienza per rifugiati, sportelli territoriali”.
A Saluzzo sarà presentato il video “Richard K. Una storia di Rosarno” prodotto dalla cooperativa stessa.
L’associazione EquoSud Autoproduzioni Equo Solidali di Rosarno porterà un
container di arance Continua la lettura di Sab 17 Marzo – Presentazione del libro “Di qua non sono libero. Storie di migranti e ordinario sfruttamento”

Diritto di asilo, libertà di movimento per tutti/e!

Oltre 500 persone in corteo oggi pomeriggio a Torino. La manifestazione era stata convocata sotto la spinta di diversi migranti ospitati da mesi nelle strutture della cosiddetta “emergenza nord Africa” per chiedere lo sblocco dei documenti e la protezione internazionale per tutti quelli che sono arrivati in Italia la scorsa primavera fuggendo dalla guerra in Libia.

Il corteo era aperto dallo striscione “Diritto d’Asilo – Libertà di Movimento” e ha visto la partecipazione di molti migranti, provenienti sia dalle strutture di accoglienza, sia dalle occupazioni dei rifugiati in città uniti nel pretendere rispetto, diritti e dignità.

Il corteo si è via via ingrossato attraversando le strade meticce del quartiere di San Salvario e i diversi interventi che si sono susseguiti dal furgone oltre a denunciare il business del”emergenza per quello che riguarda la situazione di quanti sono in attesa del documento hanno via via declinato tutte le facce dello sfruttamento e del razzismo istituzionale che i migranti e le migranti subiscono ogni giorno. Interventi sulle questioni del lavoro e dei documenti, della tassa etnica ultimo regalo dell’ex Ministro Maroni, della crisi che stritola, delle difficoltà abitative, hanno animato tutto il percorso del la manifestazione che ha attraversato il centro della città per concludersi in piazza Castello.

Importanti e significative le presenze dei rifugiati da corso Chieri in piazza per uscire dall’invisibilità in cui le istituzioni locali li hanno abbandonati dopo il fallimentare progetto di via Asti, la partecipazione di una delegazione di universitari dallo studentato occupato di via Verdi e la partecipazione di un gruppo di migranti e antirazzisti da che hanno raggiunto Torino organizzando un autobus da Biella.

La mobilitazione di oggi segue il corteo che quest’autunno aveva introdotto la tematica dei richiedenti asilo dalla Libia, e la partecipata assemblea cittadina di inizio anno, che aveva individuato la data di oggi come momento per rilanciare la campagna per i diritti e la dignità contro la logica dell’accoglienza emergenziale.

Una lotta che, è importante non dimenticarlo, oggi è tornata a mostrarsi con determinazione nel centro città, ma diverse volte si è mossa in maniera spontanea e auto-organizzata a partire proprio da alcune delle strutture di accoglienza sparse sui nostri territori.

Come diciamo da qualche tempo la questione dell’emergenza nord-Africa che emergenza non era, è per noi una questione di diritti negati, che è urgente affermare attraverso percorsi di mobilitazione collettiva che abbiamo la forza di rimettere al primo posto la dignità dei migranti e delle migranti. Continuare a costruire percorsi di solidarietà reale, far crescere lotte e mobilitazioni per mantenere alta l’attenzione su una questione che farebbe molto più comodo a chi governa tenere nell’oblio.

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Sab 21 Gennaio 2012 – CORTEO Documenti per Tutti/e

SABATO 21 GENNAIO 2012 ore 15 – Fronte Stazione Porta Nuova, Torino

—–>CORTEO<—–
DOCUMENTI PER TUTTI/E – STOP AL BUSINESS DELL’EMERGENZA

Dalla scorsa primavera oltre 22mila persone che sono arrivate in Italia fuggendo dalla Libia bombardata dalla NATO sono “posteggiate” in migliaia di piccoli centri di accoglienza sparsi per tutto il paese. Una situazione che il Governo Berlusconi aveva archiviato sotto il nome di “emergenza nord-africa” e di cui aveva delegato la gestione alla Protezione Civile.
E Protezione Civile vuol dire procedure eccezionali ed urgenti, struttura semi-militare nazionale, spesa quasi senza controllo, contabilità semplificata, deroghe, nessuna gara d’appalto.
Da molti mesi migliaia di persone vivono in questi centri (ex colonie, alberghi, parrocchie, campi della croce rossa) in attesa che le commissioni territoriali valutino le loro domande di asilo… in molti rischiano di vederla respinta perchè arrivano in Italia dopo essere fuggiti dalla Libia ma erano in Libia provenienti da paesi non considerati instabili e quindi non inseriti nelle liste di protezione internazionale.
La vera emergenza è quella che è stata creata dal Governo, ed è un emergenza che costa centinaia di migliaia di euro pubblici che non garantiscono certo i diritti e la dignità dei richiedenti asilo ma ingrassano le tasche di quella parte di privato sociale che vede nell’accoglienza non un diritto da tutelare ma un business da sfruttare.A questo si aggiunge il calvario delle perdita di permessi di soggiorno per chi perde il lavoro col rischio di finire in un CIE, le tasse “etniche e razziste” sui permessi di soggiorno e il dramma della sanatoria truffa del 2009″

Questa situazione deve finire! Protezione umanitaria per tutti e tutte subito!

*Protezione umanitaria per chi fugge dalla Libia in guerra a prescindere dal proprio paese di provenienza
*Permesso di soggiorno a tutti i migranti e le migranti
*No al business della finta accoglienza
*Solidarietà e piena accoglienza
*Casa – Lavoro – Residenza per tutt* i/le rifugiat*
*Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
*No al razzismo
*Chiudere i CIE

Assemblea per il diritto di asilo

richiedenti asilo/migranti

Videospot
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Sab 14 Gennaio 2012 – Rosarno: due anni dopo. Presidio/distribuzione + proiezione

ARI Piemonte, Ong M.A.I.S., Equosud, Csoa Gabrio

Sabato 14 gennaio 2012 dalle 15 alle 19
in via Nizza 230 (di fronte a Eataly) e via Livorno 51 (di fronte Iper Coop)

Rosarno, due anni dopo
Giornata di sostegno alla resistenza contadina e bracciantile
contro lo sfruttamento, per i diritti e la dignità

Il 7 gennaio 2010, scoppia la rabbia dei braccianti africani impiegati nella raccolta degli agrumi a Rosarno, in Calabria.
Dopo due anni migliaia di persone continuano ancora a lavorare per pochi soldi sotto la costante minaccia della Bossi-Fini, del sistema dei caporali e di una guerra tra poveri alimentata dalla crisi. Ma da allora alcuni di questi lavoratori hanno iniziato a lottare per i propri diritti, coinvolgendo altre realtà, associazioni, centri sociali, gruppi di acquisto solidale e popolare, associazioni contadine, sindacati dal sud al nord Italia.

Sabato 14 gennaio 2012, dalle 15 alle 19, ARI Piemonte, Ong M.A.I.S., Equosud, Csoa Gabrio saranno in piazza (via Nizza 230, di fronte a Eataly, e in via Livorno 51, di fronte all’Iper Coop) per dare visibilità alla Campagna “SOS Rosarno” nella distribuzione diretta di agrumi provenienti da agricoltura biologica e da aziende contadine della Piana di Gioia Tauro che assumono i lavoratori migranti nel rispetto dei diritti sindacali e umani.
Per tutto il pomeriggio, le organizzazioni promotrici dell’iniziativa distribuiranno le arance prodotte in Calabria in cambio di un’offerta e saranno a disposizione con materiale informativo per raccontare l’iniziativa.

L’evento di Torino si inserisce in una serie di manifestazioni Continua la lettura di Sab 14 Gennaio 2012 – Rosarno: due anni dopo. Presidio/distribuzione + proiezione

Documenti per tutti/e – Stop al business dell’emergenza (videospot)

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DOCUMENTI PER TUTTI/E
SABATO 21 GENNAIO 2012 CORTEO ORE 15 – fronte stazione porta nuova – Torino

Dalla scorsa primavera oltre 22mila persone che sono arrivate in Italia fuggendo dalla Libia bombardata dalla NATO sono “posteggiate” in migliaia di piccoli centri di accoglienza sparsi per tutto il paese. Una situazione che il Governo Berlusconi aveva archiviato sotto il nome di “emergenza nord-africa” e di cui aveva delegato la gestione alla Protezione Civile.
E Protezione Civile vuol dire procedure eccezionali ed urgenti, struttura semi-militare nazionale, spesa quasi senza controllo, contabilità semplificata, deroghe, nessuna gara d’appalto.
Da molti mesi migliaia di persone vivono in questi centri (ex colonie, alberghi, parrocchie, campi della croce rossa) in attesa che le commissioni territoriali valutino le loro domande di asilo… in molti rischiano di vederla respinta perchè arrivano in Italia dopo essere fuggiti dalla Libia ma erano in Libia provenienti da paesi non considerati instabili e quindi non inseriti nelle liste di protezione internazionale.
La vera emergenza è quella che è stata creata dal Governo, ed è un emergenza che costa centinaia di migliaia di euro pubblici che non garantiscono certo i diritti e la dignità dei richiedenti asilo ma ingrassano le tasche di quella parte di privato sociale che vede nell’accoglienza non un diritto da tutelare ma un businness da sfruttare.
Questa situazione deve finire! Protezione umanitaria per tutti e tutte subito!

– Protezione umanitaria per chi fugge dalla Libia in guerra a prescindere dal proprio paese di provenienza
– Permesso di soggiorno a tutti i migranti e le migranti
– No al businness della finta accoglienza
– Solidarietà e piena accoglienza
– Casa-lavoro-residenza per tutt* i rifugiat*
– No al razzismo
– Chiudere i CIE

Ven 23 Dicembre 2011: Cena + Assemblea + Reggae Rebel Night vol.3 Benefit Lavoratori dell’esselunga di Pioltello

—>Venerdì 23 Dicembre 2011<—-

C.S.O.A. Gabrio presenta:

Reggae Rebel Night vol.3

Dopo oltre 2 mesi di lotta, nonostante il krumiraggio organizzato dall’Esselunga e dalle cooperative, i licenziamenti, le aggressioni squadriste, e gli attacchi e le pressioni delle forze dell’ordine, i lavoratori delle cooperative dei magazzini Esselunga di Pioltello (in provincia di Milano) sono ancora in sciopero per il rispetto dei loro diritti e della loro dignità!
Stanno lottando: per il rientro dei lavoratori licenziati; per il rispetto dell’orario previsto dal contratto di lavoro e per la fine del lavoro a chiamata; per il pagamento degli istituti contrattuali al 100%; per la riduzione dei carichi di lavoro da contrattare con i delegati sindacali; per l’allontanamento dei capi che mancano di rispetto agli operai
E’ una lotta certo molto dura, ma che può vincere se sostenuta dalla solidarietà di tutti e tutte!
LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA!
SOSTIENI ANCHE TU LA LA CASSA DI RESISTENZA PER I LAVORATORI IN SCIOPERO!

Ore 19:30: Cena Benefit

Ore 21:00: Assemblea-Incontro con i lavoratori in lotta di Pioltello

Dalle ore 23 per sostenere la lotta:

ZIZZAPAWA POSSE (Milano Militant Sound)
KUMINA BEAT (from Radio Blackout 105.250 FM)
ROOTIKAL DUB FOUNDATION (the dub warriors)
MIRAFLOWERS (working class sound boy)
BLUTO SELECTER (Gabrio tribe) Continua la lettura di Ven 23 Dicembre 2011: Cena + Assemblea + Reggae Rebel Night vol.3 Benefit Lavoratori dell’esselunga di Pioltello

Dal Pogrom di Torino agli omicidi di Firenze: una riflessione del CSOA Gabrio.

 

Torino-Firenze. Città che spesso provano a vendere un animo solidale e accogliente. Città Democratiche. Incendio alle abitazioni dei rom all’ex cascina della Continassa a Torino. Omicidio di due persone di origine senegalese e ferimento di altre tre da parte di Gianluca Casseri, simpatizzante neo-fascista di Casa Pound a Firenze.

Due episodi gravi, che pongono con urgenza la necessità di ridare parola alle piazze per dimostrare tutta la nostra opposizione la fascismo e al razzismo. Ma anche due episodi che ci impongono una riflessione che sia al tempo stesso denuncia delle dinamiche che li hanno generati, delle dinamiche che alimentano il fascismo e il razzismo nelle nostre città

Dietro l’omicidio di Modou Samb e di Mor Diop a Firenze c’è un razzismo strutturale che individua il “nero” come uno degli obiettivi simbolo proprio perchè diverso dal punto di vista razziale. Qui la mano che uccide è fascista, ed è armata da un’ideologia che crede ciecamente nella superiorità della cosiddetta “razza ariana”. Su questo dentro le sedi di Casa Pound vengono organizzati incontri e “cultura”. Casa Pound, organizzazione protetta da molti politici amici del centro destra, e da  alcuni politici e “intellettualità” del centro sinistra, democratici e disponibili al dialogo e al confronto con i fascisti del terzo millennio.

Per quello che riguarda l’incendio appiccato alle abitazioni della Continassa, pensiamo che forse  alcuni degli organizzatori del corteo alle Vallette respingerebbero le accuse di avere un’ideologia razzista come ispirazione. Al corteo ci pare fosse presente anche uno striscione con la scritta “no al razzismo sì alla giustizia di quartiere”… ma poi ha evidentemente preso forza la frustrazione e la rabbia per viversi il quotidiano in un quartiere complesso -con la crisi che morde e le istituzioni che latitano- e questa frustrazione ha generato violenza razzista nella sua forma più atavica e barbara, quella del pogrom. Un razzismo diffuso nel senso comune, che trova nei rom -gli ultimi degli ultimi- il facile capro espiatorio in un momento in cui evidentemente nei quartieri in troppi faticano ad individuare come responsabile della crisi e della precarietà le istituzioni e i gruppi di potere economici e bancari. E poi dietro la storia delle Vallette c’è anche altro: un retroterra culturale bigotto e maschilista che pretende di imporre un modello di sessualità femminile perverso, in cui è meglio perdere la verginità perché vittima di violenza piuttosto che per una scelta consapevole. Meglio la sopraffazione di un corpo che l’ammissione del diritto al piacere. E poi c’è il machismo, ben rappresentato dalla risposta violenta di chi ha deciso di ergersi a difensore di una supposta dignità perduta, di chi ha deliberatamente scelto di strumentalizzare la sofferenza di una ragazza di 16 anni, di chi si nasconde dietro il ridicolo pretesto dell’onore violato per dare sfogo ad un diffuso sentimento razzista.

Non abbiamo voluto fare questa distinzione per accademia o per classificare i due episodi in base alla pericolosità: entrambi sono pericolosissimi! Entrambi gli episodi ci parlano di razzismo e di fascismo ma su terreni diversi e da diversi presupposti… gli esiti poi sono molto simili e per questo serve provare a proseguire il confronto e il coordinamento per contrastare i neo-fascisti organizzati e per rompere quel razzismo da senso comune che si insinua nei quartieri.

Su Casa Pound ci viene da dire: a ciascuno il suo! Le realtà autorganizzate, i collettivi, i sindacati di base, gli antifascisti e le antifasciste in ogni realtà in cui sono presenti si sono sempre opposti  all’agibilità politica per i fascisti del terzo millennio; forse sarebbe ora che una certa sinistra salottiera (Telese, Sansonetti e Morucci solo per citarne alcuni) che ha ritenuto chic e politicamente sensato interloquire in vario modo e a vario titolo con Casa Pound si rendesse conto di aver legittimato in questo modo un’organizzazione neo-fascista nella teoria e nella pratica. È troppo alla luce di quello che è successo  finirla di raccontarsi e raccontare la favola malsana della necessità di superare gli steccati?! Secondo noi difendere l’antifascismo in termini politici, sociali e culturali è sempre una buona pratica, ed è -insieme alla possibilità di riaprire spazi di conflitto- il sale della democrazia. Ci sembra poi significativo che la Comunità Senegalese di Firenze abbia chiesto con forza la chiusura di Casa Pound, anche se al tempo stesso “abbiamo dei sogni ma senza troppe illusioni”.

E questo anche perchè abbiamo visto per l’ennesima volta

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Sabato 17 dicembre: in piazza contro fascismo, razzismo e sessismo

DAL POGROM DI TORINO
AL KILLER NEOFASCISTA DI FIRENZE
CONTRO OGNI RAZZISMO/FASCISMO

Torino quartiere Le Vallette: Sabato 11 dicembre poco prima di cena. Da due giorni sui giornali e nel quartiere gira la notizia che due rom hanno violentato una ragazzina di 16 anni di zona. Circa 500 persone, con loro anche esponenti politici di primo livello locale come ad esempio la segretaria provinciale del PD, si ritrovano per “far sentire vicinanza alla vittima” ma anche – questo un altro slogan- per “ripulire la Continassa”, il vicino campo rom. Nel frattempo davanti ai carabinieri la ragazza dichiara: “Mi sono inventata ogni cosa. Era la mia prima volta, è arrivato mio fratello, mi sono vergognata e ho inventato la storia”. Il corteo finisce con un nutrito gruppo di persone che arriva alla Continassa e in maniera assolutamente indisturbata brucia il campo. Gli abitanti del campo non ci sono più, qualcuno ritornerà nei giorni successivi per recuperare quel niente che rimane. Si è consumato un pogrom. Quello che è successo sabato è una violenza figlia del razzismo ma anche del machismo e della falsa morale.
Firenze. Martedì 13 dicembre: Gianluca Casseri, spara uccide Modou Samb di 40 anni e Mor Diop di 54 anni, entrambi di origini senegalesi (ferendone altre tre presone tutti sempre senegalesi) mentre vendevano in piazza Dalmazia, zona nord di Firenze.
Gianluca Casseri, che poi si è sia suicidato, era un neo-fascista e un razzista simpatizzante di Casa Pound, gruppo di estrema destra di cui diversi simpatizzanti si sono già resi responsabili di aggressioni razziste e omofobe ai danni di migranti, rom, attivisti antirazzisti e collettivi.
Il pogrom razzista di Torino ai danni dei cittadini rom e questa tragedia di Firenze sono l’iceberg di un retroterra culturale e sociale silente che sicuramente certe norme ( la legge Bossi-Fini, il pacchetto (in) sicurezza, le delibere comunali anti-ambulanti, anti-rom, anti-lavavetri, ecc…) alimentano attraverso una recrudescenza su cui bisogna assolutamente riflettere e operare.
Perché si tratta di due episodi, che anche se sono sicuramente diversi, indicano comunque che il razzismo è presente e radicato nella nostra società e nel quotidiano, seppure assumendo forme diverse, è un cancro violento che continua a uccidere. Per questo è importante costruire unità fra quanti si oppongono al fascismo, al razzismo, all’omofobia, al sessismo, e ad ogni forma di discriminazione.

Riteniamo urgente mandare un segnale di solidarietà verso chi è stato vittima di questi due terribili episodi. Mandiamo un segnale anche dalla nostra città!

SABATO 17 DICEMBRE ORE 16:30
PRESIDIO IN PIAZZA CASTELLO – TORINO
(angolo via Garibaldi)

Associazione Senegalese di Torino – Federazione nazionale rom/sinti – Associazione degli ivoriani Piemonte/Valle d’Aosta – Collettivo Immigrati Auto-organizzati – CSOA Gabrio – Coordinamento USB Migranti Torino –  Movimento Richiedenti asilo – Network Antagonista Torinese-  Circulo Josè Carlos Mariàtegui Torino – USB Torino – CUB Reg. Piemonte-…

Solidarietà a Luca e Fabio!

“Negro di merda vieni qua! Dove scappi! Coniglio! Zecca!” Ci ricordiamo distintamente la sera del 28 gennaio 2009 le frasi che gridavano i poliziotti dei reparti mobili mentre caricavano con violenza il corteo di rifugiati e attivisti del Comitato di Solidarietà.

Dopo un fallimentare incontro al Comune di Torino avevamo infatti deciso di raggiungere la Prefettura. Arrivati sotto i portici della Prefettura eravamo ancora un centinaio di persone. Abbiamo chiesto ai funzionari di piazza un dialogo con la prefettura per ottenere almeno garanzie di non sgombero per lo stabile che i rifugiati e le rifugiate stavano occupando in corso Peschiera; mentre i funzionari ci illudevano che la nostra richiesta di interlocuzione fosse stata presa in considerazione, invece di veder comparire un interlocutore, arrivarono diverse camionette della celere. Poi un applauso sarcastico, qualche slogan ironico rivolto alle forze dell’ordine e immediatamente, senza alcuna ragione, le forze dell’ordine operarono una prima carica.

A quella carica ne seguirono molte altre lungo tutta piazza Castello, mentre il corteo provava a difendersi da quell’aggressione a freddo. Il bilancio di quella violenza della polizia fu di una ventina di feriti tra i manifestanti di cui un compagno del csoa Gabrio con 30 giorni di prognosi, una mano rotta e il volto tumefatto dai colpi inferti dagli agenti. I giornali del giorno successivo parlavano di 6 agenti lievemente feriti.

A distanza di più di due anni, oggi due compagni del csoa Askatasuna presenti in piazza in solidarietà con i rifugiati e con la loro lotta sono stati condannati in primo grado a 1 anno e sei mesi. Una condanna che nega l’aggressione che tutte e tutti abbiamo subito quella sera, in un momento di lotta e di legittima rabbia di chi da mesi occupava l’ex clinica San Paolo in attesa di una risposta da parte delle istituzioni. Una condanna che si inserisce a pieno dentro la tesi politica sostenuta dall’allora sindaco Chiamparino e da tanta parte degli uomini di potere del PD cittadino, una tesi secondo la quale le lotte dei rifugiati erano lotte create ad arte dai centri sociali cittadini e non lotte che partivano dai bisogni reali di uomini e donne che le nostre istituzioni trattavano e trattano come pacchi postali, senza diritti e senza dignità. Lo dicevamo allora e lo ribadiamo oggi: pensare che alcuni compagni possano essere responsabili di aver “sobillato” la rabbia di centinaia di rifugiati politici significa sostenere una tesi profondamente colonialista: gli uomini e le donne africani che ottengono l’asilo politico in Italia non lotterebbero da soli per i propri diritti se non ci fosse qualche “bianco” a soffiare sul fuoco.

Con Luca e Fabio e tutti i compagni e le compagne che hanno attraversato l’esperienza del Comitato di Solidarietà, abbiamo ben conosciuto la rabbia dei rifugiati, ci abbiamo convissuto giorno dopo giorno dentro le occupazioni, ed è la stessa rabbia che brucia i campi di accoglienza, che esplode a Lampedusa, che infiamma ogni luogo in cui i migranti vengono ignorati e privati dei più elementari diritti.

Quella rabbia continuerà a esplodere, per fortuna a prescindere da noi tutt*.

A Luca e Fabio tutta la nostra solidarietà!

 

CSOA GABRIO